Cambia il volto della criminalità in Italia. Il ladro “vecchio stampo” lascia il posto al truffatore di nuova generazione. E mentre si conferma la contrazione di omicidi, furti e rapine, crescono in parallelo i reati a sfondo sessuale, i fenomeni di spaccio e gli incendi sul territorio.
A dirlo sono i dati elaborati dal Sole 24 Ore e forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti “emersi” all’attenzione delle forze di Polizia. Restano nell’ombra i fenomeni di microcriminalità, anch’essi diffusi sul territorio, ma che per diversi motivi sfuggono al controllo delle autorità oppure la cui comunicazione da parte delle vittime non è affatto scontata.
INDICE DELLA CRIMINALITÀ 2018: TUTTE LE CLASSIFICHE PER PROVINCIA
Nel 2017 in Italia sono stati commessi e denunciati in media 6.650 reati ogni giorno, circa 277 ogni ora. A Milano, Rimini e Bologna si concentra la maggiore densità di segnalazioni alle autorità. Nel capoluogo lombardo, in particolare, si rilevano in media 27 fatti criminosi all'ora. L'ultima mappa della criminalità resa disponibile dal ministero, comunque, ha confermato il trend al ribasso in corso dal 2013: seppur con numerose differenze su base provinciale, anche l'anno scorso si è registrato un calo delle denunce del 2,3% annuo su scala nazionale.
L’analisi per tipologia di reato
Stando all’ultimo aggiornamento dei dati, l’allarme arriva però dalla fotografia di alcune tipologie di illeciti che - in controtendenza - segnano un incremento: nel 2017, anno in cui è esploso il movimento «Me too», sono state denunciate fino a 13 violenze sessuali al giorno, in crescita del 15% rispetto all'anno prima; la diffusione degli stupefacenti alimenta i delitti (+10%), prevalentemente lo spaccio; gli incendi sono tornati, come accade ciclicamente, a divampare sul territorio, in media 28 al giorno (+29% rispetto al 2016).
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Le forme di criminalità più tradizionali, invece, sembrano perdere lentamente terreno. I furti, che come ogni anno rappresentano il grosso delle denunce pervenute (circa 1,27 milioni, più della metà sul totale), scendono ancora del 6% rispetto agli anni precedenti, in particolare quelli nelle abitazioni (-9%). A contribuire alla discesa sono diversi fattori: la diffusione di sistemi di allarme e videosorveglianza che scoraggiano i malintenzionati, gli accordi territoriali tra le forze di Polizia, le reti tra commercianti e Prefetture oppure la scarsa diffusione in alcune zone del Paese delle garanzie assicurative. L'Ania, infatti, stima che poco più del 15% delle abitazioni italiane sia coperto da un'assicurazione furto. E solo in caso di copertura serve la copia della tempestiva denuncia per l'accertamento dei danni.
Al contrario, invece, continua la diffusione dei reati a stampo economico: fenomeni di riciclaggio e impiego del denaro sporco e frodi informatiche registrano un incremento, in entrambe i casi pari all’8% su base annua. In particolare, soprattutto nelle città del Nord, continuano a proliferare le truffe “digitali” : se ne contano in media 450 ogni giorno, complici la scarsa competenza degli utenti di internet oppure l'obsolescenza dei sistemi operativi utilizzati.
La mappa provincia per provincia
È Milano a vestire la maglia nera della sicurezza, confermandosi al primo posto per numero di delitti denunciati nel 2017: oltre 7,200
ogni 100mila abitanti. L’indice di criminalità 2018, che fotografa le segnalazioni di reati per provincia dove si è compiuto
l’illecito, mette in luce alcune criticità sul territorio in base alla tipologia di delitto denunciato.
Il capoluogo lombardo, ad esempio, svetta per numero di furti (al secondo posto, dietro Rimini), e in particolare quelli negli esercizi commerciali. Sia su Milano che su Rimini - seconda con circa 6950 delitti per 100mila abitanti - pesa la presenza dei turisti. In entrambe le città, comunque, il trend della criminalità risulta in lieve calo rispetto al 2016.
A Rieti invece i numeri sono decisamente inferiori (4.238 reati nel complesso), ma in crescita del 19 per cento. Dall'altra parte della classifica generale ci sono le province “più sicure”: Oristano, Pordenone e Belluno. Determinante, in questi casi, è il fattore demografico della scarsa densità abitativa. Va in questa direzione anche Asti, al 39° posto nella classifica generale, che nel 2017 segna un calo del 12% delle denunce su base annua.
Le criticità sul territorio
In base alla tipologia dei illeciti commessi emergono alcune criticità locali: Genova è in testa per densità di reati legati agli stupefacenti, soprattutto spaccio e produzione di droga; Trieste spicca per numero di denunce di violenze sessuali, sempre in rapporto ai residenti; a Savona e provincia si concentra la maggiore densità di furti in abitazione; a Prato e Firenze il picco di episodi di riciclaggio e impiego di denaro sporco. Confermata, infine, l'incidenza più elevata di furti di auto
nelle province di Barletta Andria Trani e Bari.
* È stata ricalcolata la posizione di Cagliari nell’Indice di criminalità 2018, pubblicato sul Sole 24 Ore lo scorso 22 ottobre. Inizialmente il dato ufficiale del Viminale era stato rapportato erroneamente alla popolazione Istat al 1 gennaio 2018 (pubblicata sull’ultimo Bilancio demografico), dove però la provincia di Cagliari - che è stata abolita con legge regionale 4 febbraio 2016, n.2 sul riordino del sistema delle autonomie locali - ha assunto i confini ridotti della Citta metropolitana. All’ente vengonono attribuiti circa 431mila abitanti e viene affiancato dalla nuova provincia di Sud Sardegna con 353.830 abitanti. Il riordino delle province sarde, che ha portato anche all’abolizione delle quattro istituite nel 2001, non ha però intaccato l’attività della Prefettura che continua a lavorare su un territorio più ampio: il bacino di utenza dell’autorità si estende ancora lungo i confini della vecchia provincia statale, con una popolazione di riferimento di circa 785mila persone.In pratica, i dati sulla criminalità della Prefettura – ci è stato segnalato - vengono invece rilevati su un'area con un bacino demografico più vasto rispetto a quello inizialmente considerato dal Sole 24 Ore, che comprende all’incirca tutta l’area della neonata Sud Sardegna. Indotti in errore dal nuovo restyling delle province sarde, abbiamo così ricalcolato l’indice e la posizione di Cagliari che, in questo modo, scende nella graduatoria nazionale e in quelle per tipologia di reato registrando una densità assai minore dei fenomeni criminosi.
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