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Dossier Vittorio Gassman, un malinconico gigante indimenticabile

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Dossier | N. 16 articoliFesta del cinema di Roma 2018

Vittorio Gassman, un malinconico gigante indimenticabile

Vittorio Gassman (Ansa)
Vittorio Gassman (Ansa)

Malinconico, timido e allo stesso tempo esuberante come solo un introverso sa essere. La figura del mattatore, del grande Vittorio Gassman è stato padre assente e presente. Il documentario di Fabrizio Corallo, 'Sono Gassman! Vittorio, re della commedia' che sarà alla Festa del cinema di Roma domenica 21 ottobre e in autunno su Sky Arte, lo racconta attraverso testimonianze e stralci di interviste all'attorescomparso nel 2000. Una narrazione da una parte della sua vita artistica e dall’altra del protagonista della commedia all'italiana, che ha scritto pagine indimenticabili del nostro cinema. «Quando i produttori Adriano De Micheli e Massimo Vigliar mi hanno chiesto di realizzare un suo ritratto filmato - dice Fabrizio Corallo - sono stato ovviamente lusingato ma anche consapevole di dover provare a raccontarlo non solo con la sconfinata ammirazione di spettatore incantato ma anche cercando senza eccessive enfasi e seriosità la misura e il disincanto che lui avrebbe desiderato».

La doppia metamorfosi di Vittorio
Corallo ha provato così a « privilegiare tra le tante ipotesi di racconto soprattutto quella di una doppia metamorfosi di cui Vittorio è stato protagonista nel tempo. La prima - spiega il regista - quella che a partire dal film di Monicelli 'I soliti ignoti' lo ha trasformato alla fine degli anni '50 da acclamato interprete teatrale e di film drammatici - da lui giudicati quasi sempre “dimenticabili” - in uno dei più amati attori brillanti del nostro cinema grazie alla straordinaria stagione della cosiddetta “commedia all'italiana». La seconda è stata quella che «lo ha portato a rivelare col tempo, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, la sua vera natura di persona introversa e ipersensibile, spesso preda di impensabili vulnerabilità». Attraverso le parole di Monicelli Gassman viene descritto come «discreto e fragile», attraverso quelle della Ardant come «un grande timido che si nascondeva». Tra le curiosità che rivela il documentario la volontà scherzosa di Vittorio Gassman di essere, post mortem, impagliato e posto all'ingresso di casa. Infine la sua lapide in cui si legge davvero un monito: «Non fu mai impallato».

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Le voci della famiglia e dei celebri film
Sullo schermo le immagini della moglie Diletta D'Andrea, dei figli Alessandro, Paola, Vittoria e Jacopo e di Emanuele Salce, cresciuto con sua madre Diletta e con Vittorio e da lui considerato un figlio a tutti gli effetti. E questo accanto a brani di film celebri e filmati di Teche Rai - Cinecittà Luce e Mediaset. Ci sono poi le interviste d'archivio a Gassman, Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola. E ancora i contributi di Stefania Sandrelli, Gigi Proietti, Jean-Louis Trintignant, Giancarlo Giannini e Giovanna Ralli, Carlo Verdone, Paolo Virzì, Paola Cortellesi, Diego Abatantuono, Massimo Ghini, Marco Risi, Ricky Tognazzi e di osservatori del costume nazionale come Renzo Arbore, Maurizio Costanzo e Valerio Caprara.

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