E ora? Quali saranno i prossimi passi dell’esecutivo M5s-Lega, dopo la decisione di mantenere la barra dritta sul non rispetto dei vincoli di bilancio europei e sul fatidico 2,4%, il rapporto debito-pil per il 2019? Da un passaggio della lettera inviata dal ministro dell’Economia Tria alla Commissione, quello che assicura «che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici verrà riassorbito quando gli investitori conosceranno tutti i dettagli delle misure previste dalla legge di bilancio», emerge una certa attenzione da parte dell’esecutivo al 26 ottobre, quando S&P’s prenderà una decisione sul rating dell’Italia. Un giudizio, quest’ultimo, particolarmente atteso dopo il taglio del rating, a un passo dal livello “spazzatura”, operato da Moody’s (con outlook stabile). Il 27 aprile scorso S&P’s aveva lasciato invariato il rating a BBB - due gradini al di sopra della categoria più a rischio, cioè “junk”.
A questo punto occhi puntati sul Ddl di bilancio
A questo punto l’attenzione si sposta sulle misure previste dalla manovra (reddito e pensione di cittadinanza, flat tax per
partite Iva e piccole imprese, superamento della legge Fornero tramite quota 100 eccetera). E, più nel dettaglio, sul disegno
di legge di bilancio, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre: è il provvedimento che ha in pancia la manovra triennale
di finanza pubblica, con le tutte le misure, spiegate nel dettaglio, che realizzano quanto previsto dal Def. Il Ddl, che formalmente
ha ottenuto il via libera del governo otto giorni fa - assieme al collegato fiscale alla manovra i cui contenuti sono stati però rivisti in occasione del Cdm di sabato - è in fase di “assemblaggio”: attende ancora la bollinatura della Ragioneria generale, quindi servirà il parere della Presidenza
della Repubblica per l’invio del testo a Montecitorio.
Provvedimento alla Camera entro l’inizio della settimana prossima
Il termine per la presentazione ufficiale in parlamento da parte del governo del ddl è scaduto: era il 20 ottobre. Stando
alle indicazioni fornite da fonti di governo, dovrebbe essere trasmesso alla Camera tra la fine di questa settimana e l’inizio
della prossima, in linea con quanto accaduto con i due esecutivi precedenti (Renzi e Gentiloni). Il testo passerà poi al vaglio
del parlamento, che dovrà approvarlo entro il 31 dicembre, così da entrare in vigore il primo gennaio. Se il via libera non
arriverà entro quella data, si andrà all’esercizio provvisorio.
Verso la contestazione formale da parte Ue del bilancio italiano
Intanto si apre una nuova settimana di scontro Ue-Italia. Dopo la prima lettera consegnata dal commissario Moscovici nelle
mani del ministro Tria, e dopo la risposta del governo che oggi, in una missiva di risposta ai rilievi Ue, ha di fatto confermato la decisione di sforare
nel 2019 (rapporto deficit pil al 2,4%), Bruxelles invierà con ogni probabilità una seconda lettera a Roma.
La Commissione Ue: domani decidiamo le altre tappe
Gli occhi dell’esecutivo M5s-Lega sono sulla riunione del collegio dei commissari: domani a Strasburgo discuterà come procedere
all’interno delle regole del Semestre europeo e determinerà le prossime tappe. La seconda lettera di Bruxelles dovrebbe registrare
la contestazione formale del bilancio italiano. In questa ipotesi, che allo stato attuale appare probabile, l’esecutivo giallo
verde avrebbe tre settimane per inviare uno nuovo Documento programmatico di bilancio (ovvero entro il 13 novembre), modificando
i target contestati. Entro il 30 novembre, la Commissione europea dovrà esprimere un primo parere sui bilanci dei singoli
paesi membri Ue, per verificare l’aderenza agli impegni presi sul fronte dei vincoli di finanza pubblica.
Primo parere della Commissione europea entro fine novembre
La Commissione, come è avvenuto l’anno scorso, potrebbe limitarsi a dare un primo parere entro la fine del mese prossimo,
per poi dare un giudizio definitivo sulla manovra nella primavera 2019. Il quadro dovrebbe delinearsi il 21 novembre, quando
si riunirà il collegio dei commissari. Qualche giorno prima, l’8, l’esecutivo comunitario pubblicherà le sue previsioni sull’andamento
delle economie dei paesi Ue: su quella analisi, che terrà già conto dei saldi inseriti dall’Italia in manovra, si baserà gran
parte della scelta di Bruxelles.
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