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Decreto Genova: ok della Camera, il testo va al Senato

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scontro Pd-5S su condono Ischia e sversamento fanghi

Decreto Genova: ok della Camera, il testo va al Senato

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La Camera ha approvato il decreto Genova (119/2018), che va ora in Senato per la seconda lettura. I sì sono stati 284 (Lega, M5s, Fdi), i no 67 (Pd,Leu), 41 gli astenuti (Fi). L’ok è arrivato dopo una giornata di polemiche e ostruzionismo vecchio stile per l'ultimo miglio del provvedimento. Nel mirino dell'opposizione è finito soprattutto il condono per le case terremotate nei Comuni di Ischia colpite dal sisma del 2017 (all'articolo 25), denunciato dal Pd e negato dal M5S, e le disposizioni sulla gestione dei fanghi di depurazione (all'articolo 41). Due temi caldi che hanno frenato i lavori per tutta la giornata alimentando lo scontro tra dem e pentastellati. Scontro che è sfociato in bagarre al momento di votare il condono per Ischia, con ostruzionismo del Pd e rissa sfiorata tra i deputati Dem e Fdi. Poi gli emendamenti sono stati respinti.
Approvate senza particolari attriti, invece, le norme sulla ricostruzione del viadotto Morandi e il rilancio dell'economia del capoluogo ligure.

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Ricostruzione del Morandi e condoni post sisma nel Dl Genova delle polemiche

Governo: sì a Odg opposizione
L’ostruzionismo dem non ha impedito la bocciatura a tutti gli emendamenti all'articolo 25: oltre agli emendamenti soppressivi sono stati respinti quelli che limitavano l'effetto della sanatoria. A fine pomeriggio, dopo lo stallo dei lavori registrato nel corso della giornata, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vito Crimi, ha annunciato all'Assemblea l'intenzione del Governo di accogliere la quasi totalità degli ordini del giorno dell'opposizione al testo. La scelta del Governo potrebbe velocizzare i lavori, e portare al via libera dell’Aula nel corso della notte. Finito l'esame degli emendamenti accantonati, si è passati all'esame dei circa 100 ordini del giorno presentati.

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Pd contro il M5S: via condono e non faremo opposizione
«Non siamo contro il decreto, ma contro lo scandalo di un condono edilizio a Ischia, nel collegio del ministro Di Maio», ha spiegato nel corso del dibattito in Aula il dem Ettore Rosato, garantendo tempi rapidi per l'esame del dl solo in cambio del via libera della maggioranza a un emendamento sospensivo sulle norme per il condono a Ischia (ribattezzato “Di Maio” dai dem). A stretto giro è arrivata la replica di Francesco D'Uva, capogruppo M5S: «Noi non pretendiamo che il dl possa piacere alle opposizioni ma diciamo che qui sono state dette cose non vere. Parlare di condono a Ischia non è corretto, non è corretto che sui fanghi aumentiamo l'inquinamento. Il decreto c'è, è atteso e il M5S non vuole più perdere tempo e lo vuole approvare. Perdere tempo non serve a nessuno».

Battaglia anche sui fanghi da depurazione
Nel susseguirsi degli interventi le contestazioni e le scaramucce verbali tra i deputati dei due partiti si sono concentrate anche sulle regole per lo sversamento dei fanghi da depurazione nei campi agricoli. In particolare la battaglia ha riguardato le “Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione”, sul limite da non superare nei fanghi utilizzati in agricoltura quando siano presenti elementi come gli idrocarburi policiclici aromatici, e sostanze come il Toluene, il Selenio e il Berillio, l’Arsenico e il Cromo totale. Anche in questo caso, il Pd chiedeva l’eliminazione dell’articolo come condizione per far cessare l’ostruzionismo.

Salvini: preoccupato che a Ischia si sani «la qualunque»
La battaglia parlamentare Pd-M5S sul decreto “Genova” non ha toccato direttamente la Lega, il cui leader Matteo Salvini non ha nascosto però l'imbarazzo sul fronte condono. «La preoccupazione per Ischia è che si sani la qualunque», ha ribadito Salvini in mattinata a margine dell'assemblea di Confitarma, rispondendo ad una domanda sul Dl. «Il principio che vale per Ischia – ha spiegato - ma anche per le Marche e per chiunque altro, è che le prime case possono essere sanate e sostenute. Ma la preoccupazione è che a Ischia si sani la qualunque. A me interessa portare a casa Genova e non vorrei - ha concluso - che ci fossero altri motivi che tengono il decreto in ostaggio».

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