Resta alta l’attenzione sul dossier Alta velocità Torino-Lione. Con uno scambio di battute, a distanza, anche fra il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro al Tesoro Giovanni Tria. Di Maio è tornato a parlarne a Torino, in occasione di un incontro in Regione sulla crisi industriale dell’azienda piemontese Comital, per ribadire che il Movimento non è contrario all’Alta velocità a prescindere.
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«Il tema – ha ribadito Di Maio – è la Torino-Lione, che è un’opera che si fa per spendere soldi. Si devono spendere i soldi per fare le opere e non invece fare le opere per spendere i soldi». Sulle proteste da parte delle categorie produttive, poi, il vicepremier ha parlato di un malinteso.
«Si pensa che si vogliano togliere soldi alla città di Torino e al Piemonte. Questo è sbagliato, vogliamo recuperare soldi
per reinvestirli dove serve» ha ribadito Di Maio parlando ad esempio della seconda linea metropolitana per la città, o del
rilancio delle infrastrutture. Da Roma, tuttavia, il ministro del Tesoro Tria ha fatto notare che «allo stato attuale risulta
prematura approntare qualsiasi quantificazione sull’impatto che lo stop della Tav avrebbe sulla crescita economica e sul rischio
di perdita dei fondi europei». Il suo dicastero, ha aggiunto, «non ha informazioni sulla conclusione dell’analisi costi-benefici».
A stretto giro è arrivata la dichiarazione di Fabio Ravanelli, presidente degli industriali piemontesi: «Dietro la protesta delle imprese e delle categorie produttive piemontesi e torinesi contro la volontà di bloccare i lavori
della Torino-Lione non c’è nessun malinteso ma una sincera preoccupazione per il futuro del nostro territorio» ha sottolineato in una nota.
«Consideriamo la Torino–Lione un’opera strategica – ha spiegato Ravanelli – per la sua capacità di supportare con una nuova mobilità gli scambi sulla direttrice est-ovest, che solo con la Francia valgono 70 miliardi di euro all’anno ed oggi vengono realizzati al 90% su gomma».
E torna sul tema sviluppo e infrastrutture anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, durante l’assemblea di Confitarma: «Auspichiamo che sulla Tav prevalga sempre più il buon senso e sempre meno l’ideologia» ha sottolineato Boccia. «Se i nostri padri e i nostri nonni avessero fatto le analisi di impatto sulle autostrade, forse non le avrebbero fatte e il nostro Paese non sarebbe diventato un grande Paese industriale» ha aggiunto.
Prima dell’inizio dei lavori dell’assemblea il presidente Boccia e il vicepremier Matteo Salvini, in visita di cortesia, hanno avuto un incontro riservato, a margine dei lavori dell’assemblea, a cui ha partecipato anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
Due presenze, ha ribadito Boccia, che possono indicare opportunità e spazi per un «prova tecnica di dialogo. Ammesso che il Governo lo voglia, nell’interesse del Paese» ha aggiunto Boccia. «Siamo ad un bivio nel rapporto con il Governo e ad un bivio nelle scelte per il Paese» ha avvertito il presidente degli industriali. Boccia ha ricordato le «divergenze sostanziali e nel merito» con il Governo, a partire dalla manovra, ma ha ribadito l’apprezzamento per la presenza del ministro Toninelli all’assemblea.
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