Accordo in vista tra Tim e Open Fiber sulla fibra ottica. Le due società, a quanto risulta al Sole 24 Ore, hanno concordato un patto di riservatezza (“non disclosure agreement”) funzionale a firmare un accordo commerciale sull’affitto di capacità in fibra ottica da parte di Open Fiber (controllata da Cassa depositi e prestiti ed Enel) a Tim.
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Le bande su cui si lavora
Il contratto al quale si lavora riguarda le cosiddette aree C e D del piano banda ultralarga, ovvero quelle a fallimento di
mercato in cui Open Fiber è concessionario dello Stato in virtù dell’aggiudicazione delle gare indette dalla società pubblica
Infratel. Tim utilizzerebbe l’infrastruttura di Open Fiber per accelerare la migrazione, nelle aree interessate, dei propri
clienti dal rame alla fibra ottica. L’intesa commerciale tra le due società rappresenta una tregua ed una svolta dopo l’antagonismo
culminato con il piano Cassiopea dell’ex ad di Tim Flavio Cattaneo, oggetto tra l’altro di un’istruttoria Antitrust e di
polemiche con l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.
Primo passo verso una rete unica
Secondo alcune fonti esterne alle due società, l’accordo potrebbe essere il primo passo verso ragionamenti più strutturati
che riguardano la rete unica e lo sviluppo della banda ultralarga in Italia. Proprio in queste settimane l’attenzione del
governo è altissima. Di recente il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha preannunciato che i temi relativi alla
banda ultralarga e a Tim - finora passati in secondo piano rispetto a vicende come Ilva e Alitalia - sarebbero diventati caldi
proprio in questo periodo. Sullo sfondo ci sarebbe anche una soluzione societaria che conduca al progetto di una rete unica.
Proprio ieri ai sindacati - che hanno stigmatizzato l’«immobilismo» della politica di fronte alle prospettive di riassetto
della rete - è giunta la convocazione del ministero dello Sviluppo per un confronto sulle telecomunicazioni che si svolgerà
il 22 novembre.
Al lavoro sulla rivisitazione del Piano banda ultralarga
Tra l’altro il governo è alle prese con la rivisitazione del Piano banda ultralarga, che partito nel 2015 con una dotazione
di oltre 5 miliardi ha proceduto finora ha molto rilento. Ci sono quasi 2,5 miliardi ancora da mobilitare, in parte - per
1,3 miliardi - paralizzati da un difficile negoziato con la Commissione europea sulle misure di incentivo alla domanda nelle
cosiddette “aree grigie”.
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