Le stime della Svimez svelano il rischio di un beneficio temporaneo, per certi versi effimero, che la manovra finanziaria del governo potrà trasmettere al Mezzogiorno. Il contributo sul Pil sarà quasi integralmente derivante dal reddito di cittadinanza e dal conseguente aumento dei consumi, destinato però a restare contingente se al sussidio non si accompagnerà una rapidissima creazione di occupazione stabile, missione affidata al difficile efficientemento dei centri per l’impiego.
L’impatto della legge di bilancio
La legge di bilancio produrrà nel 2019 un impatto positivo sul Pil dello 0,29 per cento nel Mezzogiorno e dello 0,19 al Centro-Nord.
Nel 2020 l’impatto sarà rispettivamente dello 0,41 e dello 0,24. Divaricazione in buona parte riconducibile al reddito di
cittadinanza che - pur notevolmente ridotto nelle stime Svimez rispetto all’entità prefigurata dal governo - andrà per il
63 per cento al Sud. Il problema è che la manovra non ha invece impatti significativi sugli investimenti, il cui moltiplicatore
ai fini della crescita è sensibilmente maggiore rispetto a quello dei consumi.
Il rischio crescita debole
L’incremento dei consumi attraverso le prestazioni sociali, in altre parole, non consentirà comunque di uscire dal labirinto
di una crescita debole, inchiodata nel Mezzogiorno all’1 per cento nel 2019 e allo 0,9 nel 2020. Le misure della manovra non
riusciranno a evitare l’arretramento degli investimenti, che nel complesso vedranno una crescita in calo dal 3,8 per cento
del 2018 all’1,6 del 2020.
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