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Il bilancio dell’Eurozona raccoglie consensi (ma l’Olanda dice no)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La proposta franco-tedesca di un bilancio della zona euro ha suscitato qui a Bruxelles il consenso di numerosi ministri delle Finanze in una riunione tutta dedicata al progetto di riforma dell'unione monetaria che i capi di Stato e di governo dell'Unione dovrebbero fare proprio nel summit di metà dicembre. Molti dei temi provocano nervosismo in Italia, tanto più durante un braccio di ferro sulla Finanziaria 2019 che potrebbe scaturire in una procedura per debito eccessivo.

In una conferenza stampa alla fine della riunione, il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno ha parlato di «buon progresso» nelle discussioni, che hanno riguardato nello specifico il completamento dell'unione bancaria, la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità (ESM), e l'idea di un bilancio della zona euro che dovrebbe avere compiti di stabilizzazione finanziaria così come di promozione della Ricerca & Sviluppo.

Sul fronte creditizio, la speranza dei ministri è di chiudere rapidamente il negoziato con il Parlamento su un pacchetto di nuovi requisiti finanziari che dovrebbe contribuire alla riduzione dei rischi nei bilanci bancari. In ultima analisi, l'obiettivo è di permettere la nascita di una assicurazione in solido dei depositi, anche se il tema è per ora congelato. Passi avanti sono stati compiuti anche nel mettere a punto una migliore cooperazione tra l'ESM e la Commissione europea nella gestione delle crisi finanziarie.

Il presidente Centeno ha sottolineato che la proposta franco-tedesca di un bilancio della zona euro è stata «accolta positivamente», anche se «molto lavoro rimane da fare». L'idea prevede che l'uso del denaro di questo fondo sarebbe condizionato al rispetto delle regole di bilancio. All'Italia questo aspetto non piace, ma ieri il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha parlato positivamente della proposta: il paese ha «interesse che questo percorso si avvii» (mentre il vice premier Matteo Salvini è stato critico dell'idea).

Per ora, su questo preciso aspetto, a complicare il negoziato è soprattutto l'Olanda. L'Aja non è convinta della necessità di un nuovo strumento finanziario. Addirittura, nello stesso accordo di coalizione dell‘attuale governo è precisato che l'esecutivo è contrario a questa ipotesi. Pur di difendere il loro progetto, i ministri delle Finanze francese e tedesco Bruno Le Maire e Olaf Scholz hanno tenuto ieri una conferenza stampa congiunta. «È stato un Eurogruppo dallo spirito cooperativo e pragmatico», ha commentato il ministro Scholz, notando come il 90-95% del lavoro sulla riforma della zona euro sia ormai completato.
Dal canto suo, il ministro Le Maire ha parlato di «enorme svolta politica», notando che finora la Germania si era opposta all'idea di un bilancio della zona euro per paura che possa indurre i paesi più indebitati a non fare sforzi sufficienti per risanare le loro finanze pubbliche. Parigi ha una gran voglia di cavalcare questa proposta, sperando che Berlino non cambi idea. Ieri, gli stessi esperti economici del partito democristiano (CDU) della cancelliera Angela Merkel hanno criticato l'idea.

Tra gli argomenti sul tavolo dell'Eurogruppo anche quello di eventuali meccanismi di ristrutturazione dei debiti nazionali in crisi. Il presidente Centeno ha precisato che non vi è alcun sostegno all'idea di «approcci automatici o meccanici». In questo contesto, i ministri hanno però discusso di modificare clausole introdotte nel 2013, in modo da semplificare ulteriormente le azioni collettive in giudizio al momento di una ristrutturazione delle obbligazioni pubbliche.
Spiegava ieri sera un responsabile comunitario: «Sembra emergere un crescente consenso per una modifica di queste clausole, purché non ci sia alcun automatismo nella ristrutturazione debitoria (…) L'Italia è stata l'unico paese a essere molto negativo su questa proposta». Paesi in precedenza critici si sono detti pronti ad accettarla nel quadro di un più ampio compromesso. I ministri torneranno a discutere della riforma della zona euro il 3 dicembre, per finalizzare una tabella di marcia che i capi di stato e di governo devono approvare a metà dicembre.

«Non vedo pregiudizi anti-italiani ma sulle politiche economiche vedo posizioni di altri Paesi molto rigide», però «bisogna considerare che è un periodo elettorale per tutti i Paesi e molti di loro hanno difficoltà politiche interne molto forti mentre in fondo il Governo italiano ha un largo consenso”: lo ha detto il ministro dell'economia Giovanni Tria al termine dell'Eurogruppo.

L'Italia, ha detto Tria. è contraria a cambiare il sistema delle attuali clausole di azione collettiva incorporate nei titoli sovrani emessi dagli Stati. «Non c'è bisogno di cambiare sistema introdotto peraltro non del tutto sperimentato: quando si accavallano regole non è un buon segnale per i mercati, non vediamo la necessità di cambiare perché ciò non porterebbe benefici superiori ai costi». Sul tavolo c'è l'idea di abolire il quorum per l'accettazione di una ristrutturazione del debito sovrano da parte di una maggioranza qualificata di creditori, coinvolgendo obbligatoriamente la totalità dei titoli in circolazione. Una soluzione che penalizzerebbe i Paesi ad alto debito come l'Italia facendo aumentare con ogni probabilità i premi di rischio sui titoli emessi. Anche il governo precedente era contrario a tale impostazione.

«Non c'è sostegno da parte degli Stati per un approccio automatico o meccanico alla ristrutturazione del debito sovrano» negli Stati Eurozona. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno a conclusione della riunione dei ministri finanziari dedicata alla riforma dell'unione monetaria.

Centeno ha spiegato che i ministri dell'Eurogruppo «hanno discusso sul modo di rendere le ristrutturazioni dei debiti (sovrani) più efficienti se mai dovesse esserci la necessità di avere una ristrutturazione del debito». Si è discusso del cambiamento della clausola di azione collettiva (single limb) che, ha indicato Centeno, «ridurrebbe il rischio che i creditori rifiutino di assumere una perdita». E si è discusso del ruolo dell'Esm, il fondo salva-Stati, come «facilitatore del dialogo con i creditori privati, ciò si farebbe in linea con le pratiche del Fondo monetario internazionale». Entrambe le idee “hanno riscosso un largo sostegno tra i ministri”, ha detto Centeno.

Quanto al tema del bilancio Eurozona, per Centeno il documento franco-tedesco costituisce “un contributo” alla discussione, «è un importante aggiunta al confronto avviato sulla base della proposta della Commissione: è certamente necessario una ulteriore discussione per definire gli strumenti per uno strumento per competitività, convergenza economica e stabilizzazione e la sua articolazione con il bilancio Ue». Sul bilancio dell’Eurozona persistono divergenze tra i ministri da parte soprattutto del “fronte del Nord”. La Germania vuole accelerare sulla base del documento redatto con la Francia, in cui viene indicato espressamente «che gli Stati membri e i programmi potrebbero ricevere il sostegno del bilancio Eurozona solo se perseguono politiche in accordo con i loro obblighi nel quadro del coordinamento europeo inclusi gli obblighi che derivano dalle regole di bilancio». Un messaggio chiaro all'Italia.

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