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Pace fiscale, sconti più alti per le liti e niente proroga per…

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il voto al senato

Pace fiscale, sconti più alti per le liti e niente proroga per l’e-fattura

Il Governo rivede al rialzo gli sconti per chi vuole chiudere il contenzioso con il Fisco ma, nonostante il pressing delle ultime ore, i costi impediscono una proroga del debutto della fattura elettronica tra privati: una misura da cui è atteso un recupero di gettito di 1,97 miliardi. Però, in attesa di definire come risolvere i problemi di privacy sollevati venerdì scorso dal garante, punta a esentare dall’obbligo di e-fattura farmacisti e medici. Stop, invece, per motivi di gettito (il costo del condono sarebbe stato di 1,8 miliardi) a un’estensione delle sanatorie agli omessi versamenti, mentre si procederà con la definizione agevolata degli errori formali che, come anticipato su Il Sole 24 Ore di sabato scorso, consentirà all'Erario di incassare poco più di un miliardo in due anni.

Le liti pendenti
Sanatoria delle liti pendenti con più appeal. Con la riformulazione di alcuni emendamenti presentati in commissione Finanze del Senato al decreto fiscale Governo e maggioranza alzano gli sconti per chi aderisce alla chiusura dei contenziosi con il Fisco. Per chi vince in primo grado la lite sarà cancellata versando il 40% (la norma ora prevede il 50%) del valore della lite, senza sanzioni e interessi, in unica soluzione o rateizzando l’importo fino a 5 anni: lo sconto quindi sale al 60 per cento. Chi invece vince in secondo grado e attende la Cassazione dovrà versare il 15% e non più il 20% come prevede ora il decreto fiscale.

Maxi-sconto
Non solo. In caso di doppia vittoria, tecnicamente doppia conforme, il contribuente beneficerà del maxi-sconto del 95% versando solo il 5% dell’atto impugnato. Inoltre anche chi è in attesa di giudizio potrà valutare di rinunciare a monte al contenzioso pagando il 90% di quanto richiesto e beneficiando quindi dio un nuovo sconto del 10% senza pagare sanzioni e interessi.


Tassa sugli ombrelloni
Il Governo è inoltre pronto a dare il benestare a un emendamento al decreto fiscale con cui viene cancellata la cosiddetta tassa sugli ombrelloni. Come annunciato giovedì scorso da fonti di Palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza sulle modifiche da apportare al decreto fiscale all’esame del Senato, punta a cancellare ogni pretesa dell’agenzia delle Entrate sulla possibilità di chiedere ai gestori degli stabilimenti balneari la revisione delle rendite catastali considerando anche la potenzialità ricettiva in virtù degli ombrelloni (circa 10mq a ombrellone). Con il conseguente obbligo di pagamento dell’Imu per l’anno 2017 su una rendita più elevata. Cosa già avvenuta in provincia di Rimini.

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