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Ddl anticorruzione: via libera dalla Camera, passa al Senato

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OK DEFINITIVO ATTESO ENTRO DICEMBRE

Ddl anticorruzione: via libera dalla Camera, passa al Senato

L’Aula della Camera ha dato il via libera al Ddl anticorruzione con 288 voti favorevoli e 143 contrari (12 gli astenuti). Il disegno di legge con le misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e per la trasparenza dei partiti e movimenti politici è stato integrato, in prima lettura, con la riforma dei tempi della sospensione della prescrizione. Tra le misure previste dal testo il “Daspo” per i corrotti e l’utilizzo di agente “sotto copertura” nelle indagini. Nel provvedimento rientra anche la riforma della prescrizione - con lo stop dopo il primo grado in vigore dal 2020 - introdotta con un emendamento M5S dopo un braccio di ferro tra i vicepremier Di Maio e Salvini. In arrivo anche l’obbligo di pubblicazione delle donazioni ai partiti superiori ai 500 euro e dei cv e certificati penali dei candidati alle elezioni.

GUARDA IL VIDEO: Tutti i contenuti del Disegno di legge anticorruzione

Il provvedimento passa ora all’esame Senato dove, è stato preannunciato, verrà corretta la norma relativa al peculato ripristinando così il testo licenziato dalle Commissioni (dovrebbe pertanto risultare neutralizzata la modifica apportata con un voto segreto dall’Assemblea di Montecitorio). Il via libera definitivo in terza lettura, come annunciato ieri dal premier Giuseppe Conte, è atteso entro la fine dell’anno.

Al momento della votazione finale al banco dei ministri c’erano il vicepremier Luigi Di Maio e i ministri Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Paolo Savona, che non hanno esultato. Il M5S è esploso in un applauso liberatore. Immobili, invece, i deputati della Lega. Sono «soddisfatto e orgoglioso» del voto della Camera, ha dichiarato il ministro della Giustizia Bonafede, sottolineando che si va «avanti con la determinazione che richiede un provvedimento così importante», «la maggioranza è stata chiara nell’assicurare l’approvazione entro dicembre».

LE NOVITA’
Daspo per corrotti, si allarga la platea di reati

L’inasprimento delle sanzioni per i corrotti arriva fino al “Daspo”, ovvero l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dagli appalti pubblici, misura ispirata al divieto di ingresso allo stadio per i tifosi violenti. Il Daspo contro corrotti e corruttori esclude per sempre i condannati sopra ai 2 anni da appalti e contratti con la Pa. E si allarga la platea di reati per i quali è prevista la pena accessoria dell’interdizione perpetua: a peculato, concussione, corruzione propria e corruzione in atti giudiziari, si aggiungono corruzione impropria e propria aggravata, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, corruzione attiva. E ancora, istigazione alla corruzione; reati di corruzione nelle sue diverse forme commessi da membri della Corte penale internazionale, da organi e funzionari dell’Unione europea o di Stati esteri.

Cause di non punibilità
Secondo quanto previsto dal ddl, non è punibile chi commette reati di corruzione se li denuncia volontariamente, se fornisce indicazioni utiliper assicurare la prova del reato e individuare gli altri responsabili, a patto che confessi prima che il suo nome sia iscritto nel registro degli indagati, e, comunque, entro 4 mesi dal fatto. Da questa norma è escluso il traffico di influenze illecite per evitare che sindaci e amministratori locali possano essere oggetto di “delazioni”.

Corruzione, stretta del Governo: in arrivo agenti infiltrati e Daspo perpetuo ai corrotti

Agenti “infiltrati”
Tra le novità principali previste dal testo - che raccoglie alcune raccomandazioni provenienti dall’Ocse e dal Gruppo di Stati contro la corruzione (il “Gruppo Greco”) - c’è anche il ricorso ad agenti “sotto copertura” nelle indagini. Si esclude la punibilità per gli ufficiali di polizia giudiziaria che, al solo fine di acquisire elementi di prova, abbiano condotte che costituirebbero reato.

On line donazioni ai partiti sopra i 500 euro, stop alle coop
Un nuovo emendamento presentato in Aula alla Camera dai relatori del testo, Francesca Businarolo e Francesco Forciniti, prevede poi che dovranno essere pubblicati su Internet i contributi a partiti o movimenti superiori ai 500 euro annui. Gli obblighi sulla pubblicità dei contributi, sulla rendicontazione e la trasparenza varranno anche per «fondazioni, associazioni e comitati collegati a un partito o movimento politico». Le cooperative sociali non potranno finanziare i partiti politici in qualsiasi forma.

GUARDA IL VIDEO: Bonafede: trovato l'accordo, prescrizione nel ddl anticorruzione

On line cv penale candidati
Tra le novità anche la pubblicazione on line del curriculum e del certificato penale dei candidati. Il cv andrà messo on line entro il 14esimo giorno prima delle elezioni, mentre il certificato penale andrà pubblicato non oltre i 90 giorni.

Il nuovo peculato
L'emendamento dell'ex M5S Catello Vitiello, passato a voto segreto, inserisce nel codice una nuova fattispecie di abuso d'ufficio nel quale dovrebbero rientrare casi di peculato, ossia l'appropriazione o l'utilizzo di beni della Pa. Come accennato, la maggioranza è già d’accordo sulla cancellazione di questa norma in seconda lettura al Senato.

«Da M5s no passi indietro sulla legalità»
Ma il primo ok al ddl «è solo l’inizio - scrivono in una nota Giulia Sarti e Giuseppe Brescia, presidenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali di Montecitorio - perché il provvedimento dovrà essere corretto al Senato sull’allargamento dei casi di abuso di ufficio che noi vogliamo restino riconducibili al peculato, come da prassi della nostra giurisprudenza».

Confisca anche con prescrizione dopo primo grado
«Sui temi della legalità e della trasparenza non arriveranno passi indietro da M5S», assicurano i due presidenti, illustrando le norme contenute nel testo, misure «più efficaci di quelle attuali» nel contrastare la corruzione: «Dall’agente sotto copertura per i reati contro la Pubblica amministrazione, al rafforzamento delle pene accessorie, dalla possibilità di applicare la confisca anche in caso di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, ai meccanismi di trasparenza per i finanziamenti ai partiti, alle fondazioni ad essi collegati e alle associazioni, cruciale snodo per prevenire la corruzione, alla norma che interrompe la prescrizione dopo il primo grado di giudizio».


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