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Dl sicurezza, sì della Camera alla fiducia

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mercoledì il via libera

Dl sicurezza, sì della Camera alla fiducia

L'Aula della Camera conferma la fiducia al governo sul decreto legge sicurezza con 336 voti a favore e 249 contrari. L'assemblea è passata ora a esaminare i circa 140 ordini del giorno al testo, in gran parte presentati da Pd e Leu, e secondo le previsioni il via libera definitivo al provvedimento dovrebbe arrivare se non stasera al massimo entro domani.

Dalla stretta sui permessi al Daspo urbano
Il cosiddetto decreto sicurezza voluto e sostenuto con forza da Matteo Salvini modifica le norme che regolano la presenza dei migranti nel Paese abrogando così il permesso di soggiorno per motivi umanitari (restano tuttavia alcuni permessi speciali per vittime di violenza o di grave sfruttamento, condizioni di salute di eccezionale gravità, situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine). Viene peraltro previsto il permesso di soggiorno per atti di particolare valore civile. Il provvedimento aumenta quindi il numero dei reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego e la revoca della protezione internazionale. Sul versante della sicurezza pubblica si rafforzano i relativi dispositivi, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo e al contrasto delle infiltrazioni criminali negli appalti pubblici. Esteso ancora l'ambito applicativo del cosiddetto “Daspo urbano” agli ospedali e alle aree destinate a fiere, mercati e spettacoli pubblici. Blocchi stradali e ferroviari verranno inoltre puniti a titolo di illecito penale.

Salvini: più poteri a sindaci e sicurezza stadi
Col decreto sicurezza arrivano «più poteri ai sindaci, alcuni interventi su temi affrontati come la stretta contro i parcheggiatori abusivi, agli occupanti abusivi di case e palazzi e ho chiesto alle prefetture di realizzare un cronoprogramma, più soldi per gli straordinari delle forze dell'ordine, mentre i 100 milioni per le assunzioni saranno nella manovra» registra in conferenza stampa a Montecitorio il ministro dell'Interno Matteo Salvini. «Si parla anche di sport: nel decreto si prevede che le società di calcio pagheranno i circa 30 milioni di euro che costano le forze dell'ordine agli stadi, è quanto spendono per uno o due giocatori ogni anno».

«Questa è una rivoluzione ed è quello che ci ha chiesto la gente con il voto del 4 marzo. La Lega voterà con rabbia e orgoglio questo provvedimento grazie al quale la nostra terra tornerà ad essere casa nostra e non terra di nessuno», aveva detto nell'Aula della Camera il capogruppo del Carroccio Riccardo Molinari annunciando il voto «convinto a favore» della fiducia posta dal governo sul decreto. «Trovo coerente il voto positivo a questo decreto dopo i miglioramenti apportati nell'esame parlamentare. Per questo votiamo convintamente e con senso di responsabilità la fiducia al governo del cambiamento: un governo che davvero difende gli interessi degli italiani». Così invece Federica Dieni a nome dei Cinque Stelle. «Molte di queste misure sono necessarie e solo il Pd può associarle ad un attacco alla democrazia. Ci aiuta a avere più risposte contro la criminalità che crea disagio ed allarme sociale. Noi del M5S agiamo nell'esclusivo interesse del cittadini».

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Fiano (Pd): governo calpesta i diritti
Naturalmente non sono mancate critiche da parte dell’opposione ancora a ridosso del voto. Per Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd della Camera, «oggi il governo chiede la quarta fiducia al Parlamento in assenza di qualsiasi motivo logico, senza l'ostruzionismo delle opposizioni, in un Aula dove ha 352 deputati su 630. Certo, al primo voto segreto, questa granitica maggioranza si è sfaldata. Ma quando una maggioranza di 73 deputati viene battuta è perché c'è un accordo tra le forze di governo: meglio concedere un salvadeputati della Lega oggi, che perdere la possibilità di una prescrizione zero domani; meglio concedere un condono edilizio oggi che perdere un condono fiscale domani. Anche se stai approvando un salvapeculato per chi viene condannato in appello a restituire 49 milioni rubati ai cittadini italiani. Meglio essere giustizialisti quando capita ai padri degli altri che ai propri, vero presidente Di Maio?».

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Movimenti in piazza, no al razzismo Lega-M5S
«Quando l’ingiustizia diventa legge, disobbedire è un dovere» si leggeva su uno degli striscioni al corteo dei movimenti tornati in piazza a Roma per manifestare contro il decreto sicurezza. «L'umanità non si arresta», hanno gridato i manifestanti che, da piazza San Silvestro, si sono portati davanti a Montecitorio. Da lì lanciate in cielo anche alcune lanterne di carta a forma di cuore. «I nostri cuori infiammati si alzano dalla piazza e volano verso Montecitorio - dicono alcuni dei messaggi postati sui social network -. La nostra disobbedienza al dl sicurezza ci scalderà i cuori oggi e sempre».

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