La trattativa con l’Europa sul rapporto tra deficit e Pil previsto dall’esecutivo giallo verde per l’anno prossimo al 2,4%, con Bruxelles che preme perché alla fine si scenda al 2, si ripercuote, come era prevedibile, sui contenuti della manovra, il Ddl bilancio. Una conseguenza che nasce dal fatto che per ridurre l’asticella occorre individuare delle risorse aggiuntive. Nel pacchetto degli emendamenti, ovvero tra le proposte di modifica presentate da governo e relatori in Commissione bilancio della Camera, dove il provvedimento è in fase di esame, non “sono pervenute” le misure che costituiscono il nocciolo duro della legge di Bilancio targata M5s-Lega: reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero in materia pensionistica, sulla base del meccanismo di “quota 100”.
Servono sette miliardi
Il fatto che il quadro su reddito e quota 100 non sia stato toccato dalle proposte di modifica nel passaggio in Commissione
fa pensare che le risorse in più possano o debbano essere reperite tra quelle preventivate per la copertura delle due riforme
(sette miliardi per il superamento della Fornero e nove per il reddito), nel complesso 16 miliardi. Per evitare la procedura
di infrazione, bisogna garantire un taglio di circa 7 miliardi, lo 0,4% del Pil.
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Quanto poi al taglio delle pensioni più elevate, quelle cosiddette “d’oro”, anch’esse assenti dal pacchetto degli emendamenti, la partita si potrebbe aprire nel passaggio del testo a Montecitorio o, come invece dovrebbe accadere anche per reddito e quota 100, nel passaggio al Senato. Gli emendamenti proposti da governo e relatori sono quelli che hanno una maggiore possibilità di superare l’esame dell’Aula.
Reddito di cittadinanza: via alle assunzioni per i Centri per l’impiego
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza - il testo del disegno di legge prevede allo stato attuale le risorse per coprire
la misura (nove miliardi di euro, più uno per rafforzare i centri per l’impiego), mentre tutto il resto è ancora da definire
- l’unico elemento che è rientrato nelle proposte di modifica depositate in Commissione è stato quello per rafforzare l’organico
dei Centri per l’impiego. È la prima tessera del complesso mosaico del nuovo strumento, cavallo di battaglia dei pentastellati.
Con uno degli emendamenti alla manovra dei relatori Raphael Raduzzi (M5S) e Silvana Comaroli (Lega) le Regioni vengono autorizzate
ad operare fino a 4mila assunzioni da destinare ai Centri per l’impiego. Il costo dell’operazione è di 120 milioni di euro
per il 2019 e 160 milioni di euro l’anno dal 2020.
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Il pacchetto pensioni con quota 100 in versione ponte slitta al Senato
Nulla invece, tra i 54 ritocchi suggeriti da governo e relatori, compare sull’altro grande nodo: quota 100 per le pensioni.
Il pacchetto pensioni, così come le soluzioni per il reddito di cittadinanza, sarà introdotto solo nel passaggio del disegno
di legge di bilancio al Senato, in seconda lettura, sulla base di un emendamento al testo. Il pacchetto poggia su “quota 100” in versione ponte per i prossimi tre anni in vista dell’introduzione, dal 2022-23, di quota 41 per tutti. Le misure definitive prevedono anche una proroga di “opzione
donna” per un anno (e non più tre), così come per l’Ape sociale, con l'impegno di un eventuale rinnovo con la prossima legge
di Bilancio.
Confermato invece in via strutturale il non adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per l'uscita anticipata con 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Dall’anno prossimo scattano solo i 67 anni per la vecchiaia, requisito destinato a rimanere tale fino al 2023 se saranno confermate le attuali stime Istat sulla speranza di vita, che nel prossimo triennio prevedono un'inversione di tendenza e quindi un calo e non più un aumento della aspettativa di vita.
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Taglio pensioni d’oro: non c’è accordo tra Lega e M5s
Un altro tema “caldo”, che non è rientrato nel pacchetto di modifiche depositato in Commissione ma che non è escluso torni
sul tavolo nel passaggio del testo a Montecitorio è quello del taglio delle cosiddette “pensioni d’oro”. Il tema potrebbe
essere oggetto di confronto nel vertice di maggioranza sulla manovra, che potrebbe tenersi in giornata. Non c’è ancora un
accordo tra lega e M5s, i due azionisti di maggioranza dell’esecutivo Conte. Fonti di Palazzo Chigi hanno chiarito che l’emendamento
in manovra «ci sarà». Interpellate al riguardo, le stesse fonti hanno precisato che si sta valutando se inserire la norma
già nel passaggio alla Camera della manovra. In caso contrario, la misura - è l’indicazione fornita - arriverà «sicuramente»
nel passaggio al Senato. La soluzione allo stato attuale prevede cinque distinte aliquote per cinque anni: da un minimo del 10% per gli assegni d’importo compreso tra i 90mila e i 130mila
euro lordi annui a un massimo del 20% sopra i 500mila euro.
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Il taglio delle tariffe Inail per le imprese
Un’altra misura che non è rientrata nel pacchetto ma che dovrebbe rientrare nel passaggio al palazzo Madama riguarda le imprese.
Il tema, in materia di riduzione del cuneo fiscale, è il taglio delle tariffe Inail voluto dalla Lega. La limatura dovrebbe
essere del 30% delle tariffe. Sarà una riduzione strutturale da 600 milioni del cuneo fiscale, e sarà accompagnata anche a
una rimodulazione di tutti i premi . Anche in questo caso, la novità dovrebbe essere introdotta nel passaggio al Senato.
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