Dopo l’incontro politico tra il premier Conte e il presidente della Commissione Ue Juncker di mercoledì, giornata di negoziati, oggi a Bruxelles, per trovare un'intesa sul bilancio 2019 ed evitare la procedura per violazione della regola di riduzione del debito. A guidare il confronto a livello tecnico è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che dopo un faccia a faccia con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, si è confrontato a lungo con il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.
Poi è stata la volta di un round negoziale tra tecnici Ue di alto livello e funzionari del Tesoro (nel pomeriggio è arrivato da Roma anche il direttore generale Rivera). Tria, riferiscono fonti italiane, rimarrà a Bruxelles ad oltranza, fino a quando non sarà raggiunto un accordo. La data limite è comunque domenica sera, per permettere la presentazione degli emendamenti alla manovra in Senato e completare l'iter della legge di Bilancio.
I segnali della Commissione europea, dopo diverse ore di negoziato, sono cauti ma in ogni caso coincidono con quelli, positivi, del governo italiano, anche se l'accordo ancora non c'è. Stando a varie fonti il nodo è il deficit strutturale: per la Commissione occorre sia garantita una riduzione anche minima rispetto al 2018. Sarebbe questa la leva per convincere l'Eurogruppo che l'Italia rispetta le regole del patto di stabilità. Dal punto di vista italiano, la Commissione europea non avrebbe avanzato richieste insormontabili, a conferma che tutto si giocherà “all’ultimo miglio”.
Verso esame lampo al Senato
I progressi registrati nella trattativa sui conti tra Roma e Bruxelles si riflettono in tempo reale sui tempi della seconda
lettura parlamentare a palazzo Madama della manovra. Per questo, nonostante la mole di 4mila emendamenti, l'esame in commissione
Bilancio del Senato si preannuncia particolarmente veloce, due o tre giorni al massimo, spostando al passaggio in Aula le
modifiche “di peso” al fondo che stanzia le risorse per pensioni e reddito di cittadinanza, quelle che consentiranno di rivedere
i saldi alla luce dell'esito del negoziato con l’Ue . Secondo fonti di Governo del M5S, i due decreti che disciplineranno
in dettaglio reddito di cittadinanza e “quota 100” per le pensioni dovrebbero essere approvati, con ogni probabilità, in
un Consiglio dei ministri da convocare tra Natale e Capodanno.
Di Maio: si tratta, cambio decimali non sostanza
Sul fronte politico italiano, il giudizio sul confronto aperto tra il nostro Paese e l’Unione europea si conferma positivo.
A partire dal premier Conte, che arrivando all'Europa Building per il Consiglio Ue si è detto «soddisfatto della proposta
che ho lasciato sul tavolo della commissione Ue, lavoriamo nell'interesse degli italiani e riteniamo sia un'ottima proposta
anche nell'interesse degli europei». Su Facebook, anche il vicepremier Di Maio rassicura sull’esito della trattativa in corso:
«Cambiano i decimali, ma non
cambia la sostanza», e «le misure fondamentali della manovra restano tutte».
Salvini-Di Maio: fiducia a Conte, manterremo impegni
Continuiamo a sostenere con convinzione la nostra proposta - affermano in una nota congiunta i vicepresidenti del Consiglio
Luigi Di Maio e Matteo Salvini - Piena fiducia nel lavoro di Conte. Siamo persone di buon senso e soprattutto teniamo fede
a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinanza e quota 100 invariati. Manterremo tutti gli impegni
presi, dal lavoro alla sicurezza, dalla salute alle pensioni senza penalizzazioni, dai risarcimenti ai truffati delle banche
al sostegno alle imprese».
Timori Lega e M5S per impatto su misure “bandiera”
Dietro queste dichiarazioni ci sarebbero massima attenzione e anche secondo alcune indiscrezioni tensioni tra i due vicepremier
e Conte. Oggi allora si chiude con l'Europa, dopo la novità del calo del deficit al 2,04%? «Vediamo...», ha risposto il premier italiano dopo la cena di ieri sera con i due azionisti forti del governo gialloverde. La verità è che la scelta di Conte di offrire alla Commissione Ue l'abbassamento del deficit fino al 2,04%, preoccuperebbe parecchio i due partiti di governo, per il possibile impatto sulle misure «di bandiera»
della manovra: reddito di cittadinanza e “quota 100” sulle pensioni. Tant'è che i leader di M5s e Lega ora starebbero ragionando con il premier non solo sulla traduzione in atti concreti nella
manovra di numeri e cifre ma anche sulle modalità della presentazione di queste nuove misure.
La carta delle dismissioni immobiliari
Conte ha subito rassicurato, nelle dichiarazioni alla stampa, che ci sono i margini per ridurre lo stanziamento senza intaccare
i due interventi. Altre risorse, ha detto, verranno da dismissioni immobiliari. Ma a Roma speravano che l'asticella del deficit potesse fermarsi un po' più su, anche per non dare un segnale politico di
cedimento. Anche perchè passare dal 2,4 ad un quasi 2 comporta inevitabilmente una messa a punto di oltre 7 miliardi su una manovra complessiva di 36 miliardi di euro.
Cantiere aperto
Nel vertice di ieri sera a cena, presenti anche Giancarlo Giorgetti e Riccardo Fraccaro, si è discusso proprio di come mantenere
in concreto l'impegno preso da Conte e Tria senza impattare sulle misure (sembra vacillare, ad esempio, la promessa di fermare l'adattamento dell'età per le pensioni
all'aspettativa di vita). Le prossime ore, come sottolinea ancora Salvini, saranno ore di lavoro e trattativa, sia dentro
che fuori il governo: entro il weekend l'eventuale accordo dovrà tradursi in emendamenti in manovra. E, sebbene venga minimizzato
l'effetto che il taglio stimato da 3,5 miliardi avrà su pensioni e reddito, gli alleati di governo sottolineano che l'attenzione sarà massima.
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