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Editoria, Di Maio: nella manovra riduzione graduale del fondo in tre anni

Il vicepremier  Luigi Di Maio durante l' audizione in commissione Vigilanza Rai
Il vicepremier Luigi Di Maio durante l' audizione in commissione Vigilanza Rai

«Non vogliamo determinare la morte delle testate ma abbiamo un piano di decrescita del finanziamento pubblico nel triennio, dal 25, al 50 al 75 per cento». A questo provvederà uno specifico emendamento alla manovra in Senato finalizzato a «disintossicare le testate dai soldi pubblici e dalla politica per dare tempo di incrementare la raccolta pubblicitaria». Dice così il vicepremier Luigi Di Maio in audizione nella commissione di Vigilanza Rai, confermando la presentazione “a breve” della modifica nel quadro del pacchetto delle proposte dell’esecutivo. Non esclusa la possibilità che arrivi anche un emendamento relativo al riordino delle frequenze delle tv locali, per compensare la perdita delle frequenze delle reti nazionali nel quadro del passaggio a 5G (ma senza penalizzare, viene precisato, l'emissione delle emittenti territoriali).

Ma dinanzi a deputati e senatori è innanzitutto di Rai che si parla, azienda per la quale come tiene a precisare il leader pentastellato non c’è nel contratto di governo alcun cenno alla sua privatizzazione. «Penso che sia arrivato il momento per cambiare questo Paese e la Rai, che ne è una articolazione fondamentale» spiega il ministro dello Sviluppo economico. «Come ministero non ci tiriamo indietro di fronte alla sfida di modernizzare il servizio pubblico di qualità» anche in base ai «modelli stranieri più virtuosi». Sul nodo risorse «l'extragettito nato dal canone in bolletta è diventato strutturale» e deve consentire alla tivvù pubblica «di avere risorse per gli investimenti nelle nuove tecnologie, ma anche consentire di ragionare nell'ottica di abbassare un po' il canone negli anni».

Infine un accenno al limite economico per i contratti su cui ciclicamente si torna a discutere per Viale Mazzini. «C'è un caso Fazio in Rai», annota Di Maio, «e spero che si possa affrontare presto per quanto riguarda il tema della retribuzione e delle ingegnerie delle case di produzione. C'è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma speriamo che presto possa prevalere il buon senso sulle retribuzioni».

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