Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.9 ha colpito alle 3,18 del 26 dicembre a nord di Catania. Secondo i rilevamenti dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il sisma ha avuto ipocentro a solo 1 km di profondità ed epicentro vicino ai comuni di Viagrande e Trecastagni. Ne parliamo con Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale geologi.
A cosa è dovuta una scossa così forte?
«É dovuta all’attività vulcanica dell’Etna indubbiamente. Anche la prof0ndità a solo un km dalla superficie fa capire chiaramente
che si tratta di terremoti di origine vulcanica e non sismica».
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Terremoto Catania, Peduto: sisma vulcanico, dovuto all'attività dell'Etna
Alla vigilia di Natale infatti i sensori dell'Ingv di Catania avevano registrato uno sciame sismico di 130 scosse, la più
forte delle quali aveva già superato magnitudo 4. Quindi l'eruzione dell'Etna e lo sciame sismico del 24 dicembre hanno di
fatto anticipato le più forti scosse registrate il 26 dicembre. Quali sono adesso le vostre previsioni?
«Purtroppo su queste cose non è possibile fare delle previsioni. Come diciamo sempre noi è il motivo per cui è necessaria la prevenzione. Lo sciame sismico è in corso, come è in corso anche l’eruzione. E possiamo aspettarci che ci siano ancora delle scosse di una certa entità, avvertite dalla popolazione. Ovviamente l’auspicio di tutti noi è che lo sciame sismico vada rapidamente a regredire, ma non abbiamo nessuna certezza in merito».
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Il fatto che il sisma ha colpito a solo un chilometro di profondità ha contribuito ad amplificare l'effetto della scossa?
«Sicuramente sì, perché se vediamo i terremoti di origine sismica, tipo quelli dell’Italia centrale - dove avvengono in genere
a profondità tra i 10 e i 15 chilometri - nel fare questo percorso e raggiungere la supericie terrestre indubbiamente c’è
una dissipazione dell’energia sismica. Dissipazione ovviamente che non avviene quando la profondità è a solo un km di distanza
dalla superficie. È un po’ come avvenuto anche a Casamicciola, dove la magnitudo momento non è stata altissima, ma la breve
profondità ha fatto sì che l’amplificazione, e quindi il risentimento sul costruito, fosse di una certa entità».
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Quali sono stati i comuni più colpiti?
«Sono stati quelli del versante orientale, in provincia di Catania. Perché poi sono stati registrati dei terremoti anche sul
versante orientale, in provincia di Enna. Sono stati Zafferana Etnea e gli altri comuni della cintura dell’Etna».
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Cosa serve all’Italia?
«L'Italia si conferma ancora una volta un territorio particolarmente vulnerabile a tutti i georischi, in questo caso con un
combinato del rischio sismico e vulcanico, evidenziando ancora una volta che non bisogna abbassare la guardia e perseguire
una necessaria prevenzione anche attraverso pianificazioni a lungo termine».
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