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Ncc e Taxi, le ragioni della protesta a confronto

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IL DECRETO APPROVATO DAL CDM

Ncc e Taxi, le ragioni della protesta a confronto

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Nel mirino degli autisti di Ncc, che oggi sono scesi in piazza a Roma, è il decreto-legge recante «disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea», che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri nella notte tra sabato 22 e domenica 23. Il testo del decreto ricalca in gran parte quello inizialmente incluso nel maxiemendamento alla manovra, poi stralciato per problemi di coperture.

Norme che - sostengono i manifestanti - di fatto costituiscono un «favore ai tassisti»: determineranno una stretta all’attività dei Noleggiatori senza conducente, in barba al principio della concorrenza, della libertà di impresa tutelato dalla Costituzione e dai trattati Ue. A loro volta i tassisti accusano gli Ncc di essere riottosi a qualsiasi forma di regolamentazione. Denunciano il dilagante fenomeno dell’uso improprio e abusivo di vetture di noleggio.

Nel mirino il paletto delle prenotazioni nel foglio di servizio
Nel mirino degli Ncc c’è in particolare quella parte del decreto che prevede che i Noleggiatori senza conducente possano operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa ma solo a condizione di avere già nel «foglio di servizio» più prenotazioni oltre alla prima. Non piace nemmeno la decisione, anch’essa prevista dal Dl di congelare il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo «archivio informatico pubblico nazionale» per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi. Non basta a placare la protesta degli autisti la previsione contenuta nel provvedimento di una deroga per due anni per chi abbia contratti con società di altri territori, stipulati fino a «15 giorni» prima dell’entrata in vigore del decreto. Né il fatto che per le sanzioni si prevede una moratoria di 90 giorni sempre dall’entrata in vigore del provvedimento.

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Il sottosegretario Rixi: vogliono prorogare la soluzione attuale
In un’intervista a Il Messaggero Edoardo Rixi, sottosegretario ai Trasporti, ha difeso la scelta dell’esecutivo giallo verde. «Siamo venuti incontro alle richieste degli Ncc - ha spiegato -. Abbiamo accettato che possono lavorare in ambiti sovracomunali, che è possibile la gestione a livello informatico delle prenotazioni e che i contratti in essere possono essere prorogati per due anni proprio per evitare danni. Infine non ci saranno sanzioni per tre mesi ma poi gli Ncc che lavorano per singoli clienti (e non per contratti) devono rientrare in ambiti provinciali perché si suppone che non abbiano carichi economici pesanti, come ad esempio, un leasing». Alla domanda sul perché allora gli Ncc protestassero, il sottosegretario ha risposto: «Perché vorrebbero una ulteriore proroga della situazione attuale. Ma questa scelta sarebbe controproducente. Poi, ripeto, sono disponibile ad ascoltare e a inserire migliorie nel decreto».

La sigla: rinnovato obbligo di tornare al proprio garage dopo ogni servizio
«Il decreto - attacca Giorgio Silvano Dell’Artino, presidente di Azione Ncc, un’associazione delle aziende di servizio di trasporto pubblico con conducente - ha rinnovato l’obbligo per ogni Ncc di ritornare al proprio garage dopo ogni servizio. Una norma che era sempre stata sospesa perché anticostituzionale come avevano avvertito sia l’Autorità garante della concorrenza che la Corte di giustizia della Ue». «I tassisti - conclude - ora possono festeggiare perché Toninelli (il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, ndr) sta dando un colpo mortale a migliaia di imprese: solo nella nostra Toscana sono oltre 2 mila gli Ncc, lasciando di fatto al monopolio dei taxi il trasporto pubblico non di linea».

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