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Pedaggi autostrade, all’Anas l’ultima parola sul congelamento delle tariffe

  • – di R.R.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, lavora anche in queste ore per sterilizzare gli aumenti delle tariffe autostradali che dovrebbero scattare dal primo gennaio. Dal suo ministero sabato 29 dicembre è uscita una nota informale che scommette su un esito positivo.
«Aria di ottimismo - dice il Mit - per una sterilizzazione ormai giudicata certa degli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale». L’ipotesi del blocco dovrebbe riguardare, in particolare, Aspi e Strada dei Parchi (A24-A25). Per altre concessionarie si arriverà invece a ritocchi minimi.

E - dice ancora il ministero - i gestori hanno comunque assicurato che sarà d’ora in poi valutato in modo più puntuale (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti.

L’attenzione del ministro è concentrata in particolare sulla vicenda della A24 e della A 25 gestite da Strada dei Parchi, concessionaria che fa capo al gruppo Toto. Tra la società e Mit era stato raggiunto nei giorni scorsi un accordo di massima per congelare le tariffe fino al 31 marzo, in cambio del parallelo rinvio al 2028 del pagamento delle rate 2018 e 2019 del canone di concessione. Tutto questo avrebbe consentito di usare le risorse per finanziare parzialmente gli investimenti, in attesa dell’approvazione del nuovo Piano economico finanziario, già notificato a Bruxelles. Gli investimenti, necessari per l’adeguamento antisismico, erano stati quantificati in sede tecnica dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, in 3,4 miliardi.

L’intesa però deve essere ratificata dall’Anas, che però ha sollevato alcuni aspetti critici. L’ultima parola in extremis spetta al consiglio di amministrazione della società pubblica, convocato per domani. La riunione segna, per altro, l’esordio di fatto del nuovo amministratore delegato, Massimo Simonini, e del nuovo presidente, Claudio Andrea Gemme.

Ieri Strada dei Parchi ha scritto al Mit, ricostruendo la vicenda e appellandosi a Toninelli perché intervenga su Anas per sbloccare la questione in base agli accordi presi con il capo di gabinetto del Mit. Nella lettera l’ad Cesare Ramadori spiega che «avevamo raggiunto, con il suo determinante intervento, l’accordo con Anas per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che dobbiamo quale prezzo della concessione, in modo da poter utilizzare tali risorse, già accantonate e vincolate dalla nostra Società, al fine di “sterilizzare” nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi di A24 e A25 approvati dal Governo a fine 2017 e quelli previsti dalla Convenzione vigente per il 2019».

«A tale accordo - continua Ramadori - in base alle indicazioni che ci risulta il suo dicastero ha fornito ad Anas, la stessa ha però aggiunto la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112 milioni di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale, come peraltro dal Mit indicato». Questa rischiesta viene definita da Sdp « esorbitante pretesa, che costerebbe alla collettività ulteriori 73 milioni di euro, contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando con norma (L 97/2017) il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre due rate Anas di identico valore (112 milioni di euro) per finanziare una parte degli interventi urgenti cosiddetti “antiscalinamento”, riconoscendo la sola applicazione di interessi in base al tasso legale». Per Sdp «tutto ciò inaccettabile e frutto di un calcolo speculativo commendevole. E questo anche considerato lo sforzo che il suo Ministero e la nostra Società stanno attuando, in attesa dell’approvazione del nuovo Pef come previsto dalla L. 228/2012, per non scaricare sugli utenti delle autostrade da noi gestite e sulle economie delle zone interessate, gravosi e ulteriori incrementi tariffari».

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