Dal 1° aprile scattano i nuovi pensionamenti con “quota 100”, ovvero 62 anni di età e 38 di contributi minimi, mentre il Reddito di inclusione lascerà il passo al nuovo Reddito di cittadinanza che, per gli over 65enni con un reddito familiare non superiore ai 7.560 euro si chiamerà pensione di cittadinanza. Il decreto legge con le prime modifiche alla riforma Fornero e le misure di contrasto alla povertà è pronto. Due titoli, 27 articoli, verrà esaminato in pre-consiglio martedì 8 gennaio per poi approdare in Consiglio dei ministri nei giorni successivi, sempre che naturalmente non cambi l’agenda del governo. Il provvedimento determina una maggiore spesa sociale per circa 8,8 miliardi nel 2019, che salgono a oltre 37 in termini cumulati nel primo triennio.
Nel pacchetto previdenziale trovano conferma tutte le anticipazioni delle ultime settimane: oltre al debutto triennale di “quota 100” ci sono le proroghe di opzione donna e dell’Ape sociale, nonché la cancellazione degli adeguamenti automatici alla speranza di vita che, con il nuovo anno, avevano fatto salire di 5 mesi i requisiti per il ritiro anticipato a 42 anni e 10 mesi per tutti (41 e 10 per le donne) e a 41 anni per i lavoratori precoci. “Quota 100” sarà invece successivamente adeguato alla speranza di vita, mentre chi ne beneficerà non potrà cumulare la pensione con altri redditi da lavoro superiori ai 5mila euro l’anno. Confermata pure la norma che reintroduce i Cda in Inps e Inail, anche se una nota diffusa del ministero del Lavoro chiarisce che non è previsto alcun commissariamento degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti.
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Le nuove pensioni di anzianità decorreranno con posticipi trimestrali (finestre mobili) mentre per gli statali la domanda di ritiro dovrà essere fatta con sei mesi di anticipo. Per il trattamento di fine servizio del pubblico impiego è prevista una possibilità di anticipo bancario da definire con conversione Abi, sulla falsa riga dell'anticipo messo a punto per l'Ape volontario. Per quanto riguarda invece la pensione di cittadinanza, si tratta come detto di una versione del Reddito di cittadinanza riconosciuto ai nuclei i cui componenti abbiano non meno di 65 anni e un reddito familiare di 7.560 euro.
Per innescare la staffetta generazionale le aziende potranno finanziare con i Fondi bilaterali l'uscita anticipata fino a tre anni prima dei “quotisti”, quindi attivare scivoli per esodi anticipati a chi ha oggi 59 anni e 35 di contributi, a patto che assumano almeno un nuovo addetto per ogni uscita. Confermata anche la “pace contributiva”: si potranno riscattare fino a 5 anni di mancati versamenti post 1996 con una detraibilità del 50% degli oneri sostenuti, mentre se a sostenere il riscatto sarà l'azienda l'onere potrà essere dedotto.
Dal mese di aprile sarà operativo il reddito di cittadinanza (mentre da marzo non sarà più
possibile presentare domanda per il Rei, il Reddito di inclusione). Il Rdc viene definito «misura unica di contrasto alla povertà alla disuguaglianza e
all'esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro». La richiesta potrà essere presentata
alle Poste o ai centri di assistenza fiscale, e saranno valutate dall’Inps. Se la domanda verrà accolta, per il beneficiario
si aprono tre strade. La prima è quella del Patto per il lavoro da sottoscrivere presso un centro per l’impiego, dove il richiedente
sarà convocato entro 30 giorni, con l’impegno all’immediata disponibilità al lavoro, e all’adesione ad un percorso personalizzato
di inserimento lavorativo. Se il richiedente è un single con Isee pari a zero, percepirà 500 euro al mese, ai quali si aggiungono
280 euro se non è proprietario di casa, a titolo di housing support, oltre a tariffe elettriche e tariffe del gas agevolate.
Il beneficio dura 18 mesi, rinnovabili di ulteriori 18 mesi, con una pausa di 1 mese. In cambio dovrà impegnarsi ad accettare almeno una delle tre offerte di lavoro “congrue”: entro 100 km di distanza dalla residenza del beneficiario nei primi sei mesi di fruizione del sussidio; entro 250 km oltre il sesto mese. Dopodiché il beneficiario dovrà spostarsi ovunque nel territorio italiano (a meno che nel nucleo familiare siano presenti minori o disabili) e, in tal caso, continuerà a percepire il sussidio nei successivi tre mesi dall'inizio del nuovo lavoro per compensare le spese economiche.
Se il richiedente è in condizioni di disagio sociale, invece, sarà convocato entro 30 giorni dai servizi di contrasto alla povertà dei comuni e dovrà sottoscrivere un Patto di inclusione sociale. In entrambi i casi, i beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno partecipare a progetti di pubblica utilità promossi dai comuni. La terza modalità prevede, invece, il coinvolgimento diretto delle imprese che dovranno comunicare i posti vacanti ai centri per l'impiego e alle agenzie per il lavoro e, se assumeranno il disoccupato, potranno avere da 5 mensilità (6 per l'assunzione di donne e disoccupati di lunga durata) a 18 mensilità (da dividere al 50% con l'Agenzia per il lavoro, se il canale di reclutamento è privato) .
Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto oltre che dai cittadini italiani in condizione di povertà anche dai comunitari
e dagli extracomunitari purché abbiano un permesso di lungo soggiorno e siano residenti in via continuativa in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda. Le famiglie composte da soli stranieri che potrebbero accedere al reddito secondo
le tabelle allegate al testo sono 259.000 per una spesa di 1,58
miliardi.
La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di 1.437.000 famiglie per 8,5 miliardi di spesa. I nuclei che potranno accedere al beneficio composti di una sola persona saranno 387.000 pari a oltre un quarto del totale
(1,64 miliardi la spesa per questa componente). Saranno 198.000 le famiglie coinvolte con cinque componenti o più per 1,4
miliardi di spesa. I nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza si trovano al 47% al Centro Nord e per il
restante 53% al Sud e nelle Isole. Per numeri assoluti di nuclei beneficiari le prime sei regioni in classifica sono nell'ordine:
Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia, Piemonte.
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