«Poco più di dieci» dei 49 migranti sbarcati a Malta dopo aver trascorso 19 giorni in mare arriveranno in Italia e saranno affidati alla Chiesa valdese, «senza oneri per lo Stato»: è questo l’accordo raggiunto a notte fonda a Palazzo Chigi dal premier Conte con Matteo Salvini per ottenere il via libera all’intesa da lui siglata con l'Unione europea, dopo una giornata di scontro a distanza. Ma il colloquio, lungo un'ora e mezza, non scioglie i tanti nodi sul tavolo del governo: dalla Tav, su cui si prende ancora tempo nonostante un'analisi costi-benefici che sarebbe negativa, al decreto su reddito di cittadinanza e pensioni, che rischia di slittare alla prossima settimana.
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Il tira e molla sui migranti va avanti fino all'ultimo. Matteo Salvini torna dalla Polonia intorno alle 21 e vuole mettere in chiaro che è lui a decidere la linea sull’immigrazione, prima di entrare - alle 23 - a Palazzo Chigi e anche, via Twitter, a vertice in corso: «Io non mollo». E alla fine fonti leghiste fanno sapere che è «molto soddisfatto» perché «il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ong».
Buongiorno Amici! Io non cambio idea, anzi faccio due passi in avanti. Governo compatto su linea rigorosa, porti ch… https://twitter.com/i/web/status/1083248684874285056
– Matteo Salvini(matteosalvinimi)
Ma nuovi arrivi, sia pur ridotti, ci saranno e alla fine l’intesa tra Conte, spalleggiato da Di Maio, e Salvini, viene siglata su due binari. Il primo è la condizione che non ci sia nessun costo per «gli italiani». Il secondo è alzare la voce in Europa perché sette Paesi, a partire dalla Germania, accolgano 200 migranti sbarcati lo scorso anno in Italia e sui quali si erano impegnati: il premier - fanno sapere da Palazzo Chigi - chiederà un incontro al commissario europeo Avramopoulos.
La prossima volta «meglio incontrarsi prima che dopo», dice Salvini a Conte e Di Maio, che lo hanno spiazzato con una fuga in avanti voluta dal M5s anche per tranquillizzare l’ala più a sinistra del Movimento. Ma non solo sull'immigrazione, i tre dovranno tornare a incontrarsi. Resta aperto il nodo Consob, con Di Maio che insiste sul nome di Marcello Minenna, nonostante le resistenze che verrebbero anche da una parte della Lega. E c'è da chiudere l'accordo sul decreto per reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Il M5s spinge per varare le misure in Cdm venerdì ma la Lega non esclude che slittino alla prossima settimana.
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In cima alle preoccupazioni, infine, c'è il dossier della Tav: l'analisi della commissione di esperti istituita dal ministero sembra orientata, secondo fonti di governo, a bocciare l’opera ma diversi ministri - a partire da quelli leghisti - stanno pressando per un supplemento di riflessione. Il no all'opera rischia tra l’altro, spiegano, di provocare la “ritorsione” dei francesi su Fincantieri.
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