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Avellino, strage del bus: assolti Castellucci e i vertici di Autostrade

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la sentenza

Avellino, strage del bus: assolti Castellucci e i vertici di Autostrade

Otto condanne e sette assoluzioni per i 15 imputati nel processo per la strage del bus finito in una scarpata sulla A16 nel 2013. Questa la sentenza letta dal giudice monocratico del tribunale di Avellino, Luigi Buono, tra le urla dei familiari delle vittime. Tra gli assolti l'ad di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci e l'ex condirettore generale della società Riccardo Mollo. La condanna più severa, 12 anni così come richiesto dall'accusa, è quella per Gennaro Lametta, proprietario del bus: per lui 12 anni di reclusione. Per Giovanni Castellucci l'accusa aveva chiesto una condanna a 10 anni di reclusione.

Quello del bus di Avellino è stato uno dei più gravi incidenti stradali della storia italiana. Nell’estate del 2013 il bus stava riportando i passeggeri a casa da una gita di alcuni giorni a Telese Terme (Benevento) e nei luoghi di Padre Pio, a Pietrelcina. Erano partiti da Pozzuoli (Napoli) con il bus della stessa agenzia alla quale si erano già rivolti per organizzare spiccioli di vacanza in comune e a buon prezzo, 150 euro a persona tutto compreso, e con la quale avevano già programmato un nuovo viaggio al santuario mariano di Medjugorje.

La sera del 28 luglio del 2013, sulla strada di casa, lungo la discesa dell'A16 Napoli-Canosa, nel territorio di Monteforte Irpino (Avellino) il bus guidato da Ciro Lametta, fratello del proprietario dell'agenzia Mondo Travel che aveva organizzato il viaggio, cominciò a sbandare dopo aver perso sulla carreggiata il giunto cardanico che garantisce il funzionamento dell'impianto frenante.

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Dopo aver percorso un chilometro senza freni, ondeggiando a destra e sinistra, tamponando le auto, una quindicina, che trovava sul percorso, il bus nel tentativo di frenare la corsa si affiancò alle barriere protettive del viadotto “Acqualonga” che cedettero facendolo precipitare nel vuoto da un'altezza di 40 metri. Sul colpo morirono 38 persone, l'elenco delle vittime sarebbe salito a 40 con la morte, una settimana dopo nel reparto di rianimazione dell'ospedale Loreto Mare di Napoli, di Simona Del Giudice, 16 anni, la vittima più giovane che nell'incidente aveva perso il padre e una sorella, e di Salvatore Di Bonito, 54 anni operaio di Monterusciello, che nell'incidente aveva perso la moglie Anna Mirelli di 48 anni, spentosi il 7 settembre nell'ospedale “Santa Maria delle Grazie”
di Pozzuoli (Napoli). Si salvarono soltanto dieci passeggeri. Tra questi tre bambini, sopravvissuti grazie all'abbraccio di nonni e genitori che li strinsero a sé mentre il bus precipitava.

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