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Dossier | N. (none) articoli Le inchieste di Fiume di denaro

Pagare per diventare cittadini Ue: in 10 anni venduti 133mila passaporti a milionari russi, cinesi e arabi

Ma quale ius soli, per diventare cittadini europei basta avere i soldi per comprare un passaporto.

Nell’ultimo decennio sono stati almeno 133mila gli oligarchi dell'ex Unione Sovietica, i milionari cinesi e arabi, i ricchi uomini d'affari turchi, libanesi, brasiliani, venezuelani e sudafricani che hanno acquistato a mani basse la cittadinanza o la residenza in un Paese dell'Unione europea in cambio di pochi spiccioli. Per carità, parametrati al loro portafoglio. È come se una città italiana della grandezza di Salerno o di Ferrara fosse abitata solo da ricchi, senza badare all'origine della ricchezza.

GUARDA IL VIDEO - Il grande business della vendita di passaporti Ue

In Lettonia basta un investimento di 250mila euro in immobili o di 50mila euro in una società per entrare in possesso di un passaporto che spalanca le porte a tutti i Paesi dell'area Schengen, Svizzera e Liechtenstein compresi. Da quando la Lettonia ha aperto all'acquisto della cittadinanza sono stati oltre 15.550 i cittadini extracomunitari che ne hanno approfittato. Di questi la maggior parte sono russi (oltre12mila) seguiti da cinesi, ucraini, kazaki, uzbeki, bielorussi e azerbaigiani.

L'ELITE DEI RICCHI
Numero di persone milionarie (oltre 50 milioni di dollari di ricchezza) nel 2018 e nel 2023 e relativo incremento %

Bastano pochi investimenti
I nuovi cittadini europei in 10 anni hanno investito decine di miliardi nei Paesi che li hanno adottati. Quasi tutti gli Stati mantengono un rigoroso riserbo sui capitali investiti ma per dare un'idea delle cifre in ballo, basti pensare che solo a Cipro, Irlanda, Malta e Portogallo, sono stati investiti oltre 10,6 miliardi di euro, la maggior parte dei quali in proprietà immobiliari.

Il boom dei golden visa – passaporti concessi agli extracomunitari che, in cambio della cittadinanza o residenza, investono una cifra prestabilita dalle autorità dei singoli Stati – non è passato inosservato agli organismi internazionali e al Parlamento europeo per i gravi rischi di riciclaggio, truffe, evasione e corruzione che si potrebbero nascondere dietro la richiesta di una cittadinanza europea.

Chi ha il passaporto di un Paese dell'Unione europea può infatti liberamente circolare, avere accesso a un numero enorme di Paesi che hanno accordi bilaterali per gli ingressi, aprire nella Ue una società e un conto bancario sul quale muovere soldi con maggiore libertà che nel proprio Paese di origine.
Il fenomeno non è però soltanto europeo. Secondo il report 2018 “European getaway” di Transparency international e Global Witness, a livello mondiale ogni anno attraverso i golden visa vengono generati investimenti per oltre 11 miliardi di euro. Un dato, anche in questo caso, ampiamente sottostimato.

L’industria dei passaporti
L’”industria della cittadinanza” coinvolge oltre 550 società in tutto il mondo che si occupano di creare e gestire gli schemi per ottenere la seconda residenza o cittadinanza. Questo business raggiungerà i 20 miliardi dollari entro il prossimo anno.

Il fenomeno d’élite è destinato a crescere nei prossimi anni se è vero, come si legge nel Global wealth report 2018 del Credit Suisse, che il numero dei milionari con oltre 50 milioni di dollari di ricchezza è destinato a crescere del 31% entro il 2023. Non è un caso che il maggior incremento di nuovi multimilionari – Stati Uniti a parte – si registri proprio in Cina che oggi può contare su 3.480 ultraricchi ma che nel 2023 ne annovererà 5.647 (+62%).

LA CLASSIFICA DEI MIGLIORI PASSAPORTI AL MONDO
Graduatoria stilata sulla base del numero di Paesi stranieri in cui si può accedere senza visto

Il profilo dei nuovi cittadini europei
Ma quale profilo hanno i nuovi cittadini europei? Davvero, come scrivono Transparency international Global Witness, c'è il rischio che l'Europa abbia aperto le proprie porte anche a criminali, mafiosi, truffatori e corrotti?
Più che un rischio sembra una certezza, visto che uno studio del Parlamento europeo di ottobre 2018, denuncia gli effetti negativi di questi nuovi passaporti, che si traducono in evasione fiscale, riciclaggio e corruzione all'interno dell'area euro.

Il Parlamento europeo rafforza il concetto degli analisi di Transparency che parlano addirittura di «una minaccia all'integrità dell'Unione europea”, quando affermano testualmente che «è necessario che le autorità che concedono i nuovi passaporti conducano controlli adeguati sui loro clienti e sull'origine dei fondi che investono». Transparency e Global Witness pongono l'accento soprattutto su Cipro, Malta e Portogallo, dove «una insufficiente due diligence e gli ampi poteri discrezionali e i conflitti di interesse possono aprire le porte d'Europa ai corrotti». In generale il rapporto parla di «opacità, mancanza di trasparenza» nella concessione dei passaporti.

La selezione dei nuovi cittadini europei resta quasi sempre sulla carta. Quel che conta sono solo i soldi. Per Transparency e Global Witness, Lettonia, Ungheria e Regno Unito, in particolare, hanno concesso la residenza a oltre il 90% dei richiedenti. Anche dietro le sollecitazioni degli organismi internazionali e del Parlamento europeo, negli ultimi tempi, alcuni Paesi sembrano però più attenti all'ingresso, attraverso un passaporto, dei multimilionari che lì investono. La Lettonia ha tirato il freno sulle nuove concessioni, l'Ungheria ha deciso di porre fine al programma mentre l'Inghilterra con la vicenda della residenza negata a Roman Abramovich a metà 2018 testimonia la volontà di invertire in qualche modo la rotta.

Ai cinesi piace la penisola iberica
Lisbona, Porto, Portimão e Olhão sono le mete preferite dei pensionati di tutta Europa ma questa attrattività esentasse per chi ha terminato la propria attività lavorativa rischia di offuscare la facilità con la quale il Paese rilascia i passaporti. Dal 2012 il Portogallo ha concesso oltre 17mila permessi di residenza che hanno generato un investimento di 4 miliardi di euro, con una media di 670 milioni all'anno. Il Portogallo ha fatto il pieno di cinesi (quasi 4mila), brasiliani e sudafricani. L'europarlamentare portoghese Ana Gomes ha dichiarato che «il programma potrebbe essere sfruttato da individui e organizzazioni criminali con un grande potere economico. È uno schema corruttivo per sostenere i corrotti», ha aggiunto. Il timore è stato confermato da un'operazione di polizia del 2014 che ha portato in carcere funzionari statali accusati di aver intascato tangenti e chiuso un occhio per facilitare la concessione dei passaporti, per l'acquisto dei quali è sufficiente investire 500mila euro.

Nella penisola iberica quel che non ti aspetti è l'attivismo della Spagna. Madrid incassa una media di quasi un miliardo all'anno dalla vendita dei passaporti. Dal 2013 sono diventati europei oltre 7mila cinesi, quasi 5mila russi, circa 3.200 indiani e 3.100 venezuelani. Balza agli occhi il dato degli oltre 4.300 statunitensi diventati europei grazie agli investimenti in Spagna.

Malta non respinge i ricchi
L'isola a pochi chilometri di distanza dalla Sicilia respinge gli extracomunitari che raggiungono le coste in barcone ma accoglie a braccia aperte quelli che arrivano con yacht o aerei privati. Se in altri campi è poco trasparente, va dato atto che le autorità maltesi pubblicano annualmente gli elenchi dei nuovi cittadini. L'ultimo è stato pubblicato il 21 dicembre 2018. Nel periodo 2014/2017 Malta ha concesso migliaia di passaporti. Secondo i principali media di Malta sono 2.500, secondo altre fonti supererebbero i 6mila. Fatto sta che nel 2016 (ultimo dato aggiornato) i nuovi maltesi provenivano per un terzo dalla Russia e tra tutti i cittadini provenienti dall'Arabia Saudita che sono entrati in quell'anno nella Ue, oltre un quarto ha acquistato la cittadinanza a Malta. Per l'esattezza 78 su 277, pari al 28%. L'anno seguente, il 2017, due sole famiglie dell'Arabia Saudita hanno acquistato ben 62 passaporti maltesi.

MONTECARLO AL TOP
I passaporti più esclusivi al mondo sulla base dei punteggi acquisiti con vari parametri;

Fatto sta che i numeri non sembrano soddisfare il governo della Valletta, al punto che il primo ministro Joseph Muscat a novembre 2018 è volato a Dubai per promuovere la cittadinanza maltese nel corso della 12esima conferenza mondiale di Henley & partners, una delle più grandi società di consulenza per l'acquisizione della cittadinanza, con sede a Jersey e oltre 25 uffici nel mondo. Henley & partners è concessionaria unica del programma di vendita dei passaporti maltesi tra i cittadini di tutto il mondo.

Questa opera di promozione non sembra trovare troppi ostacoli, almeno a dar retta ad alcuni media maltesi, secondo i quali la Commissione Europea si prepara a inviare una serie di linee guida agli Stati membri per porre dei limiti alla vendita dei passaporti nei confronti di cittadini extracomunitari ma questo non dovrebbe toccare l'isola nel Mediterraneo.

Vera Jourova, Commissario europeo per la giustizia, non sarebbe infatti intenzionata ad adottare una linea dura nei confronti di Paesi - come appunto Malta - che stanno promuovendo attivamente la concessione della cittadinanza in cambio di versamenti e investimenti economici. In precedenza Jourova aveva alluso alle preoccupazioni circa le fonti di ricchezza dei candidati alla cittadinanza maltese, nell'ottica di un contrasto al riciclaggio ma il programma “Investitori individuali” sarebbe stato considerato dalla stessa Jourova efficace per il suo approccio alla verifica delle informazioni di ciascun richiedente.

Una storia vecchia come il mondo

Se l'impero romano nel 212 dopo Cristo fu il primo a vendere la cittadinanza romana, bisogna attendere il 18 secolo per riscoprire il fenomeno in Scozia. Altro salto temporale e nel 1984 St Kitts and Nevis, un piccolo arcipelago nelle Antille, aprì alle vendita dei passaporti in cambio di un investimento minimo di 150mila dollari. Da allora una serie di Stati – dapprima nei Caraibi, come Antigua e Barbuda e in Europa con il caso di Irlanda e Bulgaria – hanno seguito questa scia. Alcuni Paesi chiedono una permanenza minima – ad esempio Cipro sei mesi – altri nessuna presenza fisica sul luogo.

La storia sembra non avere fine perché, ad esempio, lo scorso anno l'Egitto e le isole Mauritius hanno annunciato l'apertura di un programma per la vendita dei passaporti. A testimonianza del fatto che a tutto si può resistere tranne che al fascino sconosciuto dei soldi.

COME COMPRARE UN PASSAPORTO NEL MONDO
I requisiti necessari per acquistare cittadinanza o residenza, Paese per Paese

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