Sarebbero circa 170 i migranti annegati in due naufragi. Tre dei naufraghi salvati ieri da un elicottero della Marina Militare italiana hanno raccontato all’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che a bordo del gommone naufragato c’erano 120 persone. Per le autorità libiche sarebbero 50. L’Unhcr, ovvero l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha segnalato un altro naufragio, con 53 morti nel Mare di Alborán, nel Mediterraneo occidentale ma, ha aggiunto, non ha potuto «verificare in modo indipendente il bilancio delle vittime». Un altro gommone con a bordo 47 migranti è stato soccorso da Sea Watch che resta ora in attesa di indicazioni dalle autorità per un porto sicuro.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso «profondo dolore per la tragedia che si è consumata nel Mediterraneo con la morte di oltre cento persone, tra donne, uomini, bambini». E se il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha attaccato le ong («Tornano in mare e gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici, le persone tornano a morire»), il premier Conte si è detto “scioccato”.
Solo tre superstiti rispetto a un numero molto più alto di imbarcati, forse 120. Potrebbe essere questo il tragico bilancio - ancora non ufficiale - del naufragio di un gommone di migranti avvistato ieri pomeriggio in precarie condizioni di galleggiabilità da un aereo della Marina Militare italiana a 50 km a nord dalle coste di Tripoli, in Libia. Il velivolo ha lanciato due zattere in mare e ha lasciato l'area per mancanza di carburante. Successivamente, un elicottero decollato dalla nave Duilio ha recuperato un naufrago in mare e due sulle zattere in ipotermia, mentre altre tre persone sono state viste in mare senza alcun apparente segno di vita. Le autorità libiche danno una stima approssimativa di 50 persone a bordo del gommone.
Il racconto dei superstiti all’Oim
A riferire all’Organizzazione internazionale dei migranti il numero dei passeggeri sono stati gli stessi naufraghi, trasportati
in volo dalla Marina a Lampedusa in «condizioni serie». «Dopo 11 ore di navigazione - è il loro racconto - hanno imbarcato
acqua e hanno cominciato ad affondare e le persone ad affogare. Sono rimasti diverse ore in acqua». Tra i dispersi, al momento
117 - spiega il portavoce dell'Oim -, ci sono 10 donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di 2 mesi». Ieri, il
Centro di coordinamento della Guardia costiera libica ha dirottato un mercantile liberiano nella zona del naufragio, per
la ricerca di eventuali dispersi.
Non avevano giubbotti di salvataggio
Secondo alcuni soccorritori, i migranti a bordo del gommone naufragato non indossavano i giubbotti di salvataggio.
Unhcr: altro naufragio con 53 morti
Un altro naufragio con 53 morti è avvenuto nei giorni scorsi. Lo riferisce l'Unhcr, che cita notizie diffuse da Ong, secondo
cui la tragedia di migranti si è verificata nel Mare di Alborán, nel Mediterraneo occidentale. «È stato riferito che un sopravvissuto
- afferma l'Unhcr - dopo essere rimasto in balia delle onde per oltre 24 ore, è stato soccorso da un peschereccio e sta ricevendo
cure mediche in
Marocco. Per diversi giorni navi di soccorso marocchine e spagnole hanno effettuato le operazioni di ricerca dell’imbarcazione
e dei sopravvissuti, senza risultati».
Salvini: «Se riapri i porti, ritornano i morti»
«Il naufragio di queste ore è la dimostrazione che se riapri i porti, che se permetti che tutti vaghino nel mar Mediterraneo
imponendo le loro leggi, alla faccia dei leggi dei singoli Paesi, ritornano i morti», ha detto il ministro dell’Interno, Matteo
Salvini, durante una diretta Facebook. «Quindi no, no, no! - ha proseguito il vicepremier -. Cuori aperti per chi scappa davvero
dalla guerra ma porti chiusi, per Ong, trafficanti e tutti gli altri».
Già 83 persone hanno perso la vita dall’inizio del 2019
La notizia della nuova tragedia del mare al largo delle coste libiche arriva nel giorno in cui l'Oim registra quasi il raddoppio
degli arrivi in Europa nei primi 16 giorni dell'anno sullo stesso periodo del 2018. I morti accertati sono già 83. All’alba
di questa mattina altri 13 migranti sono approdati a Lampedusa, che si aggiungono a quelli arrivati sull’isola ieri: 68
pachistani ed egiziani salvati dalla
Capitaneria di porto.
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