Con l'approvazione del decreto sicurezza il Viminale ha deciso la chiusura, entro fine mese, del centro richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto e lo spostamento in altre realtà dei circa cinquecento rifugiati ospitati. E ieri i l'avvio del trasferimento dei primi trenta migranti verso Basilicata e Campania ha fatto da sfondo per una nuova tensione sul piano politico in materia di accoglienza.
La struttura, attiva da oltre un decennio, è arrivata ad ospitare fino a mille persone distinguendosi per innovativi progetti di integrazione come è stato ricordato dallo stesso Comune. «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» hanno scritto citando il Vangelo di Luca i frati di Assisi in un tweet indirizzato ai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Da parte di esponenti del Pd sono state stigmatizzate procedure portate avanti «senza adeguato preavviso, separando donne, uomini e bambini, secondo una modalità che ricorda i lager nazisti» (Roberto Morassut). Ventisei senatori dem hanno anche presentato sulla vicenda un'interrogazione al ministro Salvini. «Viene chiusa una struttura di integrazione che in questi anni ha raccolto diversi riconoscimenti, dall'Acnur a Migrantes, e che ha permesso di salvare e aiutare 8mila profughi, tra i quali 700 minori», spiega la senatrice Annamaria Parente.
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Nella serata di martedì la replica ferma del ministro dell'Interno. «Salvini deporta i bambini, i migranti. Razzista, fascista,
nazista... balle spaziali. Tutti gli ospiti che erano dentro e che hanno diritto saranno trasferiti con altrettanta generosità,
perché se sei qui a chiedere asilo politico, non puoi pretendere di andare a Cortina. Se hai diritto rimani, altrimenti cominciano
le pratiche perché tu torni da dove sei arrivato». L'operazione che secondo fonti del Viminale garantirà risparmi per circa
un milione all'anno di affitto è stata resa possibile dal crollo del numero degli sbarchi ed era già programmata nell'ambito
dello svuotamento dei grandi centri come già fatto per Cona e Bagnoli in Veneto.
Una parte dei cittadini di Castelnuovo di Porto si è schierata nel frattempo in difesa dei rifugiati. Nel pomeriggio si è svolta una “passeggiata pacifica di solidarietà” con partenza dalla chiesa di Santa Lucia per «essere vicini agli ospiti del Cara in via di trasferimento e ai lavoratori che rischiano di perdere il lavoro». Stamani in segno di protesta una deputata di Liberi e Uguali si è messa davanti a un pullman con a bordo migranti impedendone l'uscita dal Cara, gesto accolto con un applauso da un gruppo di persone presenti fuori dalla struttura.
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