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cerimonia di apertura con mattarella

Anno giudiziario: Cassazione sommersa da ricorsi su asilo migranti, +500%

Boom di ricorsi in Cassazione nel settore dei diritti dei migranti e in quello tributario. I nuovi ricorsi civili che negli anni precedenti si erano andati stabilizzando per numero, con una progressiva riduzione dell'arretrato, sono ora aumentati in maniera inattesa, nella misura del 21,7%, a causa dell'incremento delle sopravvenienze in materia tributaria (+ 9,8%) e in materia di protezione internazionale (+ 512,4%). Lo ha evidenziato il Primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato. Mammone ha evidenziato un aumento del 17,5% della lentezza dei processi penali, mentre in 10 anni risulta dimezzato l’arretrato civile. Le donne in magistratura, ha fatto notare inoltre Mammone, rappresentano il 53% delle toghe e dunque l’obiettivo della parità risulta raggiunto.

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Sui migranti è intervenuto anche il presidente del Csm, David Ermini, che ha parlato di «emergenza» per i processi sulle richieste di asilo. Ermini ha poi espresso soddisfazione per l’assunzione di 600 toghe in più prevista dalla Finanziaria. Dal pg della Cassazione, Riccardo Fuzio, è arrivato un monito sugli interventi di riforma della giustizia, che «debbono cessare di essere rapsodici -ha detto - emotivi, privi di una ratio a tutto tondo e di spirito di sistema».

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Mammone: evitare regressione su diritti umani
«Evitare ogni regressione in materia di diritti umani è un compito che si è dato la comunità internazionale» ha sottolineato Mammone durante il suo intervento, sottolineando che «è compito degli Stati moderni apprestare strumenti idonei per dare risposta alla richiesta di tutela che gli individui, cittadini e non, richiedono per i loro diritti».

Prescrizione in calo
«Costante è la diminuzione dei casi di prescrizione che nella maggioranza dei asi matura nel giudizio di appello e nella fase di indagini preliminari», ha rilevato Mammone, aggiungendo che «al riguardo non hanno ancora inciso le sospensioni di 18 mesi per ciascun grado di giudizio» introdotte con la riforma del codice penale applicabili per i reati commessi dopo il 3 agosto 2017. Mammone ha spiegato che non è ancora possibile esprimere un giudizio sulla riforma della prescrizione e che deve essere accompagnata da altri interventi.

In 10 anni arretrato civile dimezzato
Secondo i dati illustrati da Mammone, il numero dei procedimenti civili pendenti è passato dai circa 6 milioni del 2009 a poco più di 3,6 milioni al 30 giugno 2018, con una percentuale di riduzione del 4,85% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra luglio 2017 e giugno 2018 le nuove iscrizioni si sono ridotte davanti ai tribunali mentre sono rimaste sostanzialmente stabili davanti a giudici di pace e alle corti d’appello. Dalle indicazioni provenienti da alcune corti d’appello risulta un aumento delle cause di lavoro, in particolare delle controversie di pubblico impiego nel settore della scuola. L’estensione della negoziazione assistita anche alle ipotesi di separazione consensuale, divorzio e modifica delle condizioni della separazione o del divorzio, ha invece «influito positivamente» determinando un calo, «sia pure contenuto» delle procedure.

Processi penali, lentezza aumenta del 17,5%
Il presidente della Cassazione ha poi sottolineato che la durata media dei procedimenti nell’anno giudiziario 2017- 2018 è cresciuta in primo grado del 17,5% da 369 a 396 giorni, mentre l’appello ha registrato una riduzione del 3,4% dei tempi di definizione da 906 a 861 giorni, «pur attestandosi su elevati valori assoluti dai quali verosimilmente deriva il notevole tasso di incidenza delle prescrizioni nel grado, pari al 25% circa (25,8% nel 2017 e 24,8% nel primo semestre del 2018) del numero dei procedimenti definiti dalle Corti di appello».

Per quanto riguarda il numero dei procedimenti penali nei confronti di autori identificati pendenti al 30 giugno 2018 è diminuito del 4,1 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Allo stesso modo sono diminuiti anche i nuovi procedimenti iscritti (-2,6%) e quelli definiti (-4,7%).

Riti alternativi solo nel 9% dei casi
Gli uffici Gip e Gup, ha spiegato ancora Mammone, definiscono con riti alternativi soltanto il 9% del contenzioso (6% per patteggiamenti e giudizi abbreviati, 3% per decreti penali irrevocabili), a riprova «della scarsa appetibilità» di tali soluzioni, e circa l’11 % con rinvio a giudizio, «a conferma della efficace funzione di filtro svolta».
Per quanto riguarda il giudizio di appello, buona parte dei quasi due anni e mezzo che esso attualmente richiede sono imputabili a «tempi di attraversamento» che nulla hanno a che vedere con la celebrazione del giudizio. Si tratta di tempi di attesa degli atti di impugnazione, predisposizione dei fascicoli da trasmettere alla Corte d’appello, e altre incombenze di carattere procedurale che «consumano» in buona parte il tempo processuale. «Lo snellimento delle procedure - sottolinea il Primo presidente della Cassazione Mammone -, l'attribuzione di maggiori risorse umane e tecnologiche e un migliore utilizzo di esse potrebbe ridurre drasticamente».

Bonafede: giustizia deve recuperare la credibilità dei cittadini
Debutto per il guardasigilli cinquestelle Alfonso Bonafede, al suo primo discorso per l’anno giudiziario. Il primo pensiero è stato un ringraziamento «alla collaborazione internazionale: passi avanti sono stati effettuati per assicurare alla giustizia i numerosi latitanti che da anni si sottraggono all’esecuzione della pena, come dimostra la recente consegna di Cesare Battisti da parte delle autorità boliviane». Poi Bonafede ha parlato di un sistema giustizia che «deve restituire centralità alle istanze e ai diritti dei cittadini, nei confronti dei quali la deve recuperare la sua credibilità» e per febbraio ha promesso un unico disegno di legge delega sulla procedura penale e civile.

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