«Entro la prima metà di febbraio 2019» sarà depositato un disegno di legge delega per «la riforma del rito civile, che introdurrà meccanismi semplificatori per le cause riservate alla decisione del tribunale in composizione monocratica e collegiale, per il giudizio dinanzi al giudice di pace e per le impugnazioni». Lo ha detto il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede durante la sua relazione sull’amministrazione della giustizia, prima al Senato con replica nel pomeriggio alla Camera. Bonafede ha riportato i numeri della «drammatica situazione delle carceri», che parlano di 60mila detenuti e 61 suicidi solo nel 2018, e ha assicurato che il sistema detentivo «è certamente una delle priorità» del suo dicastero. Ricordando lo stop alla prescrizione dopo il primo grado voluto dal governo, il ministro ha parlato di un aumento dei processi prescritti nel 2017.
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Il Guardasigilli ha quindi auspicato l’avvio di una «stagione di riforme frutto di una sano confronto dialettico, e non di
uno scontro, per tutelare i diritti dei cittadini» che mostrano una forte “sfiducia” nel sistema della giustizia. Per il codice rosso e le misure contro la violenza sulle donnesi è augurato «una rapida approvazione, non dubitando sulla compattezza delle forze politiche su un tema
così grave».
Ipertrofia normativa, serve processo più semplice
«La giustizia civile soffre di ipertrofia normativa: le riforme sono state frettolose, episodiche, prive di un razionale coordinamento
ed hanno generato effetti dannosi», ha detto il ministro, sottolineando che «la statistica della giurisdizione civile ci pone
di fronte ad un dato obiettivo, ossia la enorme richiesta di giustizia che proviene dai cittadini: al 31 dicembre 2018 sono
difatti complessivamente stimati in ben 3.215.989 i processi di nuova iscrizione in ogni grado di giudizio». «Serve un processo
più semplice per i cittadini», ha spiegato Bonafede. «Penso a un sistema 'a fisarmonica' - ha detto - che possa durare due
o tre udienze per cause semplici e prevede un numero di udienze maggiore per quelle più complesse».
Corruzione, dati allarmanti
Ricordando le misure introdotte dal governo con la cosiddetta legge “spazzacorrotti”, Bonafede ha detto che «in ambito Ocse, l'Italia è il Paese con il più alto tasso di corruzione percepita, come emerge da
una ricerca curata dall'Eurispes, e tale dato sfiora il 90% e rischia di provocare conseguenze concrete sull'economia nazionale
in termini di fiducia nelle istituzioni e nei mercati». «Secondo la Banca Mondiale - ha aggiunto - la corruzione costituisce
uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo economico e sociale degli Stati, incidendo negativamente sulla crescita in misura
stimata tra lo 0,5 ed l’1% annui. Nel dettaglio, nell’ultima graduatoria di Transparency International, l'Italia figura al
69esimo posto, mentre l'85% degli italiani è convinto che istituzioni e politici abbiano a che fare con la corruzione».
Nelle carceri 60mila detenuti, 61 i suicidi
«I detenuti presenti negli istituti penitenziari al 21 gennaio 2019 - ha spiegato il ministro - sono 59.947, a fronte di una
capienza regolamentare di 50.569, con indice di sopraffollamento del 127,10%. Oltre a ciò occorre rilevare che, nel 2018,
vi sono stati 61 suicidi di detenuti (di cui 4 donne e, quanto alla nazionalità, 31 italiani e 30 stranieri). A questi numeri
si aggiungono 4 suicidi di agenti di Polizia Penitenziaria». «Quanto egli eventi critici - ha aggiunto - gli stessi ammontano
a 3.808, di cui 473 ferimenti, 3331 episodi di colluttazione, 2 tentati omicidi e 2 vere e proprie rivolte in carcere».
Nel 2017 aumento dei processi prescritti
«Il dato relativo al settore penale, davvero preoccupante - ha riferito Bonafede - evidenzia nel 2017 un tendenziale aumento
dei processi che si estinguono per prescrizione (9,4% nel 2017 a fronte dell'8,7% nel 2016). Nello specifico, i procedimenti
prescritti sono stati 125.551, dei quali il 25,8 % in grado di appello». «Vi garantisco - ha aggiunto il ministro - che,
proprio al fine di scongiurare tale rischio, è in programma sin da ora un massiccio intervento sulle cause strutturali che
determinano, oggi, la durata irragionevole dei processi, attraverso l'aumento delle risorse umane e l'ottimizzazione delle
stesse, l'accelerazione dell'innovazione informatica, lo snellimento delle procedure e, soprattutto, la semplificazione degli
istituti di diritto processuale». L’Aula di Palazzo Madama ha poi approvato la risoluzione M5S-Lega favorevole alla Relazione
sulla Giustizia con 146, 114 no e un astenuto. Il Governo ha respinto le premesse di tutte le altre risoluzioni, mentre
ha accolto, con proposte di riformulazioni,
alcuni impegni.
Bagarre alla Camera, Fico costretto a sospendere la seduta
Nel pomeriggio, nel corso del suo intervento di replica davanti alla Camera il Guardasigilli è stato più volte interrotto
dai deputati dell’opposizione, in particolare Pd e Forza Italia, che hanno contestato duramente le affermazioni del ministro
sulla corruzione. «La corruzione in Italia si vede ad occhio nudo - ha sottolineato Bonafede nel passaggio incriminato - ogni
volta che crolla un muro c'è una mazzetta». Immediata la reazione di FI, con il deputato Osvaldo Napoli richiamato dal presidente
Roberto Fico per essersi diretto verso i banchi del Governo con il dito puntato contro il Guardasigilli. Questo, a sua volta,
mentre Pd e FI gli urlavano in coro «buffone» e «dimissioni», ha aggiunto: «In questo Paese ci sono giovani che vanno via
perché lo ritengono corrotto». E qui è scattata la bagarre.
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