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Crisi Venezuela, Salvini: Maduro è fuorilegge, ora elezioni

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maggioranza divisa

Crisi Venezuela, Salvini: Maduro è fuorilegge, ora elezioni

(Ansa)
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«Maduro è fuorilegge: affama, incarcera e tortura il suo popolo. Spero in elezioni libere e democratiche il prima possibile. Sono vicino ai milioni di italiani, e discendenti di italiani, che vivono, resistono e soffrono in Venezuela». Abbandonate le cautele degli ultimi giorni, il vicepremier Matteo Salvini affida a una nota ufficiale la sua presa di posizione sulla crisi politica in Venezuela. E amplia la già lunga lista dei temi divisivi della maggioranza giallo verde: i Cinquestelle infatti insistono sul «coraggio di restare neutrali».

Anche per questo il governo italiano ha bloccato - per la seconda volta in pochi giorni - il tentativo dei Paesi Ue di arrivare a una dichiarazione comune dei 28 per riconoscere Juan Guaidò presidente ad interim del Venezuela, incaricato di indire nuove elezioni, libere e democratiche, nel Paese. La condanna di Maduro da parte di Salvini era nell’aria: ieri il leader del Carroccio incontrando al Viminale una rappresentanza della comunità venezuelana in Italia ha sottolineato che sul Venezuela «non stiamo facendo una bella figura. Capisco che ci sono sensibilità diverse nel Governo, parte dei nostri alleati ritiene che dobbiamo essere piu' prudenti, ma è la Costituzione venezuelana che dice che, finito il mandato di Maduro, dittatore rosso, entra in carica il presidente della Camera, Guaidò».

GUARDA IL VIDEO: Venezuela, i big della Ue riconoscono Guaido'

Sempre ieri, scaduto l'ultimatum a Nicolas Maduro, gran parte dell'Europa - come promesso - ha comunque riconosciuto Juan Guaidò presidente del Venezuela. Sono finora 19 i Paesi europei che - trascinati da Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania - legittimano le rivendicazioni del presidente
dell'Assemblea nazionale venezuelana
. Sulla vicenda aveva lanciato un appello anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella perchè l'Italia assumesse, con «senso di responsabilità e chiarezza», una «linea condivisa con tutti gli alleati e i partner europei». «Non ci può essere incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato, e dall'altro la violenza della forza», ha scandito il capo dello Stato, rivolgendosi alla politica.

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