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Da Orban a Podemos, anche in Europa populisti divisi sul Venezuela

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non solo m5s e lega

Da Orban a Podemos, anche in Europa populisti divisi sul Venezuela

Non solo in Italia: anche in Europa i partiti populisti sono divisi sul Venezuela. Populisti austriaci, ungheresi e polacchi sono per il riconoscimento di Juan Guaidò, mentre la tedesca Afd e l’ex Fn in Francia sono per la neutralità, come Podemos in Spagna. Sono finora 19 i Paesi europei che - trascinati da Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania - legittimano le rivendicazioni del presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana Juan Guaidò. L’Italia non c’è: anzi, il governo italiano ha bloccato - per la seconda volta in pochi giorni - il tentativo europeo di arrivare a una dichiarazione comune dei 28. In Italia il governo però resta ancora diviso, con la Lega che ha già condannato Maduro (Guaidò ha chiesto un incontro al ministro dell'Interno Matteo Salvini) e i Cinquestelle che insistono su una posizione di non ingerenza.

GUARDA IL VIDEO: L’Italia non prende posizione su Guaidò

In Spagna socialisti e Podemos divisi
In Spagna va registrata una spaccatura tra socialisti e Podemos. Il capo del governo (che ha l’appoggio di Podemos) Pedro Sanchez ha riconosciuto Guaidò “presidente incaricato” del Venezuela. Ma il segretario organizzativo di Podemos Pablo Echenique ha parlato di «sbaglio» di Sanchez, che può «aprire la porta a un confronto armato». Il consiglio esecutivo di Podemos sostiene inoltre che il governo non dovrebbe appoggiare «una manovra di Donald Trump e del governo della Ue per mettere le mani sulle principali riserve di petrolio dell’Opec, suonando tamburi di guerra».

Dalla Polonia all’Ungheria, sì a Guaidò
L’8 gennaio scorso Matteo Salvini era stato in Polonia per incontrare Jaroslaw Kaczynski, leader del partito di governo polacco, per rinsaldare l’asse sovranista in Ue. Proprio la Polonia, lo scorso 4 febbraio, ha riconosciuto Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. Anche Viktor Orban, premier ungherese, campione dei sovranisti e alleato di Salvini, lo scorso 31 gennaio era stato perentorio: in una conversazione con Pablo Casado, presidente del Partito popolare spagnolo, riportata dallo stesso Casado, Orban ha detto che Maduro dovrebbe lasciare il Venezuela.

I populisti austriaci supportano Guaidò
Anche il governo austriaco si è schierato contro Maduro. Il presidente Sebastian Kurz (del partito popolare, che governa insieme ai populisti del Fpö, come junior partner) il 3 febbraio ha avuto un colloquio telefonico con Guaidò, «garantendogli il supporto dell’Austria per ripristinare la democrazia in Venezuela». Una posizione che ha il pieno supporto di Heinz-Christian Strache, vice cancelliere e leader del Fpö (stretto alleato della Lega di Salvini).

Populisti tedeschi e l’ex Fn per la neutralità
Armin-Paul Hampel, portavoce di politica estera del gruppo parlamentare AFD (i populisti tedeschi), ha criticato la decisione del governo Merkel di riconoscere Guaidò: «Abbiamo deciso, inutilmente e senza consultazioni con la Russia e la Cina, di prendere la posizione degli Stati Uniti, togliendo il riconoscimento al capo dello Stato Nicolás Maduro e dandolo al presidente ad interim. E così cadiamo nella pericolosa lotta per il potere». Posizione speculare a quella presa in Francia dal Raggruppamento nazionale (l’ex Fronte nazionale guidato da Marine Le Pen, alleata di Salvini): Louis Aliot, vice presidente del partito, ha detto: «Il Rn riconosce la sovranità degli Stati e non dobbiamo intrometterci in ciò che sta accadendo in Venezuela».

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