Il voto odierno online degli iscritti M5s sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini nel caso Diciotti ha un duplice obiettivo: da un lato, adottare uno strumento di pressione sull’alleato leghista su un dossier delicato; dall’altro dare la parola alla base su un voto che, nel Movimento rischia, comunque vada, di creare una vistosa spaccatura. Non è la prima volta che i vertici del M5s ricorrono al voto online per trarsi d’impaccio o per dare legittimazione a decisioni controverse. Un voto che prima si svolgeva sul blog di Beppe Grillo e che dopo la morte di Gianroberto Casaleggio (nell’aprile 2016) avviene sulla piattaforma Rousseau.
Il via libera al contratto di governo
L’ultima votazione risale al 18 maggio 2018, quando la base diede il via libera all’alleanza con la Lega approvando a schiacciante
maggioranza (94% di sì) la realizzazione del contratto di governo con il Carroccio. In quell’occasione parteciparono sulla
piattaforma Rousseau circa 45mila persone. E il capo politico dei Cinquestelle Luigi Di Maio presentò al voto online un
testo in cui si evidenziavano i 20 punti sostenuti dal Movimento.
La costruzione del programma per le elezioni politiche
In vista delle elezioni del 4 marzo 2018 il Movimento ha puntato alla costruzione di un programma dal basso, sottoponendo
agli iscritti una serie di quesiti su tutti i principali capitoli politici. Una consultazione, riservata agli iscritti, andata
avanti con stop and go per un anno. Si è cominciato a dicembre 2016 con l’energia, per continuare con esteri, lavoro, trasporti,
agricoltura, difesa, ambiente, fisco, giustizia, università, e, per finire, sviluppo economico (dicembre 2017).
Il voto sulle unioni civili
Altra questione rilevante, quella delle unioni civili. Nell’ottobre 2014, il blog di Beppe Grillo lanciò una consultazione
online sulle unioni fra persone dello stesso sesso. Un quesito approvato dalla base. Ma Grillo, quando il disegno di legge
fu discusso in Parlamento, decise di lasciare libertà di coscienza sulle adozioni (giustificata con il fatto che il tema non
era inserito nel quesito su cui si erano espressi gli iscritti online). E anche se alla fine la cosiddetta “stepchild adoption”
fu stralciata dal testo, il M5s si astenne sulla legge approvata definitivamente dalla Camera nel maggio 2016.
La sconfessione di Grillo sui migranti
Ma la vicenda più clamorosa risale al gennaio 2014, quando il blog votò sì all'abrogazione del reato di immigrazione clandestina.
In quasi 16 mila si schierarono per la sua abrogazione, 9mila per il mantenimento. Un (raro se non unico) caso di rivolta
della base contro i leader del M5s. Prima della consultazione online Grillo e Gianroberto Casaleggio avevano sconfessato pubblicamente
i senatori del Movimento che aveva presentato, facendolo approvare, un emendamento per l'abolizione del reato. Una sconfessione
motivata con queste parole: «Se l’avessimo presentato alle elezioni prendevamo percentuali da prefisso telefonico».
Dalle Quirinarie alle Parlamentarie
Di consultazioni ce se sono state di rilevanti nel corso della scorsa legislatura, anche su questioni non programmatiche come
le candidature. A partire dalle “contestate” Parlamentarie di gennaio 2018 per selezionare i candidati nei listini proporzionali
(con i risultati definitivi rivisti dai vertici del Movimento) o dai 31mila voti che a settembre 2017 bastarono a Luigi Di
Maio per essere incoronato (senza rivali di peso) candidato premier M5s e leader del Movimento. Per chiudere con le Quirinarie,
come l'ultima che a gennaio 2015 lanciò il magistrato Ferdinando Imposimato (deceduto lo scorso gennaio) per il Colle.
© Riproduzione riservata