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Tav, ultimatum Ue: subito i bandi o taglio dei contributi di 300 milioni

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cda di telt

Tav, ultimatum Ue: subito i bandi o taglio dei contributi di 300 milioni

Un «breve» rinvio sulla pubblicazione dei bandi di gara, mantenendo aperta la seduta per acquisire necessari approfondimenti tecnico-procedurali. È quanto deciso all'unanimità dal consiglio di amministrazione di Telt (promotore pubblico incaricato da Italia e Francia della realizzazione della sezione transfrontaliera della linea ferroviaria Torino-Lione), nel corso della riunione di oggi a Parigi, alla luce della situazione e a seguito dei contatti con i rispettivi governi.

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Nel corso del consiglio il rappresentante della Commissione europea ha reso nota una comunicazione ufficiale di Inea (Innovation and networks executive agency) che indica come condizione per la conferma dell'intera contribuzione di 813 milioni di euro la tempestiva pubblicazione dei bandi, mentre in caso contrario verrà applicata una riduzione di 300 milioni.

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Come informa una nota «al termine della discussione il consiglio ha incaricato il presidente e il direttore generale di Telt di informare i due governi dei termini della discussione odierna, delle scadenze definite da Inea e delle responsabilità conseguenti».

Proprio per cercare di accorciare i tempi e sbloccare i bandi di gara, le opposizioni hanno chiesto martedì alla Camera – per la terza volta – di invertire l'ordine dei lavori per anticipare il voto sulle mozioni targate Forza Italia, Pd e FdI sulla Tav, che altrimenti saranno in coda rispetto all'esame della proposta di legge sul referendum. L'assemblea ha però bocciato la proposta, avanzata da Fi, con 79 voti di scarto (le mozioni sulla Torino-Lione puntano allo sblocco dei relativi bandi di gara).

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Prima di questo voto l'Aula aveva detto no, questa volta con 89 voti di differenza, alla richiesta, sempre firmata Forza Italia e sostenuta dal Pd, di rinviare comunque ad altra data i lavori sulla riforma costituzionale relativa alle consultazioni popolari. Si torna così sugli emendamenti alla proposta di referendum propositivo e abrogativo dopo che la precedente seduta sullo stesso tema, giovedì scorso, era stata bruscamente interrotta per contestazioni tra M5S e Pd e il conseguente abbandono dei lavori da parte dei deputati dem.

Chiamparino: per l’Italia il mondo va alla rovescia
Dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino parole di fuoco sull’impasse che l’opera considerata strategica sta subendo. «Il governo Conte-Salvini-Di Maio chiede a Telt un altro rinvio dei bandi Tav già finanziati, vedremo quanto sarà effettivamente breve. Così, dalla disponibilità della Ue a finanziare al 50% l’intera opera, comprese le tratte nazionali, con significativi risparmi per gli italiani, si passa al rischio concreto di perdere i contributi già stanziati dall'Europa». Per Chiamparino «è il segno che in Italia sulla Tav il mondo va alla rovescia, come dimostra una recente analisi che svela il paradosso del professor Ponti, secondo cui se tutte le merci andassero sull’autostrada e le ferrovie chiudessero, per lo Stato ci sarebbe il massimo dei vantaggi! Il governo fermi la giostra elettorale sulla Tav e lasci andare avanti un’opera necessaria per la crescita, la sicurezza, l’ambiente. Sappiano che il Piemonte non si farà mettere in un angolo». Il deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli di chiede «se il ministro Danilo Toninelli abbia piena consapevolezza dell'aggravio di costi che ci sarebbe, a carico dei contribuenti italiani, di fronte al tergiversare del governo italiano». Per cui «l'esecutivo farà bene a smetterla con il minuetto sfibrante sull'analisi costi-benefici e con il rinvio di ogni decisione a dopo il voto europeo: no, il presidente Conte e il governo devono dire subito parole di assoluta chiarezza. Ulteriori rinvii e reticenze non sono tollerabili, per rispetto proprio dei contribuenti».

Gli alleati nella maggioranza gialloverde viaggiano comunque, allo stato, ancora divisi. Sulla Tav «toveremo una soluzione come abbiamo sempre fatto. Da otto mesi ne abbiamo superate tante» si limita a dire il vicepremier Luigi Di Maio interpellato sul punto. I Cinque Stelle rimangono contrari all'opera, e a Torino non passa la proposta di referendum sulla Tav chiesta da una petizione che ha come primo firmatario l'esponente radicale Silvio Viale. Una soluzione definita «ipocrita» dalla capogruppo pentastellata Valentina Sganga.

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