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Sardegna, exit poll: Centrodestra 37-41%, Centrosinistra…

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domattina alle 7 lo spoglio

Sardegna, exit poll: Centrodestra 37-41%, Centrosinistra 36-40%. Nuovo flop M5S

In testa il candidato del centrodestra Solinas, con una forbice che va dal 37 al 41%, seguito a breve distanza dal candidato del centrosinistra Zedda (36-40%): sarebbe questa la prima tendenza del voto alle Regionali in Sardegna secondo i primi exit poll su dati parziali per la Rai del consorzio Opinio Italia.Terzo il candidato del M5S: Desogus otterrebbe tra il 13 e il 17%.

Più marcato il divario fra le coalizioni se si guarda il voto di lista: il centrodestra si attesterebbe al 42-46%, il centrosinistra (28-32%). M5S si collocherebbe sotto il 20% (14-18%). Questo, almeno, dicono i primi exit poll.

Sono stati chiusi alle 22 i 1840 seggi elettorali delle otto circoscrizioni della Sardegna per le elezioni regionali. Le operazioni di spoglio inizieranno domani mattina, dalle 7. La proclamazione del vincitore è attesa nella tarda mattinata, mentre ci vorrà più tempo per conoscere i nomi dei 60 consiglieri regionali eletti. Alle 19 in tutta l’isola ha votato il 43,78% degli elettori, con un aumento di quasi tre punti (2,7) rispetto alla stessa ora delle Regionali del 2014. L'affluenza finale, alle regionali di cinque anni fa, fu del 52,2 per cento. Un voto, quello in Sardegna, contrassegnato dalla proteste dei pastori sardi sul prezzo del latte che ha visto in mattinata anche un clamoroso assalto a una cisterna del latte.

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Nessuna tregua intanto da parte dei pastori sardi che protestano per il prezzo del latte. Stamattina nei pressi di Orune (Nuoro), due uomini armati e travisati hanno assaltato un'autocisterna che stava per essere trasportato al caseificio dei fratelli Pinna di Thiesi (Sassari). I due hanno costretto l'autista a fermarsi e a sversare il latte sull'asfalto facendo perdere le loro tracce. Per molte ragioni il significato del voto in Sardegna va oltre l’aspetto meramente amministrativo. Il risultato potrebbe avere ripercussioni in chiave nazionale e non tanto sulla tenuta dell’alleanza M5S-Lega, quanto per i rapporti di forza all’interno della stessa. Sul voto rischiano di pesare anche le vicende recenti di cronaca e le diverse vertenze: alla protesta dei pastori si aggiunge la questione industriale giunta a un punto cruciale per la filiera dell’alluminio e il possibile rilancio, ma per risolvere la quale manca ancora “l’ultimo miglio”.

Sono 1.470.463 i sardi chiamati al voto. In lizza sette candidati a presidente della Regione, 24 liste e 1.440 candidati per i 60 seggi in Consiglio regionale. Gli aspiranti governatori sono Francesco Desogus (M5s), Massimo Zedda (centrosinistra), Christian Solinas (centrodestra), Mauro Pili (Sardi liberi),
Andrea Murgia (Autodeterminatzione), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Vindice Lecis (Sinistra sarda). Non è previsto il ballottaggio, verrà eletto presidente il candidato che ottiene la maggioranza dei voti. I cittadini si confronteranno con una novità: la doppia preferenza di genere e potranno indicare nella scheda due nomi di candidati, un uomo e una donna della stessa lista. È previsto anche il voto disgiunto: si può votare per una lista e allo stesso tempo scegliere un candidato presidente di un altro schieramento.

Infine ci sono state polemiche intorno alle parole di Salvini e Di Maio. Niente silenzio elettorale, infatti, come dovrebbe essere di regola, per i due vice premier. Parlando a una iniziativa elettorale a Recco, si è fatto sentire il leader della Lega. «Abbiamo vinto in Abruzzo, in Molise, a Trento, a Bolzano. Oggi vinciamo in Sardegna e sarà una giornata storica per i sardi, ma per il governo non cambia niente. Si va avanti per cinque anni». Anche Di Maio è intervenuto su Facebook: «Buon voto a tutti i sardi! Oggi deciderete chi deve governare la regione, ma sono contento che l'affluenza sia in aumento rispetto al 2014. Andate a votare! Così si vince tutti!».

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