«Non mi interessa l’analisi costi-benefici. Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la Tav». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, in onda satsera su Rete 4. «Bisogna portare avanti l’economia italiana», ha aggiunto. Tria ha quindi ribadito che la manovra-bis «è una fissazione, ora non è il momento» e ha respinto qualsiasi ipotesi di aumento dell’Iva, «sono follie», ha detto.
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Aumento dell’Iva? Follie. Manovra bis non ha senso
Le ipotesi di aumento dell’iva «sono tutte follie - ha spiegato Tria - non solo perché non ne parliamo, ma perché sarebbe
sbagliato fare questo dal punto di vista della politica economica. Perché si deve fare una manovra per mettere più in difficoltà
le imprese italiane?». Quanto all’ipotesi di una manovra correttiva, il ministro sottolinea che «non ha senso, siamo tra stagnazione
e recessione, nessuno mi dice che cosa si intende per manovra correttiva. Più tasse o meno spesa? In una situazione come quella
italiana ed europea è il momento? Non bisogna essere keynesiani per capire che questa non è la politica che va fatta».
Alitalia: non deve essere pubblica, serve soluzione di mercato
«Alitalia non deve essere resa pubblica, deve trovare una soluzione di mercato» ha detto poi Tria durante la registrazione.
«Una compagnia di bandiera è importante» però, quanto all'ipotesi del Tesoro al 15%, «ho dato la disponibilità del Governo
ad aiutare - aggiunge - sotto due forti condizioni: che ci sia un piano industriale che regga il mercato, con partner forti
e che vengano rispettate tutte le norme comunitarie. Entro questo, se necessario è anche giusto che anche il Governo aiuti.
Ma questo significa non fare perdite. Non c'è un 15% perché non so di cosa, il 15%, devo vedere ancora le cifre, non le ho
ricevute».
Bankitalia: solo banca può disporre di riserve d’oro
Interrogato sulla questione dell’utilizzo delle riserve auree di Via Nazionale, Tria ha detto che «nessuno può disporre
delle riserve d’oro, se non la banca centrale, per motivi di politica monetaria». In base al Trattato europeo, ha specificato,
«nessuno Stato può influenzare o dare indicazioni alla banca centrale che è indipendente e neppure la Banca d'Italia può dare
oro al governo italiano perché sarebbe aiuto di Stato».
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