«Era l’ufficio mobile del partito», dove è stata scritta una pagina di storia repubblicana. Così Claudio Signorile, ex ministro
ed esponente storico del partito socialista in una intervista al Sole24ore.com, racconta l’uso che veniva fatto del camper
- ora messo in vendita - dove avvenivano importanti incontri politici. É lì che avvenivano gli incontri con il segretario
del Psi Bettino Craxi, fulcro della politica del momento. Il camper compare nel maggio 1989, in occasione del congresso Psi
nell’area ex Ansaldo di Milano, all’ombra della celebre piramide dell’architetto Filippo Panseca. Lì Bettino Craxi e Arnaldo
Forlani raggiunsero un’intesa strategica di governo, benedetta da Giulio Andreotti: si manteneva viva l’alternanza fra Dc
e Psi. Una alternanza successiva al patto Caf (Craxi- Andreotti-Forlani) del 1981 che aveva sancito il ric0noscimento della
pari dignità alle forze politiche del pentapartito: socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani, a fianco dei democristiani,
con l’obiettivo di scongiurare l’ingresso dei comunisti a Palazzo Chigi. Il camper, spiega Signorile, «all’epoca era il luogo
nel quale si svolgevano i rapporti politici: è rimasto come simbolo di rottura della politica fino a quel momento fatta nei
palazzi». Un camper celebre anche per l’incontro, l’anno successivo, di Craxi con Massimo D’Alema e Walter Veltroni, allora
giovani di belle speranze che rappresentavano il partito comunista in un momento di conflittualità.
Craxi a Fidanzia: «Tieni il camper e non venerlo mai»
Fu Tommaso Fidanzia, oggi ottantenne, ma all’epoca organizzatore dell’allestimento del 45mo congresso del Psi alla ex Ansaldo
di Milano, a lanciare l'idea dell’uso del camper, parcheggiato alle spalle del palco principale. «Craxi mi disse: “Tienilo
tu, non venderlo mai” - ha raccontato l’anziano imprenditore -, ma ora sono passati tanti anni e ho deciso di metterlo in
vendita». E così è stata varata una campagna crowdfunding per raccogliere i fondi per acquistarlo, guidata da Claudio Signorile, a cui si sono aggiunti altri iscritti al partito del garofano rosso.
Signorile perchè è nato il comitato che lei presiede?
«È un’iniziativa dei giovani socialisti di Bari, che io ho immediatamente appoggiato, sostenuto e incoraggiato. Primo perchè
veniva da generazioni che non hanno vissuto quella stagione e a maggior ragione consideravano il camper una sorta di reliquia
del passato. Ma tutto questo avveniva non in un contesto di reliquia, ma di rispetto, di attenzione e simpatia per quella
che era la politica politicante, la politica attiva. L’aiuto alla raccolta dei fondi è stato importante, perché ha dato credibilità»
Lei a quell’epoca salì su quel camper?
«Sì, sono salito, ero membro della segretaria: mi è capitato di salire per motivi di lavoro. Non ho partecipato all’incontro
Craxi-Forlani e ad altri incontri. Sul camper sono saliti esponenti dell’allora partito comunista, come D’Alema e Veltroni,
ma anche Spadolini e varie figure importanti della politica italiana. Il camper nell’89 era l’ufficio mobile del partito
e del segretario del Psi che in quel momento rappresentava un equilibrio nella politica italiana».
Come mai è in possesso di Tommaso Fidanzia?
«È sempre stato suo. Tommaso lo ha messo a disposizione e lo ha fatto gestire dalla segreteria del partito socialista, cioé
da Craxi. Ma è stato usato fino al ’91, fino al congresso di Bari. Poi è rimasto in suo possesso, non è stato più usato. E
adesso Fidanzia ha avuto il buon gusto, l’intelligenza e il garbo di avvertirci che intendeva venderlo. E quindi ci siamo
mossi per mantenere il possesso del camper».
Avete creato anche una pagina Facebook - Comitato Riprendiamoci il Camper di Bettino Craxi - per raccogliere in modo social
i fondi
«Questa è opera delle nuove generazioni. L’idea e l’iniziativa nasce da giovani socialisti di Bari, molto bravi e intelligenti
nel cogliere il momento e nel far diventare una notizia qualcosa che poteva essere solo un ricordo».
E quindi un pezzo della storia repubblicana non verrà dispersa in questo modo
«Sì, ed è anche importante perché quelli sono anni delicatissimi. Sono gli anni della crisi comunista, sono gli anni della
crisi internazionale di grandi dimensioni. Anni nei quali la possibilità per i socialisti di essere punto di riferimento e
momento centrale della politica italiana è molto concreta. Poi furono fatti degli errori. Ma questa è un’altra storia».
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