Lavori a singhiozzo per il Consiglio dei ministri, iniziato come da convocazione alle 14, poi sospeso e rinviato alle 18.30, e infine ripreso poco prima delle 19. Una lunga pausa, ufficialmente per gli impegni concomitanti di alcuni esponenti del Governo, ma in realtà per dar modo alla maggioranza di trovare una difficile quadra politica sul decreto sblocca-cantieri, il punto più controverso all'attenzione del Cdm. Il via libera in effetti arriva, dopo due ore di riunione, ma con la formula del «salvo intese», già usata per il Ddl spazzacorrotti e il Dl Genova, che permette al Governo di ritoccare il testo anche dopo il via libera del Cdm.
In altre parole il decreto sblocca cantieri non è "blindato", e nei fatti ancora tutto da definire: l'intesa politica ancora
non c'è. La tensione a Palazzo Chigi è palpabile, e gli attriti tra i ministri di M5s e Lega si riverberano anche sul decreto
per la crescita, ancora in cantiere. «Rischiamo di approvare un decreto Blocca cantieri, senza la s», lamenta la Lega. E Matteo
Salvini, che al Cdm giunge assai
irritato, elenca le cose che «mancano» nel testo preparato dal ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli con la supervisione
del premier Conte.
All'ordine del giorno, oltre a un pacchetto di ratifiche di accordi internazionali, anche il decreto legge per la tutela dei correntisti dai possibili effetti negativi della Brexit imminente. Questo provvedimento, secondo fonti di governo, sarebbe stato approvato in via definitiva perché l’obiettivo è inviare il decreto al Quirinale per la firma per permettere la pubblicazione in Gazzetta ufficiale già
sabato. L'obiettivo è far sì che gli operatori finanziari siano pronti a comunicare le novità già all'apertura dei mercati
di lunedì. Nel decreto, che punta a tutelare il sistema economico italiano in caso di no deal sulla Brexit, trovano posto
anche le norme annunciate dalla Lega - alla vigilia dell'intesa con la Cina sulla Via della seta - per rafforzare la "Golden
power". E rendere obbligatoria la notifica da parte di aziende non europee che entrino nella progettazione o gestione della
rete G5.
Il Consiglio dei ministri ha dato anche il via libera all’election day: il 26 maggio si voterà per le europee e le amministrative. Lo si apprende da fonti di governo al termine della riunione
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Secondo fonti pentastellate nel corso della riunione il Consiglio dei ministri ha avviato anche un «brevissimo esame preliminare» del decreto per la crescita sponsorizzato dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Anche su questo fronte diversi i nodi ancora da sciogliere, in particolare su Pir (Piani individuali di risparmio) e super-ammortamento. L'approvazione del decreto legge è prevista per uno dei prossimi Cdm.
Dopo lo stop al mini-condono per le piccole irregolarità negli edifici privati pre-1977, cancellato dalla bozza del provvedimento per il secco no del M5S, i nodi da sciogliere erano diversi, a partire dalle norme cosiddette "ammazza-gare" (per permettere affidamenti diretti per lavori fino a 1 mln di euro). Da parte sua il vicepremier Matteo Salvini nel pomeriggio escludeva anche lui l'ipotesi condono, insistendo però sulla necessità di «far ripartire l'edilizia privata, le manutenzioni, le messe a norma, gli adeguamenti ambientali e antisismici con sconti alle famiglie per far ripartire il settore edilizia». Perchè «se non riparte l'edilizia è un problema».
Già al question time pomeridiano alla Camera il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, dava invece per certa l'intesa raggiunta sul testo all'attenzione del Consiglio dei ministri. Tra le norme in arrivo il ministro citava proprio la riforma delle procedure per le piccole opere sottosoglia Ue, sottolineando che il suo obbiettivo è favorire le Pmi. La scelta di tornare al regolamento unico attuativo del Codice degli appalti, mandando in pensione la soft law dell'Anac, spiegava Toninelli all'Assemblea, avrà effetti positivi «sotto il profilo della semplificazione, della trasparenza e della immediata comprensibilità delle regole operative, senza far venir meno i controlli» che «è un'esigenza rappresentata da tutti gli operatori».
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