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Dal Dl Dignità allo Sblocca cantieri: i 4 «salvo intese» del Governo Conte

Da sinistra a destra, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e il ministro dell'Interno Matteo Salvini al termine della conferenza stampa sulla manovra economica il 3 ottobre (foto Ansa)
Da sinistra a destra, il ministro dell'Economia Giovanni Tria, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e il ministro dell'Interno Matteo Salvini al termine della conferenza stampa sulla manovra economica il 3 ottobre (foto Ansa)

Con quello sul decreto sblocca cantieri, salgono a quattro i provvedimenti che sono stati approvati dal consiglio dei ministri con la formula «salvo intese». La formula, che consente all’esecutivo di modificare il provvedimento prima di sottoporlo all’esame del Parlamento e che, va ricordato, è stata presa in considerazione anche dagli altri governi, è stata già adottata dall’esecutivo Conte in occasione del via libera al disegno di legge anticorruzione, del decreto Dignità e del decreto Genova.

Luglio 2018: Dl dignità alla Camera 10 giorni dopo la conferenza stampa
Nella serata del 2 luglio 2018 - è un lunedì - il Consiglio dei ministri approva con la formula “salvo intese” il decreto legge Dignità. L’obiettivo del provvedimento è limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato. Il governo Conte ha prestato giuramento un mese prima, il primo giugno. Il provvedimento verrà presentato alla Camera dieci giorni dopo la conferenza stampa organizzata dal governo, il 3 luglio, per illustrare le misure del decreto.

Settembre 2018: sì allo Spazzacorrotti, alla Camera 18 giorni dopo
Nella serata di giovedì 6 settembre dello scorso anno il Consiglio dei ministri fa scattare il semaforo verde per il disegno di legge cosiddetto “spazzacorrotti”. Il provvedimento è un cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, e del ministro della Giustizia pentastellato Alfonso Bonafede. Anche questa volta il via libera è “salvo intese”. Sono due i nodi ancora da sciogliere: da una parte la compatibilità con la Costituzione del Daspo a vita; dall’altra quello dell’agente sotto copertura (già utilizzato per indagini su mafia, droga e terrorismo) da infiltrare nella Pa per consolidare le prove contro i corrotti. Il provvedimento dovrà attendere fino al 24 settembre per essere presentato alla Camera.

Decreto Genova: il nodo del Commissario per la ricostruzione
Giovedì 13 settembre. L’ordine del giorno che viene diffuso nel pomeriggio fa riferimento a un «esame preliminare». Ma il decreto legge “urgenze” (o “Genova”), piatto forte del Consiglio dei ministri che si riunisce nel tardo pomeriggio a palazzo Chigi, alla fine incassa un via libera con la formula “salvo intese”. Si conferma così la distanza tra M5S e Lega su uno degli aspetti più rilevanti: il nome e i poteri del commissario per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. La nomina avverrà con un Dpcm e sarà fatta «successivamente», spiega il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa. Alla fine la scelta cadrà su Marco Bucci, il sindaco del capoluogo ligure.

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