Italia

L’attività di lobbying di De Vito: «Le cene con gli…

  • Abbonati
  • Accedi
L’interrogatorio dell’avvocato mezzacapo

L’attività di lobbying di De Vito: «Le cene con gli imprenditori»

Un’attività di lobbying sfruttando le conoscenze di Marcello De Vito, nome altisonante del Movimento 5 Stelle. «Mi portava a cene con imprenditori», racconta l’avvocato Camillo Mezzacapo - il professionista arrestato con l’accusa di corruzione - in un verbale di spontanee dichiarazioni al giudice per le indagini preliminari. L’ipotesi dei pm è che i gruppi imprenditoriali Parnasi, Toti e Statuto abbiano affidato incarichi professionali a Mezzacapo, per ingraziarsi De Vito e ottenere, così, un celere via libera per le iniziative imprenditoriali nella Capitale.

«Le cene con Marcello»
All’indomani dell’arresto, Mezzacapo è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia. L’avvocato, però, ha preferito non rispondere alle domande del giudice. Tuttavia ha voluto rendere spontanee dichiarazioni difensive. Al giudice spiega che «io ho sempre cercato solo Marcello, l’attività di promozione. Cioè lui era uno che aveva visibilità che faceva cene tutte le sere con gente, ma anche fuori Roma, proprio imprenditori anche milanesi. Quindi a qualcuna di queste cene mi chiamava, andavo, alle volte mi portavo ... (forse una cartellina, ndr)... che davo cioè, promozione di attività professionale per cercare di prendere incarichi, aumentare il fatturato nello studio che è quello che io ho sempre fatto».

Le tangenti verso Marcello De Vito
Nell’inchiesta sono indagati i fratelli Pierluigi e Claudio Toti, presidente e vicepresidente della holding, l’imprenditore Giuseppe Statuto, l’avvocato Virginia Vecchiarelli, dello studio legale di Mezzacapo, Paola Comito, amministratore e legale rappresentante della Ellevi Srl, e Sara Scarpari, amministratore e legale rappresentante della Mdl Srl, riconducibile a De Vito e Mezzacapo. Il sistema ruoterebbe intorno all’avvocato Mezzacapo: sarebbe lui l’intermediario tra politica e imprese, che si faceva pagare le tangenti da riversare in parte a De Vito. Tra le mazzette a De Vito ci sarebbero almeno 50mila euro versati dai Toti, su un totale di circa 110mila euro indirizzati a un conto riferibile a Mezzacapo. E questo solo per la riqualificazione degli ex mercati generali di Roma Ostiense. Poi i 25mila euro versati da Giuseppe Statuto per la riqualificazione della ex stazione Trastevere, più altri 20mila versati da Bardelli e Pititto, professionisti legati al gruppo della famiglia Statuto (con la promessa che i soldi sarebbero arrivati a 160mila a progetto concluso). Infine, i 95mila euro in tre tranche da parte di Parnasi. Ma la contabilità delle tangenti a carico di De Vito potrebbe aumentare se si considera che gli incarichi ricevuti da Mezzacapo erano in condivisione con il politico. Questo solo dal marzo 2017 al giugno 2018.

Mezzacapo e i «conti correnti schermati»
Mezzacapo si sarebbe occupato di versare le somme in conti correnti schermati, ma a lui riconducibili (sistema usato anche per evadere il fisco). Gli elementi della vicenda arrivano dalle dichiarazioni di Luca Parnasi, imprenditore già indagato nel procedimento sui finanziamenti illeciti alla Lega. Sarebbe stato lui a concorrere a mettere in piedi il “modello” di attività illecite. E, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, «il suo arresto non è stato un deterrente» per gli altri. Ricapitolando, sono tre i gruppi con cui De Vito e Mezzacapo hanno intessuti rapporti: Parnasi, Toti e Statuto. Le tre vicende, spiegano gli inquirenti, presentano elementi comuni. Ovvero «il mercimonio del presidente del consiglio di Roma Capitale, asservito agli interessi dei privati, per lo più costruttori interessati a questioni connesse alla trasformazione del territorio», dal nuovo Stadio della Roma, progetto di Parnasi, alla riqualificazione dei mercati di Roma Ostiense, in mano al gruppo Toti, fino alla realizzazione di un albergo alla stazione di Roma Trastevere e all'edilizia residenziale. A mettere in contatto gli imprenditori con Mezzacapo sarebbe stato proprio Parnasi.

© Riproduzione riservata