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Dai vertici del Parlamento alla legittima difesa, quando FI e M5S sono…

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BERLUSCONI: «CINQUE STELLE DILETTANTI PERICOLOSISSIMI»

Dai vertici del Parlamento alla legittima difesa, quando FI e M5S sono sulla stessa linea

Silvio Berlusconi interviene dal palco del Palazzo dei Congressi dell’Eur, all’assemblea degli eletti di Forza Italia, e ricorre a quello che, negli ultimi tempi, è un suo cavallo di battaglia: l’attacco a M5S. Questa volta il Cavaliere punta l’indice contro «questi signori dei Cinque Stelle incompetenti, dilettanti e quindi pericolosissimi».

Il via libera definitivo alla legittima difesa
L’ennesimo attacco, in occasione di una kermesse pubblica, arriva a poche ore dall’approvazione definitiva da parte del Senato del disegno di legge sulla legittima difesa. Un’approvazione che, stando al resoconto delle cronache parlamentari, registra una convergenza tra Fi e Cinque Stelle. Entrambe le forze politiche dicono sì a quello che è considerato un cavallo di battaglia della Lega. Il semaforo verde scatta sulla base di motivazioni diverse. Per i pentatellati la riforma rientra nel contratto per il governo del cambiamento, che è alla base dell’esecutivo Conte. Per gli Azzurri, il tema della legittima difesa è uno di quelli alla base della coalizione di centrodestra. Tant’è che Salvini ringrazia «gli amici dei 5 Stelle» ma anche quelli di Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno votato dalla stessa parte. Per la cronaca, il provvedimento sarebbe passato anche senza i voti dei forzisti e del partito di Giorgia Meloni, sebbene “al pelo”. Nella maggioranza sono stati 51 i sì della Lega e 91 dei 5 stelle. La somma fa 142, esattamente il quorum necessario per la votazione rispetto al numero legale ( nel complesso i sì sono stati 201, 38 no e 6 astenuti). Se da una parte l’alleanza Lega-M5S regge, dall’altra rimane il fatto che i senatori di Forza Italia e quelli M5S, in quell’occasione, si trovano a sostenere una linea politica analoga: entrambi a favore del provvedimento.

GUARDA IL VIDEO - La legittima difesa voluta da Salvini è legge

Lo stop all’autorizzazione a procedere per Salvini sul caso Diciotti
E non è la prima volta. Senza andare troppo indietro, la stessa situazione si verifica in occasione del voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Diciotti, mercoledì 20 marzo. Ancora una volta Palazzo Madama fa da palcoscenico della inedita consonanza. L'Aula del Senato nega l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. I voti a favore della relazione della giunta delle immunità (pervenuta alla conclusione che l’autorizzazione non andava concessa) sono 237, contrari 61 e nessun astenuto. Movimento 5 Stelle e Forza Italia votano contro l’autorizzazione: anche in quell’occasione, dunque, si trovano a navigare sulla stessa barca.

L’appoggio reciproco nell’elezione dei vertici di Camera e Senato
Andando un po’ più indietro, torna alla mente il via libera reciproco nei confronti dei vertici delle Camere: di Forza Italia a favore del candidato pentastellato alla Camera, Roberto Fico; dei Cinque Stelle a sostegno di quella azzurra alla presidenza del Senato, Elisabetta Casellati. Il tutto a coronamento di una trattativa in salita, caratterizzata anche da momenti di tensione tra il Movimento da una parte e le forze di centrodestra dall’altra. Il tavolo rischia di saltare. Il compromesso, alla fine, arriva.

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