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Conte: «Nessun attacco alle banche, in settimana il Dl…

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BOCCIA AL GOVERNO: SUPERARE I CONFLITTI

Conte: «Nessun attacco alle banche, in settimana il Dl crescita». Tria: no a manovra correttiva

«Domani non è previsto il Consiglio dei ministri, lo fisseremo ovviamente in settimana e porteremo il decreto crescita». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Festival dell’economia a Firenze. Dove ha spiegato che «le riforme già varate» dal suo governo «sono nulla rispetto a quello che ancora faremo. A Firenze era presente anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha escluso una manovra correttiva - «nessuno ce la chiede» – e ha ammesso che «la parte più produttiva dell’Italia è ferma», ma che nel paese «c’è voglia di fare, non di piangere». Tria ha quindi confermato che «in questi giorni si approveranno i decreti sblocca cantieri e poi le misure necessarie per contrastare la stagnazione, spero anche prima del Documento di economia e finanza». E parlando di banche, ha spiegato che «a parte alcuni casi, che sono veramente pochi, di malagestione, il sistema bancario italiano è uno dei più sani d'Europa e forse del mondo», e l’attacco a questo sistema «mina l’interesse nazionale». «Non mi sembra ci siano i presupposti per parlare di attacco alle banche... Conserviamoci tutti lucidi», ha replicato Conte parlando con i giornalisti. E commentando le polemiche tra ministri, ha aggiunto: «Il mio motto è “sobri nelle parole generosi nelle azioni”».

Boccia: il governo superi i conflitti sullo sbolocca-cantieri
Anche a questo ha fatto il riferimento il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia (intervistato a “Mezz'ora in più” su Rai 3), dicendo che nella maggioranza «ci sono grandi divergenze su molte questioni: data la dimensione economica che il Paese vive in questo momento servirebbe compattezza», invitando poi il governo a «superare i conflitti sullo sblocca cantieri e sul decreto crescita» e a impegnarsi al massimo per il rilancio del Paese. «Se le divergenze sono strutturali – ha sottolineato - bisogna prenderne atto e non andare avanti e galleggiare. C’è una manovra a fine anno da fare». Boccia ha poi spiegato che con il Governo «si è aperto un dialogo», tanto che dopo la presentazione delle stime del CsC «Di
Maio, con cui parliamo in napoletano, mi ha mandato un sms, anche simpatico: "preside' mentre stavo entrando alla Borsa di New York m'hai fatto 'sto regalo" ». Da Salvini invece per la stessa ragione è arrivato «un whatsapp un po' più piccato» con scritto «complimenti per il dato». Ma «con i nostri dati - ha assicurato il leader degli industriali - non abbiamo fatto un attacco al governo abbiamo solo preso atto del rallentamento dell'economia. Il punto è la capacità di reagire e ora la sfida sta tutta nel decreto crescita e nello sblocca-cantieri».

Salvini: Confindustria ci attacca ma chiede incontri
Alle parole di Boccia replica il vicepremier Matteo Salvini, intervistato dall'emittente fiorentina Lady Radio: «Confindustria ci desse una mano, facesse delle proposte. Sui giornali ci attacca e poi chiede incontri». «Io parlo tutti i giorni con piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Forse i grandi industriali erano abituati troppo bene dalla sinistra: qualunque cosa chiedevano gli veniva concessa. Ma Italia è fatta dai piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Non solo da grandi banche e imprese», ha concluso il ministro dell'Interno.

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In sblocca-cantieri anche decreto sisma
Si lima ancora il decreto sblocca-cantieri, che, secondo quanto si apprende, ingloberà anche le misure per la ricostruzione nelle zone colpite da terremoti negli ultimi anni messe a punto da Vito Crimi. L'obiettivo sarebbe quello di inviarlo al Quirinale per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale già questa settimana. Al momento, dopo l'intesa politica sugli interventi per riavviare i cantieri chiusa nei giorni scorsi nella maggioranza, sarebbero in corso ancora valutazioni tecniche, anche della compatibilità finanziaria di alcune misure sul sisma. Forse è di questo che hanno parlato in Toscana Salvini e Conte dopo le tensioni di ieri («sono felice che Conte e Salvini si siano chiariti», ha commentato Di Maio l’incontro).

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Conte: reddito e quota 100, politica a impatto sociale
Il premier ha spiegato che il reddito di cittadinanza e quota 100 «esprimono una politica a forte impatto sociale. Per proteggere i più deboli e vulnerabili Dobbiamo continuare a lavorare per invertire l'esclusione di fasce sempre più ampie della popolazione» e introdurre «operazioni riparatrici nei confronti di lavoratori che sono state una concreta violazione del patto sociale».

Tria: nessuno ci chiede una manovra correttiva
Il ministro ha poi spiegato «Una manovra correttiva nel senso di una manovra restrittiva, e quindi ancora più recessiva, non è logica in questo momento e nessuno in Europa chiede una cosa illogica di questo tipo», ha spiegato Tria a margine del suo intervento a Firenze. «D’altra parte la manovra correttiva dobbiamo farla - ha aggiunto - nel senso che le misure urgenti sull'economia sono una manovra correttiva per sostenere l’economia senza mettere in discussione gli obiettivi di bilancio». «Noi rispetteremo gli obiettivi che riguardano il deficit strutturale, ovviamente. Su quello stiamo discutendo», ha concluso il ministro.

Banche, alcune europee hanno titoli velenosi
Sottolineando lo stato di salute del sistema bancario italiano, Tria ha aggiunto che «dopo la crisi del 2008 questo era chiaro non avevamo titoli velenosi, derivati pericolosi, tossici, come le avevano e in alcuni casi hanno ancora molte banche europee, in primo luogo tedesche». Secondo il ministro «la crisi bancaria italiana viene dalla seconda recessione e lì che è venuto fuori il problema» perché «le regole internazionali si sono molto irrigidite, ponendo oneri al sistema bancario, e quello italiano era molto indebolito». Oggi, però, «il sistema bancario italiano si è consolidato e gli npl si sono ridotti di molto, dimezzati», ha proseguito il ministro sottolinenando come «il sistema bancario italiano non ha qualcosa da nascondere, sono altri i sistemi bancari che hanno problemi da nascondere».

Parte più produttiva dell’Italia è ferma
In questo momento c'è «un rallentamento della crescita in Europa», ha spiegato Tria, perché «si è fermato il motore, la Germania», e conseguentemente «si è fermata anche la parte più produttiva dell’Italia, quella del manifatturiero che esporta». Il ministro ha ricordato che il problema è che l'Italia «da dieci anni cresce un punto percentuale in meno del resto d'Europa, significa che la nostra economia è allo 'zero' mentre la Germania riesce a rimanere allo 0,7-0,8 per cento», ha aggiunto.

Nel Paese c’è voglia di fare, non di piangere
In Italia «c’è una spinta che vuole fare e togliere 'lacci e lacciuoli', come si diceva negli anni 70-80», ha detto Tria, sottolineando però che il punto di partenza di ogni provvedimento e decisione sarà «tenere sotto controllo la corruzione e le patologie che si possono presentare». Il ministro ha sottolineato che «bisogna avere equilibrio» perché si è detto convinto che «in Italia non ci sia più corruzione rispetto ad altri Paesi: magari c'è più contrasto e quindi i fenomeni emergono di più». «In Italia, ho sempre detto, si è legiferato soltanto per la patologia della situazione e non per la fisiologia. Poi - ha concluso - si combattono le patologie ma nessuno vuole lo stato di polizia, una dittatura».

Crescita sia equilibrata
Il ministro ha quindi sottolineato che «la crescita è necessaria e non sufficiente, ma ci vuole. Se guardiamo al tipo di crescita, questa può essere non inclusiva ma diretta, con un modello sbagliato che porta alla non crescita». «Serve dunque una crescita equilibrata e non squilibrata - ha spiegato - altrimenti si ha un impatto anche sociale. Inseguiamo la stabilità finanziaria ma non può esserci senza stabilità sociale».

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