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Dallo stop dei Tmb di Malagrotta alla presidenza Ama: i fronti caldi dei…

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in pista l’avvocato sammarco

Dallo stop dei Tmb di Malagrotta alla presidenza Ama: i fronti caldi dei rifiuti a Roma

Impianti di smaltimento a fuoco o da chiudere per manutenzione. Vertici dell’Ama (l’azienda dei rifiuti capitolina) azzerati, con bilancio ancora da approvare. Quella dei rifiuti a Roma ha sempre più i connotati di una vera e propria emergenza. Dopo l’ultimo rogo divampato la settimana scorsa nell’impianto Tmb (Trattamento meccanico biologico) Ama di Rocca Cencia, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiest0 l’esercito a presidio dei «siti che trattano e smaltiscono i rifiuti di Roma». Un altro rogo, lo scorso dicembre, aveva interessato il Tmb Ama in zona Salario, mettendolo ko. A differenza del Salario, l’impianto di Rocca Cencia è rientrato in funzione.

La chiusura dei Tmb di Malagrotta
Ma ad impensierire Raggi c'è anche un'altra questione, potenzialmente esplosiva: il fermo di tre mesi per manutenzione, a partire dal 25 aprile, degli altri due Tmb privati che servono Roma: quelli del Colari (consorzio al momento sotto commissariamento ma che fa capo all’imprenditore Manlio Cerroni). Se questa ipotesi si concretizzasse nelle prossime settimane, lo spettro è la compromissione del servizio di raccolta e il trattamento dell’immondizia della Capitale. Così, la prima cittadina ha investe della questione anche il prefetto Paola Basilone.

Il deficit impiantistico
Resta forte il deficit impiantistico. Già prima dell’incendio del Tmb Salario gli impianti aziendali coprivano meno del 25% del fabbisogno di trattamento dei rifiuti raccolti nella città di Roma. Il nuovo piano industriale approvato dal Cda di Ama a inizio gennaio punta ad abbattere la dipendenza da terzi dell'azienda capitolina prevedendo la realizzazione di 13 nuovi impianti (3 impianti per il trattamento degli scarti organici, 3 per il trattamento di plastica e metalli, 2 fabbriche dei materiali in sostituzione dei Tmb, 4 per materiali specifici - Raee, terre di spazzamento, materassi, pannolini - e 1 per la vetrificazione degli scarti di trattamento).

L’azzeramento del Cda di Ama
Dopo il “terremoto” innescato dalla bocciatura del bilancio Ama, con le conseguenti dimissioni dell'assessore all'ambiente Pinuccia Montanari (contraria alla bocciatura) non solo quest’ultima non è stata rimpiazzata in giunta, ma la sindaca ha firmato il 18 febbraio un’ordinanza con cui ha revocato l’intero consiglio di amministrazione della municipalizzata dei rifiuti di Roma, compreso Lorenzo Bagnacani, presidente e amministratore delegato della società. Una decisione adottata, dopo aver «preso atto» dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati. Tra le “colpe” imputate alla Montanari dall'assessore capitolino al bilancio Gianni Lemmetti, quella di aver fatto scendere la raccolta differenziata dal 41 al 39 per cento.

Per Cda Ama 130 cv: in pista l’avvocato Sammarco
La sindaca sta ancora esaminando le candidature arrivate per la guida di Ama. Ci sono da scegliere il presidente, l’amministratore delegato e un altro membro del cda. Probabile che la decisione arrivi a metà aprile, mentre resta da risolvere il problema del bilancio 2017 non ancora approvato. I curricula arrivati sono quasi 130. Tra i candidati che hanno attirato l'attenzione dei consiglieri in commissione ci sono: l’esperto di 'rifiuti zero' Raphael Rossi, l'ex dg di Ama Stefano Bina e Pieremilio Sammarco, l'avvocato dello studio romano presso cui la prima cittadina lavorava prima dell'elezione in Campidoglio. Tra i candidati non compare il cv dell'attuale amministratore unico pro-tempore, Massimo Bagatti.

Da ricordare che Raggi dal 2003 al 2006 svolse il suo praticantato presso lo studio di Cesare Previti, chiamata dal suo professore di Diritto dell'Informatica, Pieremilio Sammarco, che ci lavorava. Da Previti passò poi allo stesso studio Sammarco dove si fece le ossa. Alessandro Sammarco, fratello del titolare Pieremilio, è stato lo storico difensore di Previti, ma vanta clienti come Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

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