Per i pescatori che vogliono ripulire il mare dalla plastica la novità c’è. Per prima cosa i costi della gestione dei rifiuti rimasti impigliati nelle reti e consegnati dai comandanti dei pescherecci nell’impianto portuale di raccolta non andranno a gravare più in maniera esclusiva sui pescatori e sugli utenti dei porti, ma saranno coperti con una specifica componente della tassa sui rifiuti. Ma il disegno di legge approvato nella serata del 4 aprile dal Consiglio dei ministri, battezzato “legge Salva mare”, mette sul piatto anche «dispositivi premiali» per i pescatori che raccolgono la plastica in mare.
Nel Mediterraneo il 7% della microplastica globale
Un provvedimento, quello licenziato nelle ultime ore dal governo, e che ora verrà trasmesso alla Conferenza unificata per
il parere di competenza, che punta a contribuire al risanamento dell’ecosistema marino. Nel Mar Mediterraneo, che rappresenta
solo l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale.
Premi per i pescherecci da definire con decreto interministeriale
Sarà l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) - si legge nel testo del provvedimento - a indicare i criteri
per definire la componente tariffaria con cui coprire i costi di gestione dei rifiuti pescati in maniera accidentale. Quanto
invece ai premi per i pescherecci che con questo contributo contribuiscono a difendere il mare, saranno individuati tramite
un decreto interministeriale Politiche agricole - Ambiente. Lo stesso decreto definirà modalità, termini e procedure per l’applicazione
dei «dispositivi premiali» al sistema di punti per infrazioni gravi (articolo 14, decreto legislativo 4/12), previsto dalle
normative europee per contrastare la pesca illegale.
Certificazione per gli imprenditori ittici «virtuosi»
Al fine di diffondere modelli comportamentali virtuosi rivolti alla prevenzione del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nell’ecosistema
marino e alla loro corretta gestione, infine, il ddl prevede l’attribuzione di una certificazione ambientale agli imprenditori
ittici che si impegnino a utilizzare materiali a ridotto impatto ambientale, partecipino a campagne di pulizia del mare o
conferiscano rifiuti accidentalmente pescati.
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