Sessantatrè Comuni su novantadue andranno al voto per eleggere sindaco e consiglio comunale il 26 maggio, il giorno delle elezioni europee. Può darsi che, come lamenta in queste ore la governatrice dimissionaria dell'Umbria Catiusca Marini, il Pd zingarettiano sia più sensibile alle sirene del giustizialismo rispetto alla gestione precedente. Sicuramente sulla decisione del neo segretario Nicola Zingaretti di spingere al passo indietro la governatrice coinvolta nell'inchiesta di Perugia sui concorsi truccati ha pesato la propaganda del M5s, già partita all’attacco per strappare al Pd altri voti di “sinistra”.
Ma ha pesato anche il pressing dei sessantatrè candidati sindaci del centrosinistra. Il grido di allarme di chi in queste settimane difende palmo a palmo i territori e le città della (ex?) regione rossa dagli
assalti di Matteo Salvini (non a caso il leader leghista è oggi già in campo a Perugia) è giunto forte e chiaro a Largo del
Nazareno: non vogliamo che l’inchiesta ci travolga tutti. Insomma, se la regione è data già quasi per persa (gli umbri torneranno
al voto in autunno, probabilmente a ottobre), che almeno i comuni più importanti siano al riparo.
A cominciare da Perugia, appunto, dove il candidato di Pd e liste civiche è il giornalista Rai Giuliano Giubilei. Di certo un profilo civico, lontano dalla nomenclatura democratica della regione, per tentare di sfilare la poltrona di
sindaco al centrodestra che ha ricandidato l’uscente Andrea Romizi (area Fi). La scelta di candidati civici e di rinnovamento
è comune a molti comuni della regione: a Foligno, ad esempio, corre per la carica di sindaco Luciano Pizzoni, ingegnere e
manager della Umbria Cuscinetti. A parte Perugia, dove la sinistra ha deciso di candidare la ex senatrice Katia Bellillo,
il Pd è poi riuscito a stringere alleanze larghe un po' ovunque. Mentre a trainare il voto nei piccoli comuni sono liste civiche
di area senza il simbolo del partito.
Candidature ben selezionate nel segno del rinnovamento e alleanze larghe: ora, con l’inchiesta perugina che getta discredito sui dirigenti dem locali, tutto rischia di essere vanificato. Da qui il tentativo di prendere le distanze tramite le dimissioni di Marini. Ma in pochi pensano davvero che basterà ad evitare la debacle.
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