Dal “salva-Roma” all’autonomia, passando per Alitalia, immigrazione, sicurezza, riforma dei processi, nomina dei commissari alle opere da sbloccare, flat tax, conflitto d’interessi, famiglia: dieci nodi, dieci possibili incidenti dietro l’angolo. Se Matteo Salvini o Luigi Di Maio decidessero di far saltare il banco del Governo, non mancherebbero certo le occasioni.
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Il primo redde rationem è atteso già martedì, quando il Consiglio dei ministri dovrà approvare in seconda deliberazione il decreto crescita. All’interno il M5S ha fatto inserire la norma per chiudere dal 2021 la gestione commissariale del maxi debito pregresso da 12 miliardi della Capitalee trasferirlo in parte allo Stato. Ma la Lega, dopo le tensioni sui casi Siri e Raggi, ne chiede lo stralcio. «No a Comuni di serie A e serie B», ha tuonato Salvini. Allargare la rete di salvataggio ad altri sindaci potrebbe essere la via d’uscita dall’impasse, ma il M5S è disponibile a discuterne solo in sede di conversione. Ricordando in ogni caso che le competenze (c’è un tavolo con le città capoluogo già avviato) sono nelle mani della viceministra all’Economia Laura Castelli.
Non va meglio su un altro tentativo di salvataggio: quello di Alitalia. Il piano che prevede l’ingresso del Tesoro come azionista e l’acquisto di circa il 50% del capitale da parte di Ferrovie e Delta langue per l’assenza di altri partner privati. Atlantia frena, Di Maio rassicura i sindacati e la Lega incalza: «Prenda una posizione chiara». Non aiuta il fatto che fosse proprio Siri, come sottosegretario alle Infrastrutture, a seguire il dossier prima di essere indagato.
In tema di infrastrutture, si registrano già fibrillazioni per le nomine dei futuri commissari alle opere strategiche, previsti dal decreto sblocca cantieri. Deve farle Conte, su proposta del ministro Toninelli, sentito Tria. Ma il viceministro leghista Rixi ha già avvertito: «Devono essere condivise».
Dolente pure il tasto dell’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La ministra M5S per il Sud, Barbara Lezzi, ha recapitato al Carroccio il messaggio di «non aver paura di un dibattito in Parlamento». La collega agli Affari regionali Erika Stefani ha chiarito: la Lega non arretra.
Sull’immigrazione nulla di buono all’orizzonte, con i disordini in Libia. I «porti chiusi» di Salvini hanno già scatenato lo scontro con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta e i vertici delle Forze Armate. Il M5S è pronto a una nuova offensiva sul terreno dei rimpatri. Quanto alla sicurezza , Di Maio si è schierato con i sindaci che protestano contro i maggiori poteri ai prefetti. Su famiglia e diritti si prevedono scintille in Senato sul Ddl del senatore leghista Pillon. La giustizia, campo minato: Salvini ha disertato la riunione con Conte e il Guardasigilli Bonafede sulla riforma. Mancava soltanto il ritorno alla carica di Di Maio sul conflitto d’interessi per aprire una nuova linea del fuoco.
I DIECI DOSSIER CALDI
1. Flat tax
Il tema su cui alla vigilia del Def si è concentrato lo scontro Lega-M5S. Ma  nonostante la mediazione trovata nella risoluzione di maggioranza,  senza numeri né aliquote,  le posizioni sulla riforma
   fiscale restano distanti:  Salvini vuole  una  flat  tax al  15% fino a 50mila euro.  Di Maio chiede  un avvio più graduale
   con il sostegno  «al ceto medio» 
2. Porti e Migranti
Costante la tensione politica tra M5S e Lega sulla linea da tenere sugli sbarchi: i primi  per la «responsabilità» rispetto
   a un Paese in guerra. Lontani dai «porti chiusi» di matrice leghista. Tensione che sta  dietro lo  scontro istituzionale Salvini-Trenta sulla  direttiva  del Viminale  inviata
   anche ai vertici di  Difesa e  Marina
3. Autonomia
Sul tema autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna  si sono schierate su fronti contrapposti due ministre. La titolare
   M5S per il Sud, Barbara Lezzi,  ha recapitato al Carroccio il messaggio di «non aver paura di un dibattito  in Parlamento».
   La collega agli Affari regionali  Erika Stefani ha chiarito: la Lega non arretra
4. Alitalia
Lo stallo sul  salvataggio di  Alitalia agita la maggioranza.  Il piano che prevede l’ingresso del Tesoro come azionista e l’acquisto di circa il 50% del capitale da parte di Fs e Delta
   langue per l’assenza di altri partner privati.   Atlantia frena, Di Maio rassicura i sindacati e la Lega incalza: «Prenda una posizione chiara»
5. Conflitto d’interessi
Dopo il caso  Siri Di Maio accelera sulla legge per il conflitto di interessi tema caro  ai Cinquestelle  ma messo da parte proprio per  l’alleanza con Salvini. Ora M5S vuole portare  in Aula «quanto prima» il testi e sfida la
   Lega:  «Vediamo se lo votano»
6. Salva-Roma
Inserita nel Dl crescita, la  norma Salva-Roma (per chiuderenel 2021 la gestione commissariale del debito pregresso della capitale da 12 miliardi) è nuovo terreno di attrito
   all’interno   governo giallo-verde.  Salvini contro la sindaca Raggi  ne chiede lo stralcio («No a Comuni di Serie A e B»).
   «La Lega vuole fare un regalo alle banche pur di attaccarci» ribatte il M5S
7. Sicurezza
È un’altra direttiva firmata da Salvini, quella sulla sicurezza nelle città,  ad aprire un nuovo fronte di scontro.  Una stretta con cui il    Viminale attribuisce
   maggiori poteri ai prefetti. Con l’altro vicepremier,  Di Maio, che si schiera con i sindaci: «Chi governa lo scelgono i cittadini.
   È  l'abc della democrazia»
8. Giustizia
La giustizia è tornata a far discutere i due alleati.  Con i ministri leghisti che mercoledì hanno disertato il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi  sul testo di riforma del
   processo penale e civile messo a punto Guardasigilli pentastellato Bonafede. Che sul Ddl costituzionale per la separazione
   delle carriere sostenuto dalla Lega dice: noi contrari, non è nel contratto 
9. Sblocca cantieri
Il decreto sblocca cantieri, appena entrato in vigore, affida al premier, su proposta del ministro Toninelli, sentito Tria, la nomina dei commissari
   alle opere ritenute prioritarie. Ma  la Lega, tramite il viceministro Rixi, ha già avvertito: «Nessuno pensi di escluderci.
   I nomi devono essere condivisi»
10. Famiglia e diritti
Le frizioni sono esplose con il Congresso   di  Verona col patrocinio del ministero guidato dal leghista Fontana, presente Salvini. Un inno alla famiglia “naturale”.   Per Di Maio:
   «Nuovo Medioevo. Lì c’è chi vuole negare i diritti degli altri».  Lontani anche sul Ddl  Pillon (Lega)  sull’affido condiviso
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