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VERSO IL CDM

Decreto crescita, le misure in arrivo: ma è scontro sul salva-Roma

Il decreto crescita dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri, convocato per questo pomeriggio alle 19. Nell’ordine del giorno il provvedimento non compare ma fonti di palazzo Chigi precisano che non c’è perché formalmente già approvato in una precedente riunione, sia pure salvo intese (il 4 aprile).

Altre fonti segnalano che l’assenza potrebbe nascere dal fatto che nella maggioranza non c’è ancora l’intesa sulla misura politicamente più “spinosa”, il cosiddetto «Salva Roma» : M5S e Lega starebbero ancora su posizioni distanti. Risultato: per il provvedimento, sempre stando a questo secondo scenario, ci potrebbe essere oggi un ulteriore via libera «salvo intese», mentre quello definitivo potrebbe arrivare, come riporta oggi Il Sole 24 Ore, lunedì 29 aprile, in occasione di una nuova riunione del Consiglio dei ministri. Un’ennesima ipotesi è quella che prevede l’astensione dei ministri leghisti. Il provvedimento passerebbe con l’appoggio della componente pentastellata. E la Lega potrebbe riaprire la partita alla Camera o al Senato.

In ambienti della maggioranza si chiarisce che il provvedimento arriverà sul tavolo del Cdm così come approvato il 4 aprile, e quindi anche con la norma «Salva Roma». Dopodiché, si valuteranno diverse opzioni: approvazione del provvedimento così come entra in riunione per poi aggiungere altre norme, come quelle che riguardano le altre città, in sede di conversione parlamentare; approvazione del provvedimento stralciando il Salva Roma per poi inserirlo in un altro contesto insieme ad altre norme.

Le perplessità del Quirinale
Se l’accordo non dovesse giungere nemmeno in occasione di questa seconda deliberazione, si potrebbe delineare uno sgarbo istituzionale con il Colle, che ha suggerito di riportare il testo in Consiglio dei ministri in quanto la formula “salvo intese”, utilizzata a inizio mese, si è trasformata in un’intensa attività di confronto sui contenuti, anche a livello tecnico.

Il primo sì del Cdm con la formula «salve intese»
La bozza del decreto crescita entra in Consiglio dei ministri con una veste da provvedimento “omnibus”. In pancia ha infatti misure ad ampio spettro: dai rimborsi per i risparmiatori ad Alitalia, alle soluzioni per le imprese. Su tutte, la grande incognita: il “salva Roma”. Tra gli oltre trenta articoli anche la riapertura del condono di multe, tributi e tariffe locali.

Alla ricerca di una mediazione in extremis sul «salva Roma»
È una norma, attualmente nel testo del provvedimento, che riguarda il debito storico della Capitale. Prevede la chiusura nel 2021 della struttura commissariale (definita dalla sindaca Virginia Raggi «una sorta di bad company») dipendente da Palazzo Chigi, che gestisce da anni tutti i debiti accumulati dalla Capitale fino al 2008 (un fardello giunto al momento a quota 12 miliardi). M5S sostiene che questa operazione non comporta oneri maggiori per lo Stato e per gli italiani, anzi - rilancia - produrrebbe dei risparmi e risorse in più a disposizione. La Lega chiude. «O tutti o nessuno, in democrazia funziona così. Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B», sottolinea Matteo Salvini. «I Comuni vanno salvati tutti, ma i problemi sono diversi e a ciascuno serve la sua cura», replica a distanza la viceministro dell’Economia, la pentastellata Laura Castelli.

Partita politica
Il nodo è, dunque, squisitamente politico. Allo stato attuale si cerca un compromesso, una mediazione in extremis in vista del Cdm. La “missione” di trovare la quadra è, ancora una volta, sulle spalle del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale peraltro in serata dovrebbe incontrare i sindacati della scuola, per scongiurare - questa volta - lo sciopero del 17 maggio.

La proposta di compromesso M5S
Per ora sul piatto c’è il compromesso sul Salva Roma, delineato dai Cinque Stelle: mantenere nel decreto Crescita la disposizione che riguarda il fardello del debito di Roma, integrandola con la possibilità per i grandi comuni di rinegoziare i tassi di interesse sui vecchi mutui, così da ottenere dei risparmi. Questa possibilità, è la linea pentastellata, verrebbe inserita nel corso della conversione del provvedimento da parte del parlamento. Il Carroccio preme affinché le misure per Roma e quelle per i grandi comuni vengano portate avanti insieme, quindi o entrambe già nel provvedimento che otterrà il via libera dell’esecutivo, o entrambe da inserire in sede di conversione.

Di Maio: «Sono sicuro che troveremo una soluzione»
«Cosa penso del muro della Lega su Roma? Nulla - osserva il vicepremier M5S Luigi Di Maio -: trovo grave che per fare campagna si colpisca la capitale lanciando slogan su un provvedimento a costo zero. È probabile che Salvini non abbia compreso la natura della misura, visto che punta a non far pagare più non solo ai romani gli interessi su un debito vecchio di 20 anni alle banche, ma anche a tutti gli italiani considerato che i 300 milioni il governo Berlusconi li prese nel 2008 dalla fiscalità generale. Spiegherò io stesso tutto questo a Salvini e sono sicuro che troveremo una soluzione».

Provvedimento sempre più omnibus
Il decreto crescita ha misure ad ampio spettro, tanto da essere considerato un “decreto omnibus”. A cominciare da quelle per le imprese: ripristino del superammortamento del 30% per acquisti di beni strumentali nuovi effettuati da imprese e professionisti dal 1° aprile e fino al 31 dicembre 2019, aumento della deducibilità Imu sui capannoni mentre, come riportato da Il Sole 24 Ore, rispetto alla prima versione approvata 18 giorni fa, nell’ultima bozza non compare più la stabilizzazione del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo e il Fondo di garanzia per portafogli di «mini-bond». Del pacchetto crescita fa parte anche la possibilità per Regioni e Comuni di rottamare provvedimenti ingiuntivi notificati da loro o dalle loro concessionarie, l’estensione a tempo indeterminato del prestito «ponte» concesso ad Alitalia nel 2017 e la trasformazione degli interessi in capitale della compagnia, fino ai rimborsi per i risparmiatori che hanno subito un danno a seguito dell’acquisto di strumenti finanziari emessi dalle banche sottoposte ad azione di risoluzione. Senza dimenticare, tra gli articoli del “provvedimento d’urgenza”, la riapertura del condono di multe, tributi e tariffe locali.

Il “convitato di pietra” dell’autonomia
Sullo sfondo della partita che si gioca in queste ore sul “Salva Roma”, quella per l’autonomia regionale differenziata, a partire dalle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La Lega punta a velocizzare per mandare un messaggio al suo elettorato del Nord-Est. I Cinque Stelle frenano: temono uno “Spacca Italia”. Mettono in evidenza il rischio di “cittadini di seri A e di serie B”. Un’immagine, quest’ultima, che le due forze di maggioranza si rimpallano.

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