Due misure per imprimere una spinta alla produttività del lavoro e ai salari dei dipendenti. La prima consiste nell’aumento da 3mila euro a 5mila euro dell’importo dei premi di risultato soggetto alla detassazione. La seconda, nel dimezzamento dell’imposta sostitutiva che si riduce dal 10 al 5%. Insieme ad un pacchetto di interventi per l’occupazione femminile, a partire dagli sgravi contribuitivi fino a 3mila euro annui per i datori di lavoro che tra il 2019 e 2020 assumono donne.
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Lo prevede la bozza di disegno di legge elaborato su iniziativa dei parlamentari della Lega insieme al sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che sarà presentato entro il 30 aprile alle Camere. «In occasione del primo maggio – spiega Durigon – vogliamo mandare un segnale al mondo del lavoro, per migliorare le condizioni dei lavoratori e aumentare la competitività delle imprese». Si tratta di un Ddl quadro sul lavoro che interviene anche sui temi del welfare aziendale, introducendo un’agevolazione fiscale e contributiva nei limiti di 10mila euro per le somme corrisposte ai lavoratori affetti da patologie oncologiche. Inoltre, tra le prestazioni dei piani di welfare aziendale esentasse, si introducono i rimborsi effettuati ai dipendenti o le spese sostenute dai datori di lavoro per il mantenimento o l’assistenza sanitaria di animali domestici.
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La bozza che è in fase di ultimazione prevede anche misure di sostegno all’occupazione femminile, uno degli aspetti di maggior arretratezza del nostro mercato del lavoro (le occupate sono il 49,5% rispetto al 67,7% di occupati uomini): per i datori di lavoro che nel 2019 e 2020 assumono lavoratrici scatta uno sgravio contributivo fino a 3mila euro annui per 36 mesi (l’importo dell’incentivo è parametrato alla tipologia contrattuale e al profiling). Inoltre, per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, nel triennio 2019-2021 si introduce un regime temporaneo di lavoro part time legato a specifiche esigenze familiari delle lavoratrici, coperto con una contribuzione figurativa. I datori di lavoro che adottano il regime di lavoro agevolato beneficiano dell’esenzione dei contributi previdenziali e assistenziali per le mensilità di part time concesso. Agli imprenditori che allestiscono in azienda spazi per asili nido e doposcuola vengono riconosciuti sgravi contributivi entro 3mila euro annui. Completano il pacchetto di misure la proroga di “opzione donna” per le lavoratrici che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2020, ovvero l’accesso anticipato alla pensione con almeno 35 anni di contributi e 58 anni d’età (59 per le lavoratrici autonome). Inoltre, dal 1° gennaio 2020 si introducono contribuzioni figurative legate a periodi di assenza dal lavoro legati a carichi di cura (maternità, assistenza al parente malato) anche per consentire alle donne di raggiungere un montante contributivo adeguato ad una pensione dignitosa. Nel Ddl quadro figurano anche un capitolo sulle semplificazioni (sui tempi dei ricorsi amministrativi in tema di lavoro) ed uno sul contrasto alle false cooperative.
Tornando alle due misure sulla produttività, nella proposta della Lega resta confermato l’attuale limite di reddito di 80mila euro per beneficiare dell’incentivo fiscale. L’annuncio del Ddl è stato fatto ad un convegno della Cisl dallo stesso Durigon che aveva sottolineato «l’esistenza di una questione salariale in Italia che interessa anche le retribuzioni medie dei lavoratori», da «affrontare puntando su una detassazione più forte del salario di produttività».
Sulla diffusione dei premi di produttività, l’Osservatorio Ocsel della Cisl, elaborando i dati del Mef, evidenzia che 2.038.647 lavoratori nel 2017 hanno avuto premi di risultato detassati, con un aumento dell’11,6% rispetto ai 1.869.218 lavoratori che lo avevano percepito nel 2016, con una copertura intorno al 15% tra i lavoratori interessati. Il valore medio del premio di risultato si attesta su 1.270 euro annui nel 2017, rispetto ai 1.040 euro del 2016, pari in media al 6,2% della retribuzione annua percepita. Valori più elevati al Sud, per la presenza di grandi gruppi strutturati: in testa Basilicata (1.660 euro di premio annuo medio) e Molise (1.590 euro medie) con l’impatto del gruppo Fca. Al Nord si concentra dl numero più alto di lavoratori.
Quanto alle prestazioni di welfare aziendale che beneficiano degli incentivi fiscali: ne hanno beneficiato 130.743 lavoratori. Nel 2017 l’opzione di trasformare in welfare il premio di risultato era prevista dal 22% degli accordi aziendali e questa possibilità, in media, è stata accolta da meno del 30% dei lavoratori.
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