Un decreto del ministro delle Infrastrutture che intervenga contro l’autovelox “selvaggio” e garantisca più trasparenza sull’utilizzo dei proventi delle sanzioni comminate dai comuni, in modo tale che vengano utilizzati per finanziare la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade. È in questa direzione che va la risoluzione presentata dal deputato di Forza Italia Simone Baldelli e approvata il 30 aprile all’unanimità dalla commissione Trasporti della Camera.
Entro maggio schema di decreto contro l’autovelox “selvaggio”
La risoluzione impegna il Governo a inviare entro il 31 maggio uno schema di decreto che, in base a una legge di 9 anni fa
(120/2010), deve disciplinare - si legge del documento approvato - «in modo chiaro e definitivo, anche con riferimento agli
anni passati, il tema della trasparenza e dell’utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni irrogate per le violazioni del
codice della strada da parte delle amministrazioni locali, nonché - continua la risoluzione - quello delle modalità di collocazione
e corretto uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni». La presentazione
dello schema di decreto permetterà di convocare la Conferenza Stato - Città e autonomie locali. Dopodiché il provvedimento
potrà essere emanato. Il testo dovrà prendere in considerazione i passaggi precedenti: a fine gennaio lo schema di decreto
è stato inviato una prima volta alla Conferenza Stato-città e autonomie locali. Il 6 febbraio si è tenuta una prima riunione
tecnica fra tutte le amministrazioni centrali coinvolte, compreso il ministero dell’Economia.
Ad oggi «uso vessatorio dei dispositivi di rilevanza a distanza»
La mancanza del decreto, si legge ancora nella risoluzione, fa sì che ad oggi «si assiste spesso all’utilizzo distorto e vessatorio
dei dispositivi di rilevanza a distanza». Per quanto riguarda la relezione telematica con la quale - come prevede la norma
del 2010 - le amministrazioni locali devono indicare l’ammontare complessivo che scaturisce dalle sanzioni comminate per le
violazioni al Codice della strada, «si rileva che meno di 300 comuni su 8.000 rispettano la legge, senza sanzioni per gli
enti inadempienti che, malgrado l’obbligo di legge, non presentano la relazione».
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