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Dalle multe stradali i Comuni incassano 1,7 miliardi

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riscossione in crescita del 18%

Dalle multe stradali i Comuni incassano 1,7 miliardi

Gli incassi da multe volano, e le spese in lavori pubblici per la manutenzione stradale calano. Le tabelle del cervellone ministeriale che monitora incassi e pagamenti delle amministrazioni pubbliche traducono in cifre le sensazioni quotidiane di tanti automobilisti e motociclisti; alle prese con viaggi sempre più impegnativi nello slalom tra autovelox e buche. L’anno scorso i Comuni hanno raggiunto la cifra record di 1,67 miliardi per «sanzioni e ammende», come recita burocratica la classificazione del ministero dell’Economia in una voce che per il 90% raccoglie le classiche multe stradali e per il resto sanzioni di altro tipo. Rispetto a 12 mesi prima, l’aumento è del 18%, ma anche nel 2016 la stessa voce aveva registrato un +4% dopo la crescita del 9% dell’anno prima.

Le multe, insomma, sono una delle poche voci in piena salute nella colonna delle entrate comunali. Ma attenzione, la loro geografia è parecchio diversificata. L’80,3% degli incassi arriva nei Comuni delle Regioni centro-settentrionali, dove i pagamenti medi (33,7 euro ad abitante, mini-Comuni compresi) sono più che doppi rispetto al Mezzogiorno (15,9 euro).

Per misurare il peso delle sanzioni, il grafico qui sotto indica il rapporto fra incassi e abitanti delle città capoluogo di Provincia. La corsa di Firenze e Bologna, in un testa a testa poco sotto i 130 euro ad abitante, stacca Milano, che si ferma al terzo posto nella classifica nazionale con entrate stabili rispetto all’anno scorso. Roma, con 65,6 euro ad abitante, sale alla 15esima posizione, ma vede crescere le entrate del 23,5% in un anno; ancora più vivace la situazione di Napoli, che in graduatoria occupa la casella numero 38 (40,9 euro pro capite), ma registra un aumento di gettito del 55,9 per cento.

GLI INCASSI
L'Aquila - Dati non disponibili. (Fonte: Elaborazione del Sole 24 Ore su dati Siope - Ragioneria generale dello Stato)

A questo punto la pioggia di cifre ha bisogno di qualche spiegazione. Primo: gli incassi pro capite sono indicativi del peso delle sanzioni in rapporto alle dimensioni del Comune ma non misurano le multe medie pagate dai residenti. La presenza nel denominatore di tutti i residenti, neonati compresi, abbassa la cifra, mentre la alza il flusso di «city users», turisti e pendolari che ogni giorno entrano in città come Firenze, Bologna e Milano. In centri piccoli come Siena queste variabili incidono di più, ma l’aumento di due volte e mezzo negli incassi della città toscana ha altre motivazioni. Una mano decisiva è stata data dai nuovi autovelox sulla Cassia e sui raccordi Siena-Grosseto e Siena-Bettolle, che hanno portato da 74mila a 114mila i verbali annuali scritti dalla polizia locale. In altri casi, come Benevento, Nuoro o Isernia, i super-aumenti si spiegano con il debutto effettivo di una riscossione che finora era stata praticamente assente.

A spingere gli incassi effettivi, accanto all’aumento dei verbali, è intervenuta infatti anche una certa accelerazione delle riscossioni effettive. La conferma si avrà dopo il 30 aprile, quando saranno approvati i rendiconti dell’anno scorso, ma qualche progresso non è una sfida impossibile visto che fino al 2016 le città hanno mostrato una scarsissima capacità di incassare davvero i verbali: Napoli è riuscita a raccogliere davvero meno di 20 euro ogni 100 di sanzioni scritte nello stesso anno, Roma si è fermata al 25,2% e solo Milano è riuscita ad arrancare fino al 40,6 per cento.

Difficile, però, ipotizzare che il miglioramento sia strutturale. Certo, la riforma dei bilanci locali che impone di avvicinare la carta («accertamenti») alla cassa prova a far crescere nel tempo gli sforzi delle amministrazioni per tradurre in realtà le cifre scritte nei bilanci. Ma l’anno scorso il jolly di alcune città è stata la rottamazione delle vecchie cartelle, che per i Comuni affidati alla vecchia Equitalia si è concentrata proprio sulle multe e sta avendo una replica in tono minore quest’anno: l’accelerata di Napoli si può spiegare in larga parte così, e anche a Roma la «definizione agevolata» si è fatta sentire, mentre nessun effetto può essere arrivato da qui a Milano o Bologna dove l’agente nazionale della riscossione non si occupa da anni delle entrate locali.

E proprio l’incrocio fra intensità dei controlli ed efficienza negli incassi segna la distanza che anche su questa voce separa Nord e Sud.

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