Con l’inchiesta che colpisce due esponenti di Forza Italia, molto noti a Milano, le aspettative legate al voto europeo del 26 maggio si fanno più confuse. Perché Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, entrambi finiti in custodia cautelare in carcere per l’ipotesi di corruzione, non sono solo due giovani politici che hanno svolto e svolgono il ruolo di consiglieri nelle istituzioni locali.
Chi sono i due Altitonante e Tatarella
Altitonante è stato fino a poche settimane fa coordinatore lombardo di Forza Italia a Milano, oltre a essere sottosegretario
in Regione Lombardia per il presidente leghista Attilio Fontana (e nella passata legislatura, con Roberto Maroni, si era spesso
parlato di lui come di un possibile assessore ad ogni occasione di rimpasto).
Negli ultimi mesi si è speso per la “battaglia” contro l’aumento del biglietto del tram a Milano e spesso parlava pubblicamente
di Trasporti e infrastrutture (in passato è stato anche assessore all’Urbanistica della provincia di Milano, ai tempi di Guido
Podestà presidente). Vicino a Berlusconi, ha cercato però di avere a Milano un suo percorso riconoscibile.
Tatarella rappresenta invece in Comune l’ala liberale e riformista di Fi, lontana sia dai più berlusconiani che da quelli
più vicini alla Lega. Sembrava essere l’uomo del dialogo con la maggioranza di centrosinistra e la sua credibilità lo ha portato
a essere candidato azzurro per le prossime europee di maggio, nei primi posti della lista del Nord Ovest. Milano è già tappezzata
con tanti manifesti per la sua candidatura.
In sostanza: Altitonante e Tatarella, a livello locale, cercavano di recuperare i voti perduti da Forza Italia e dare al partito
una nuova immagine.
L’impatto sul voto
Il colpo per Forza Italia è dunque forte, ma non si fanno ancora ipotesi su quanto questo impatterà sul voto europeo. Alleati
e avversari sostengono che potrebbe comportare una perdita al massimo di 2 punti percentuali, perché gli elettori di Forza
Italia hanno un approccio “resistente” rispetto alle inchieste giudiziarie e non ne vengono impressionati più di tanto. Peraltro
a trainare l’elettorato è ancora Silvio Berlusconi, che, seppure in fase calante, conserva il suo appeal. Quindi Forza Italia
dovrebbe riuscire a raggiungere almeno l’8% e assicurarsi almeno due ingressi nel Parlamento Europeo. Uno di questi doveva
essere proprio di Tatarella, in tandem con Lara Comi, ma a questo punto è da capire chi arriverà al suo posto e come si svilupperanno
gli eventi.
Altra questione è la successione in Forza Italia, problema che va oltre l’appuntamento imminente del 26 maggio. A Milano i
più “credibili” a questo punto sono Maria Stella Gelmini, coordinatrice lombarda, e Giulio Gallera, assessore alla Sanità
regionale sia con Maroni che con Fontana. Riusciranno a rilanciare il partito in Lombardia dopo quest’ultima inchiesta? O
piuttosto non c’è il rischio che questa vicenda rappresenti la pietra tombale del partito, destinato al declino in mancanza
di successioni forti? Sono questi gli argomenti di cui in Forza Italia già si parla da tempo. Tanto più da stamani. Nessuno
si nasconde il problema.
La Lega, nemica-amica
Da questa vicenda potrebbe trarne benefici la Lega, con qualche elettore che all’ultimo potrebbe decidere di fare alle Europee
una scelta diversa, pur rimanendo nella casa del centrodestra. E infatti il leader Matteo Salvini se ne guarda bene dall’andare
in difesa dei suoi alleati in Regione e in Comune, anche per ovvie ragioni legate al suo ruolo di ministro degli Interni:
«Operazione brillante, sono sempre contento se si arrestano i corrotti», ha appena detto.
La Lega tuttavia deve trovare un equilibrio, e non solo perché in queste ore deve gestire anche le inchieste che riguardano i propri esponenti.
I vertici del Carroccio sanno che da una parte potrebbero beneficiare di qualche voto in più, ma dall’altra sanno anche che
Forza Italia, avversaria alle europee e nel Parlamento italiano, è ancora oggi alleata nelle amministrazioni locali, soprattutto
in Lombardia. Se perde voti Forza Italia, anche la Lega rischia in molti comuni.
Il centrodestra in Lombardia amministra oltre cento comuni, e in più punta a vincere le prossime elezioni a Bergamo, Cremona
e Pavia. Se il Carroccio contesta troppo Forza Italia, sfruttando anche le vicende giudiziarie, nuoce anche a se stesso.
Inoltre Salvini punta a conquistare tra due anni e mezzo anche il Comune di Milano, e per questa impresa al momento non ci
sarebbero altre possibilità che rimanere con Forza Italia e tutto il centrodestra.
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