Ci sono il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia, e il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee, tra gli arrestati nell’operazione della Dda di Milano che ha tra i protagonisti, per uno dei filoni dell’inchiesta, l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl, anch’egli arrestato. C’è anche un episodio di «istigazione alla corruzione» nei confronti del governatore lombardo Attilio Fontana che è parte offesa e non risulta indagato.
GUARDA IL VIDEO / Tangenti, 43 ordinanze a Milano: arrestati politici e imprenditori
Il governatore Fontana parte offesa
Da quanto si è saputo, il Governatore non avrebbe denunciato l’episodio. Fontana nei giorni scorsi si sarebbe anche recato
al Palagiustizia milanese probabilmente per chiarire l’episodio. Fontana ha appreso questa mattina notizia dei fatti: «Non
dico nulla, ho letto che io sono parte offesa. Quindi per rispetto della magistratura le cose che dovrò dire le dirò a loro»,
ha dichiarato.
Il ruolo di Caianiello
L’istigazione alla corruzione viene contestata all’ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, Gioacchino Caianiello. Caianiello, con il dg dell’ente Afol Metropolitana Giuseppe Zingale, avrebbero proposto nell’aprile 2018 al governatore
Fontana «consulenze onerose in favore dell’avvocato Luca Marsico, socio dello studio professionale Fontana-Marsico» in cambio
della nomina, non avvenuta, di Zingale alla «direzione generale Istruzione Lavoro e Formazione
della Regione». Nel frattempo nella maxi inchiesta il consigliere regionale Fabio Altitonante, accusato di corruzione, è finito
agli arresti domiciliari, mentre il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella,
candidato alle Europee, entrambi di Forza Italia, è finito in carcere per associazione per delinquere e corruzione. C’è anche
una richiesta di autorizzazione inviata alla Camera dei Deputati per l’arresto per finanziamento illecito del parlamentare
di Forza Italia Diego Sozzani.
Finanziamento illecito anche a Fdi
L’imprenditore Daniele D’Alfonso, «in occasione della campagna 2018 per le consultazioni politiche e regionali», avrebbe
corrisposto «sistematici finanziamenti illeciti a soggetti politici», tra cui Fabio Altitonante, consigliere lombardo di Fi
arrestato, Diego Sozzani, parlamentare di FI (chiesto l’arresto) e Angelo Palumbo, anche lui di FI, «nonché al partito Fratelli
d’Italia», si legge nell’ordinanza cautelare.
La reazione di Salvini: «Brillante operazione»
Sul blitz si è pronunciato anche il vicepremier con delega al ministero degli Interni Matteo Salvini, arrivando all’inaugurazione
della nuova sede di Milano dell’Agenzia dei Beni confiscati alla criminalità organizzata. «Ringrazio sempre le forze dell’ordine
quando arrestano corrotti e corruttori», ha detto, parlando di «brillante operazione». Per quanto riguarda la posizione di
Fontana, Salvini ha aggiunto: «Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere
sono doppiamente orgoglioso. Se c’è prova di colpevolezza tanti saluti a prescindere dal colore politico, però la colpa va
dimostrata».
Gli indagati sono 95
Sono 95 in totale le persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione
di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del
contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio, nell’inchiesta coordinata dal
procuratore aggiunto e responsabile della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Delle
43 persone destinatarie del provvedimento, firmate dal gip Raffaella Massacrino, 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari,
3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Di queste solo 9 sono accusate di associazione a delinquere.
I due filoni d’inchiesta
Sono diversi i filoni dell’inchiesta. Uno di questi riguarda gli appalti targati Amsa, l’azienda dei rifiuti milanese e parecchie
partecipate pubbliche. Un altro, il filone varesino che ha come personaggio principale Caianiello, riguarda il Piano di governo
del territorio e le sue varianti. Ma per inquirenti e investigatori il personaggio principale dell’inchiesta è l’imprenditore
Daniele D'Alfonso con la sua Ecol-Service, uno dei quali risponde dell’aggravante di aver favorito la ’ndrangheta, in quanto
con gli appalti ottenuti in cambio di tangenti avrebbe dato lavoro agli uomini della famiglia calabrese dei Molluso di Buccinasco.
L’incontro da Berti
Ed è lui che, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, attraverso fittizie consulenze e altre utilità, avrebbe
«ricompensato» Tatarella con cui, come emerge dalle intercettazioni, si sarebbe incontrato da Berti, il ristorante milanese
non molto lontano dagli uffici della Regione e già venuto a galla in molte indagini milanesi, nel linguaggio degli indagati
è diventato «la mensa dei poveri», definizione che ha dato il nome all’indagine della Dda.
Tatarella «a libro paga» di D’Alfonso
Tatarella, secondo il teorema dell’accusa, sarebbe stato a «libro paga» di D’Alfonso, da cui avrebbe ottenuto 5mila euro al
mese e in cambio l’avrebbe favorito negli appalti dell’Amsa, in particolare, e l’avrebbe introdotto in altri appalti a Varese
e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare Sozzari.
Blitz da 250 militari attivi
Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell’alba nell’esecuzione misure
cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti. I carabinieri di Monza
e la guardia di finanza di Varese stanno eseguendo in Lombardia e Piemonte 43 ordinanze di custodia cautelare di cui 12 in
carcere, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda milanese su due gruppi criminali operativi tra Milano e Varese costituiti
da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere aggravata
dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione
e all’aggiudicazione di appalti pubblici.
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