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Cosenza, il Gip smonta le accuse della procura contro Oliverio…

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l’inchiesta coinvolge 20 persone

Cosenza, il Gip smonta le accuse della procura contro Oliverio nell’inchiesta che coinvolge altre 19 persone

Mario Oliverio - ANSA/ FRANCESCO ARENA
Mario Oliverio - ANSA/ FRANCESCO ARENA

Il Gip di Catanzaro Antonio Battaglia riduce la portata delle accuse contenute nell’avviso di conclusione indagini della procura recapitato ieri al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio (Pd), al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (FI), e all’ex consigliere regionale del Partito democratico Nicola Adamo.
L’avviso di garanzia riguarda altre 17 persone, tra imprenditori e amministratori, per l’inchiesta sulla metropolitana leggera e il nuovo ospedale della città bruzia. In particolare, Occhiuto avrebbe barattato il proprio assenso alla realizzazione della tranvia con la promessa di finanziamenti per il Museo di Alarico, già oggetto «di una gara d’appalto illegittima». Mentre Nicola Adamo avrebbe fortemente condizionato l’azione politica del governatore.

Il Gip smonta le accuse
I reati contestati dal procuratore Nicola Gratteri, da Vincenzo Capomolla, procuratore aggiunto, e dal pm Vito Valerio, sono quelli di associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture, turbative d’asta e corruzione. Ma il Gip, che aveva già respinto le richieste di misura cautelare per alcuni degli indagati, smonta il pezzo forte dell’accusa, quella relativa al reato di associazione per delinquere. Per l’avvocato Vincenzo Belvedere, che difende il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, sono considerazioni importanti: «Accederemo domani agli atti di indagine, ma già appare dalle argomentazioni espresse dalle imputazioni che si è scambiata l’attività politica e amministrativa con quella clientelare. E risulta evidente che la procura disconosca le attività del governo regionale, chiamato quotidianamente a operare delle scelte. Sono le scelte della politica che non possono essere sindacate dalla magistratura, altrimenti ci troveremmo di fronte a una compromissione dell’equilibrio fra i poteri. Devo anche aggiungere che, come nel caso del presidente Oliverio, fa un certo effetto pensare che si possa essere indagati per 5 anni, concludendo un’indagine a dir poco fumosa alla fine del suo mandato di governo, influenzando il libero esercizio del diritto di voto dei cittadini».

Venti indagati per delitti contro la P.A.
Fra i nomi degli indagati anche quello del dirigente regionale Luigi Zinno, del direttore generale delle Ferrovie della Calabria Giuseppe Lo Feudo, degli imprenditori Pietro Ventura (della “Francesco Ventura Costruzioni Ferroviarie”, ritenuto il «contraente privilegiato e beneficiario delle principali commesse in ambito ferroviario»), di Giuseppe Trifirò, rappresentate del raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc di Ravenna e dalla spagnola Caf, aggiudicataria della progettazione esecutiva e della realizzazione della metropolitana leggera. Avrebbero pilotato l'aggiudicazione e la realizzazione dell'opera in favore del raggruppamento di imprese in avvalimento con la “Ventura”. I fatti sarebbero stati commessi dal dicembre del 2014 fino al 12 giugno del 2017.

Le dimissioni dei consiglieri comunali di Cosenza
Indagato anche l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza Luca Morrone che avrebbe sottoscritto nel 2016 le proprie dimissioni per provocare la decadenza del sindaco Mario Occhiuto (poi rieletto): in cambio la promessa di Nicola Adamo e Mario Oliverio di ricoprire la carica di vicesindaco o altro incarico dentro la regione. Allo stesso modo, l'ex assessore regionale ai Lavori pubblici Luigi Incarnato (oggi commissario liquidatore della Sorical) è ritenuto responsabile di aver indotto numerosi consiglieri comunali di Cosenza a rassegnare le dimissioni: in 17 firmarono il documento nello studio del notaio Anna Muto, quattro mesi prima della scadenza del mandato di Occhiuto.

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Il post su Facebook del governatore della Calabria
Il presidente Oliverio si difende con un post su Facebook: «Mi sono state contestate, come ipotesi di reato, fattispecie che, a mio avviso, attengono alla normale vita politico-amministrativa dell'Ente! Mi si contestano scelte politiche e/o tecniche, cui si “abbinano” ipotesi di reato, alcune (vedi gara di appalto metropolitana di Cosenza) operate nel 2014, cioè precedentemente al mio insediamento alla guida della Regione; mentre per altre, come la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, è stato prodotto, come è noto, il solo studio di fattibilità, tra l'altro da parte dell'Azienda Ospedaliera.
Oliverio, «Nessun giudice condividerà tale impostazione accusatoria»
«Sono quanto mai certo che – continua Oliverio - anche in questa occasione, nessun giudice condividerà una simile impostazione accusatoria, che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica, nel senso aristotelico del termine. Non posso in alcun modo accettare di essere additato come il promotore di “una associazione per delinquere con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione”. Ribadisco, come già fatto in altre occasioni, che combatterò con tutte le mie energie per dimostrare la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. La mia non vuole essere una sfida rivolta agli apparati giudiziari ed investigativi. E' solo l'unico modo che mi resta per contrastare questa feroce gogna cui sono sottoposto dal primo giorno del mio insediamento».

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