Economia

Dossier Divorzi, diritto in continua evoluzione

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 22 articoli Studi legali dell’anno 2019

    Divorzi, diritto in continua evoluzione

    Dall’affido condiviso alla parificazione tra figli nati da coppie sposate o no. Dalla negoziazione assistita per mettere fine ai matrimoni al divorzio breve. Dalle unioni civili ai nuovi criteri per determinare l’assegno divorzile. Il diritto di famiglia, soprattutto in questi ultimi anni, è ad alto tasso di interventi legislativi e della giurisprudenza. Si tratta di novità che impattano sul lavoro degli studi legali che si occupano di diritto di famiglia segnalati all’interno dell’indagine di Statista per Il Sole 24 Ore «Studi legali dell’anno 2019».

    Tra gli interventi legislativi più significativi, Liana Maggiano, fondatrice dello studio legale Maggiano di Genova e presidente di Aiaf Liguria (associazione degli avvocati per la famiglia), mette l’accento sulla riforma dell’affido condiviso, che «ha cambiato la prospettiva della genitorialità in caso di separazione. Un tempo i figli erano affidati alle madri e i padri erano esclusi dalle decisioni che li riguardavano. Oggi invece entrambi i genitori possono partecipare alla vita del figlio».

    Dalle leggi alla giurisprudenza, Maggiano rileva che, dopo le sentenze della Cassazione che hanno superato il criterio del mantenimento del tenore di vita durante il matrimonio per riconoscere l’assegno divorzile, «non ci sono più automatismi. Oggi, il coniuge che chiede il contributo deve dimostrare di non essere in grado di procurarsi i mezzi per una vita dignitosa: tra l’altro, deve provare di essersi attivato per cercare un lavoro. Io ho fatto revocare un assegno a un coniuge che si era iscritto al centro per l’impiego, ma poi non si presentava ai colloqui».

    È un fatto, come sottolinea Cesare Rimini, alla guida dello storico studio Rimini di Milano, fondato negli anni 30, «che l’abbandono del criterio del tenore di vita riduce in sede di divorzio le aspettative del coniuge più debole», il quale spesso rinuncia a prospettive professionali per occuparsi della famiglia. «Oggi - spiega - per il riconoscimento e la quantificazione dell’assegno divorzile, occorre valutare in concreto il contributo dato alla vita familiare». E all’esame del Parlamento c’è una proposta di legge che prevede che «il giudice possa scegliere di riconoscere l’assegno per un tempo determinato».

    Le novità nell’ambito del diritto di famiglia sono state introdotte negli anni perlopiù con lo scopo di allineare il diritto all’evoluzione della società. O, nel caso della negoziazione assistita, per far uscire dalle aule di tribunale le separazioni e i divorzi meno conflittuali: dal 2014, possono essere regolati direttamente dall’avvocato. «Sono contraria alla negoziazione assistita - afferma Annamaria Bernardini de Pace, titolare dello studio fondato a Milano nel 1989 e dal 2016 con sede anche a Roma e a Bergamo -. Sono convinta che sulle separazioni e i divorzi ci debba essere il controllo del giudice perché gli avvocati non sono abbastanza specializzati. In Italia tutti i legali pensano di potersi occupare di diritto di famiglia ma non è così: noi siamo come i medici, le specializzazioni sono essenziali. Oggi tanti clienti vengono da me per sistemare accordi fatti con altri avvocati non specializzati».

    Controllo del giudice che però non vuol dire conflitto: «Da sempre - spiega Bernardini de Pace - ho seguito più separazioni consensuali che giudiziali. Questo perché la separazione è un trauma per i figli: gli avvocati devono far sì che i genitori si mettano d’accordo fra di loro per limitare l’impatto». Al di là delle leggi, quello che è cambiato di recente è «l’atteggiamento delle donne - dice Bernardini de Pace - che un tempo arrivavano in studio senza nemmeno sapere quale fosse la banca del marito. Oggi invece sono molto preparate, tanto da procurarsi da sole le prove, con l’aiuto della tecnologia e degli investigatori». E molte sono anche le richieste di pareri per organizzare il passaggio generazionale, con patti di famiglia o trust.

    Negli ultimi anni, inoltre, gli avvocati hanno dovuto sempre più mettere sotto la lente i patrimoni e i redditi dei clienti, per rispondere alle richieste di disclosure avanzate dai giudici della separazione e del divorzio. «Si tratta di un lavoro notevole, che facciamo anche appoggiandoci a professionisti diversi, e che consente al giudice di arrivare preparato all’udienza», precisa Federica Raviolo, avvocato del network Leading law-Notai & avvocati: nato a Torino tre anni fa, oggi ha sedi anche a Milano, Roma, Venezia, Firenze, Bergamo e Lodi e riunisce circa 30 professionisti.

    Non solo matrimoni. A essere aumentata, osserva Raviolo, è la domanda di regolamentazione su affidamento e mantenimento per i figli nati da coppie non sposate. Si tratta di un ambito su cui è intervenuta la riforma della filiazione, «che ha parificato - spiega - i figli nati dentro e fuori dal matrimonio dal punto di vista sostanziale. Ma le procedure restano diverse: da un lato separazioni e divorzi, dall’altro una decisione in camera di consiglio. Si tratta di una differenza che crea caos e che andrebbe ripensata».

    La ricerca interattiva sugli studi legali dell'anno 2019, per settori e aree geografiche, è disponibile all'indirizzohttp://lab24.ilsole24ore.com/studi-legali-2019/

    © Riproduzione riservata

    >