È stato il giorno della manifestazione della Lega a Milano, l’appuntamento più importante della campagna elettorale in vista delle elezioni del 26 maggio per il quale Matteo Salvini ha chiamato a partecipare undici delegazioni dei leader europei dell’ultradestra (defnizione che però Salvini rigetta) che mira a formare un supergruppo a Strasburgo. Lo stop ai migranti e un’altra Europa libera dai “traditori” «i Merkel, i Macron, i Soros, gli Juncker» sono stati i temi su cui il leader della Lega ha più insistito parlando ai manifestanti, 20mila secondo gli organizzatori.
Oltre a un impegno sul fisco con la promessa, «se date alla Lega il primo posto in Italia e in Europa», di una tassa al
15% per tutti. «Se serve per voi, per l’Italia, per
i miei figli, io do la vita. Non mi fermo davanti a niente e nessuno: è un impegno d’onore» ha detto il ministro dell’Interno
che ha assicurato sulla tenuta del Governo e ha concluso il suo intervento citando «sei Patroni d’Europa» e stringendo in
mano un rosario.
Il leader politico di M5S Luigi Di Maio lo attacca: «Spero che Salvini abbia chiesto a Le Pen, ad Orban e agli altri governi sovranisti di prendersi i migranti che arrivano in Italia, perché questi signori cosiddetti sovranisti fanno i sovranisti con le frontiere dell’Italia e ci costringono a tenere tutti i migranti in Italia». Poi però aggiunge: «Credo che questo governo andrà avanti quattro anni».
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Una tassa piatta per tutti
«Al referendum del 26 maggio - ha detto Salvini dal palco - non prendo venti impegni, ne prendo uno: cambiare l’Europa da
cima a fondo ma se date alla Lega il primo posto in Italia e in Europa non mollerò finché ciascuno in Italia non pagherà il
15% di tasse. Non una lira di più. Non solo non una tassa di più ma dateci forza e il coraggio per abbassarle. Perché volere
è potere». Poi assicura sulla tenuta del Governo, scosso in questi giorni da polemiche sempre più violente con gli alleati
Cinque Stelle: «Questo governo ha fatto cose buone e
farà altre cose buone perché la Lega è garanzia di stabilità e di futuro. La nostra parola vale. Non abbiamo tempo per beghe
o le polemiche».
Migranti, risposta a papa Francesco
Ma è sul tema migranti che il vicepremier insiste maggiormente: «Se fate di noi il primo partito in Europa la politica sui
migranti la portiamo in tutta Europa e
non entra più nessuno» ha assicurato. Poi sulla nave Sea Watch 3 dell’omonima Ong: «Non può uno Stato farsi dettare le regole dai complici dei trafficanti di esseri umani, pagati dai Soros di turno. Se riaprissimo
i porti, come vogliono in Parlamento e spero non al governo, ricomincerebbero a morire i migranti». E rivolgendosi al Pontefice
ha aggiunto: «Con l’azione di governo ho dato risposte con fatti non con parole. Lo dico anche a Papa Francesco, che oggi
ha detto “bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo”: il governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito
cristiano».
Contro l’Europa dei «traditori»
Poi c’è l’Europa. «È un momento storico talmente importante per liberare il continente dall’occupazione abusiva organizzata
a Bruxelles da molti anni - ha detto Salvini -. Chi ha tradito l’Europa, il sogno dei padri fondatori, di De Gaulle e De Gasperi?
I Merkel, i Macron, i Soros, gli Juncker hanno costruito l’Europa della finanza e dell’immigrazione incontrollata». Respinta
k’etichetta di ultradesra. «Qua non c’è l’ultradestra ma la politica del buonsenso: gli estremisti sono quelli che hanno governato
l'Europa per venti anni». Doppia citazione per i predecessori di Bergoglio. Prima Wojtyla: «San Giovanni Paolo II, nato proprio
il 18 maggio e che parlava di vocazione dell'Europa alla fraternità dei popoli dall'Atlantico agli Urali, non della Turchia
in Europa perché non sarai mai Europa». Poi Ratzinger: «L’Europa di cui parlava Benedetto XVI e di cui qualcuno negava le
radici giudaico cristiane». Quindi l’appello: «Siamo Davide contro Golia ma a volte i piccoli se sono determinati, sconfiggono
i poteri forti anche se sono pieni di soldi e arroganza. Stiamo facendo la rivoluzione dei piccoli».
La manifestazione
Il corteo leghista con in testa sindaci e amministratori del Carroccio da diverse Regioni era transitato lungo il percorso
consueto della manifestazione milanese del 25 aprile e cioè da Porta Venezia a Piazza Duomo. Da Marine Le Pen a Geert Wilders,
dai tedeschi di Alternative für Deutschland agli austriaci di Fpö (ma lo Spitzkandidat Harald Vilimsky ha annullato la sua
partecipazione per la bufera sul vicecancelliere austriaco e leader del partito di ultradestra Heinz Christian Strache per
i presunti legami con la Russia), erano undici i partiti euroscettici che hanno raccolto l’invito del segretario della Lega
«a lasciarsi alle spalle l’Europa della Merkel, di Soros e dei fondamentalisti islamici».
Le Pen: «Parte la riconquista»
«Viviamo un momento storico e voi potrete dire ai nipoti “io c’ero”» ha detto dal palco Marine Le Pen, leader del Rassemblement
National (Rn). «Un momento che aspettavamo da tanto tempo e che finalmente si realizza sotto il cielo
d’Italia. Il momento in cui uniti daremo a tutta Europa il segnale della resistenza, della speranza e della riconquista».
Nel suo intervento Wilders, leader del partito olandese Pvv, ha affermato: «Dobbiamo difendere i nostri stati nazionali,
richiedere più sovranità nazionale e assumerci la responsabilità per i nostri Paesi. Basta diktat dal superstato dell’Ue:
basta immigrazione, basta Islam». E ancora: «Dobbiamo fermare l’immigrazione, fermare l’islamizzazione. Ancora una volta:
basta Islam. Salvini ha già cambiato la politica italiana ed è un esempio per tutti noi. Basta barconi con immigrati illegali».
Contro-corteo e «balconiadi»
Ad ascoltare gli interventi una piazza piena, con pullman giunti da tutte le regioni d’Italia ma anche un volto a sorpresa:
Carlo Calenda, capolista nel nord est per il Pd. Un migliaio di persone hanno invece partecipato al corteo anti-sovranista
organizzato da centri sociali, Non una di meno e antifascisti, in risposta a quello promosso dal leader della
Lega. Da giorni sono comparsi diversi striscioni anti Salvini per le “balconiadi” promosse dai Sentinelli di Milano che hanno
chiesto di «scatenare la creatività, ma con quella leggerezza che non la darà vinta a chi vorrebbe sfruttare ogni cosa a suo
vantaggio». E uno striscione di circa cinque metri per uno con la scritta “Restiamo umani” in italiano e in inglese è stato
srotolato durante il comizio: dal balcone da cui è stato srotolato è comparso un uomo vestito da Zorro (ironia sul pupazzetto
rubato a Salvini all’asilo, la prima ingiustizia subita, secondo quanto scritto nel libro-intervista con Chiara Giannini pubblicato
dalla casa editrice Altoforte). Lo striscione è stato poi rimosso dalle forze dell’ordine.
Indagata per uno striscione anti-Salvini
Per aver esposto fuori dalla finestra di casa lo striscione con la frase «Salvini amico dei mafiosi, nemico dei poveri», una
milanese residente in zona San Siro è stata indagata per diffamazione. Il fascicolo è stato aperto da Alberto Nobili, il responsabile
dell’antiterrorismo, dopo che la Digos gli ha trasmesso gli atti relativi alla vicenda. Tre giorni fa, infatti, 8 agenti avevano
chiesto alla donna di togliere lo striscione, ma lei si era rifiutata di farlo, ritenendo che fosse un suo diritto esporre
il suo pensiero.
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